Dieta sì…ma con l’esperto!
Saltare i pasti o eliminare alcuni alimenti come spesso accade, sacrificando pane e pasta, certo ci fa illudere di perdere peso, ma quello che perdiamo sono prevalentemente liquidi, mentre la massa grassa ci accompagnerà...

Dieta sì…ma con l’esperto!
Durante l’inverno ci siamo concessi qualche dolce in più, abbiamo esagerato con le calorie e la vita sedentaria e ora che arriva la bella stagione pensiamo sia giunto il momento di rimettersi in forma, tutti noi vorremmo che la perdita dei chili accumulati potesse andare di pari passo con la velocità con cui i vestiti diventano sempre più leggeri, ma questo è impossibile, così ci impegniamo in diete assurde trovate su varie riviste, da quella del pompelmo, a quella monocibo o a quella del minestrone, nella speranza di perdere peso, con qualche sacrificio certo, ma in breve tempo.
Saltare i pasti o eliminare alcuni alimenti come spesso accade, sacrificando pane e pasta, certo ci fa illudere di perdere peso, ma quello che perdiamo sono prevalentemente liquidi, mentre la massa grassa ci accompagnerà e una volta che si riprenderanno le normali abitudini alimentari, si riprenderanno anche i chili persi, con gli interessi.
La dieta spesso viene vista come uno strumento per rimodellare il proprio corpo, invece deve essere vista come uno stile di vita corretto, basato su programmi alimentari equilibrati e studiati su misura da medici qualificati.
Un studio pubblicato sul «Journal of the American Dietetic Association», ha monitorato studenti per circa 5 anni evidenziando nella fase iniziale che più della metà delle ragazze (57%) e circa un quarto dei ragazzi (25,3%) seguiva una dieta fai da te, il 58% delle femmine e il 31% dei maschi aveva dichiarato di saltare i pasti, fare uso di lassativi, sostituire il cibo con drink dietetici o mangiare molta frutta e verdura e pochissimi zuccheri. Dopo 5 anni, tuttavia, il 27% delle giovani e il 25% dei coetanei era sovrappeso.
Chi aveva adottato comportamenti poco salutari per il controllo del peso, infatti, aveva una probabilità 3 volte maggiore di essere soprappeso, rispetto a chi aveva abitudini alimentari più equilibrate.
Entrare nel vortice delle diete improvvisate, insomma, è due volte sbagliato: danneggia l’organismo, e in più non produce gli effetti desiderati.
Le diete fai da te proposte da siti internet o riviste possono risultare dannose, perché rivolgendosi a un pubblico vasto non tengono conto delle ipersensibilità individuali, nonché di eventuali patologie come anemia, problemi di pressione o metabolici.
La dieta preparata da uno specialista è stilata sulla base di:
un’accurata anamnesi e una visita medica specialistica,
la valutazione dei parametri antropometrici e delle eventuali ipersensibilità alimentari, solo così è possibile perdere peso in modo corretto e mantenere i risultati raggiunti nel tempo. Ricordiamoci che un buon regime alimentare e una vita attiva permettono di prevenire molte patologie come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia e quindi ci permettono non solo di avere un bel corpo, ma soprattutto di avere un corpo sano.
Recentemente negli Stati Uniti è stato pubblicato un articolo quasi provocatorio che affermava che le diete fanno ingrassare, nelle prime settimane si perdono chili, in alcuni casi anche il 10% del peso complessivo. I risultati sembrano premiare gli sforzi, addirittura illudere che dimagrire sia facile e non richieda nemmeno troppo tempo. Nel lungo periodo però ogni sforzo sembra vanificato: a due anni dall’inizio della dieta per un paziente su quattro l’effetto benefico è già interamente svanito, e la situazione è addirittura peggiorata. A tre anni di distanza il quadro precipita: l’83% pesa di più rispetto al periodo pre-dieta. Senza contare che la metà di chi ha riguadagnato peso, ha accumulato come minimo cinque chili in più rispetto a quando aveva deciso di dimagrire.
I nutrizionisti italiani non sono d’accordo con questo quadro drastico, e sostengono che se dopo la dieta si segue un sano regime alimentare e si fa attività fisica, i chili non vengono ripresi. Il recupero del peso perso si verifica quando la dieta viene concepita come un’esperienza temporanea, diminuire, o anche ridurre drasticamente l’alimentazione per periodi saltuari non basta. Bisogna modificare le abitudini di vita, non solo l’alimentazione.
Le diete non equilibrate non intaccano solo i grassi, ma ancor prima i tessuti muscolari, e perciò riducono il metabolismo. La conseguenza è che bastano minori quantità di cibo per riacquistare peso. Smettere di mangiare per qualche mese ha tutti i tratti della fatica che, una volta terminata, dà diritto a una sorta di ricompensa. Spesso si ricomincia a mangiare come prima, e soprattutto non si è riusciti ad assimilare abitudini fondate su alimentazione corretta e attività fisica.
Scopo di una dieta è ottenere prima un equilibrato dimagrimento (grazie a un giusto percorso alimentare sotto la guida di dietologi specialisti) poi un modello di vita che preveda attività fisica e un sano regime alimentare. In Italia i pazienti che riprendono i chili sono quelli che seguono le diete di moda o assumono farmaci dimagranti.
Un altro studio statunitense ha inoltre evidenziato che coloro che hanno aderito alle indicazioni dietetiche raccolte dalle linee guida stilate nel 2005 Dietary Guidelines for Americans (DGAs), che raccomandavano una riduzione dell’assunzione di grassi saturi a favore di un aumento del consumo di ortaggi, frutta e cereali, enfatizzando anche l’importanza di una costante attività fisica e l’astinenza dal fumo, hanno mostrato un’inferiore incidenza della sindrome metabolica, delle patologie cardiovascolari e del diabete. Il 43% degli uomini e il 30% delle donne considerate nello studio già avevano sintomi da sindrome metabolica. Di questi, solo 120 avevano un BMI inferiore a 25 contro 1030 con BMI superiore a 25. In questo campione inoltre vi era una prevalenza del rischio d’ipertensione elevata; del 55% per i maschi e del 42% per le donne. Insomma, le linee guida funzionano, sempre se il paziente è collaborante.( Nutraingredient.com American Journal of Clinical Nutrition Jeanene Fogli-Cawley et al )
Potremmo concludere dicendo che: si mangia per vivere, quindi sarebbe opportuno dosare bene tutti i gruppi nutrizionali in base alla nostra vita, cercando di avere un’alimentazione il più possibile varia, in modo da tenere sempre i livelli di nutrienti stabili nel nostro organismo e cercare, qualora si volesse ridurre l’apporto di calorie e quindi dimagrire, di rivolgersi a persone qualificate che indicheranno i regimi alimentari più appropriati in base alle vostre esigenze (età, sesso, stile di vita, metabolismo basale, quantità di massa grassa e magra, intolleranze alimentari…) che non saranno mai uguali a quelle riportate sui giornali o a quelle di un vostro amico che ha fatto una dieta proposta dal suo dietologo.