Acqua per idratarsi e dimagrire
Bere la giusta quantità di acqua favorisce l'idratazione e la regolarità intestinale, e aiuta a mantenere il peso forma

Più acqua meno peso
Numerose sono le false credenze e i dubbi relativi all’assunzione di acqua, meglio naturale o frizzante, bere tanto o bere poco per contrastare la ritenzione?
Per quanto riguarda la capacità idratante e l’apporto calorico (zero Kcal), non esistono differenze tra naturale e naturalmente frizzante; tuttavia la scelta dovrebbe ricadere su quella naturale, poiché se si ha la necessità di bere molti liquidi la presenza di anidride carbonica potrebbe provocare disturbi soprattutto in chi soffre già di dilatazione gastrica e gonfiore addominale.
Bere ogni tanto acqua frizzante, alternandola all’acqua naturale, non fa sicuramente male e può aiutare in caso di difficoltà a digerire e pesantezza allo stomaco grazie proprio all’anidride carbonica.
Idratarsi è utile anche per contrastare stanchezza e sonnolenza, anche alla guida se non si è abituati a bere caffè; infatti per recuperare l’attenzione durante i lunghi viaggi in auto, meglio tenere a portata di mano dell’acqua fresca e qualche snack leggero magari a base di frutta per evitare ipoglicemie e disidratazione che possono provocare cali di attenzione e concentrazione.
Nella scelta dell’acqua consigliamo di fare attenzione all’etichetta, che fornisce utili informazioni sulle sue caratteristiche, uno dei valori da controllare è il residuo fisso, un valore che esprime la durezza e la quantità di sodio presente nell’acqua.
L’acqua naturale o frizzante con un residuo fisso inferiore a 30 milligrammi per litro (mg/l) è definita “leggera” in quanto molto povera di sodio e sali minerali e pertanto è indicata per stimolare la diuresi.
Le acque oligominerali, cioè quelle che presentano poco sodio e pochi sali minerali hanno un residuo fisso non superiore a 500 mg/l e quindi sono ottime acque da bere ogni giorno, ma se superano tale valore vanno consumate con limitazione a seconda dei sali minerali presenti (calcio, zolfo, ferro, bicarbonato, magnesio, eccetera) e comunque vanno alternate ad acque oligominerali.
Infine, se il residuo fisso dell’acqua supera i 1500 mg/l si parla di acque curative che dovrebbero essere assunte su indicazione medica vista l’elevata presenza di sali minerali.
Per esempio in caso di stanchezza, dal momento che spesso, ma non sempre, può essere dovuta a disidratazione o squilibri idroelettrolitici, cioè di sali minerali come potassio, sodio o magnesio, bere acque ricche di questi sali minerali può essere d’aiuto ma il vero aiuto per evitare di sentirsi stanchi è bere ogni giorno la giusta quantità di acqua oligominerale, è possibile calcolare il nostro fabbisogno giornaliero moltiplicando il nostro peso in kg per 30 ml il risultato indicherà i millilitri di acqua che dovremmo assumere.
Per quanto riguarda la relazione tra assunzione di acqua e perdita di peso, da uno studio pubblicato su Annals of Family Medicine di un team di ricercatori della University of Michigan (Stati Uniti), che hanno analizzato i dati relativi a un campione del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) formato da adulti tra 18 e 64 anni: adulti inadeguatamente idratati, è emerso che avevano un Indice di Massa Corporea (BMI) maggiore e maggiori probabilità di diventare obesi rispetto a chi era ben idratato.
Ricordiamo che sia l’acqua naturale, in bottiglia o di rubinetto, che l’acqua frizzante apportano zero calorie, e non hanno solo un effetto diuretico, ma favoriscono la regolarità intestinale, e proprio grazie all’effetto idratante aiutano a mantenere il peso forma.
Ci sono poi casi particolari in cui l’assunzione di acqua deve essere valutata attentamente con un medico specialista, in particolare per:
♣ Chi soffre di calcolosi renali o renella dovrebbe porre attenzione alla presenza di calcio nell’acqua, visto che tale problematica richiede l’assunzione di almeno 2 litri di acqua, sarebbe meglio scegliere un’acqua oligominerale leggera.
♣ Chi soffre di osteoporosi può contare sul contenuto di calcio dell’acqua per aumentare l’assunzione del prezioso minerale per le ossa; ma in caso di importanti carenze di calcio, è meglio ricorrere alla supplementazione ma solo se consigliata dal medico, evitando così anche eventuali problemi renali dovuti ad acque ricche di calcio.
♣ Se invece il problema è la ritenzione idrica, ovvero si ha accumulo di liquidi a livello sottocutaneo, una delle regole fondamentali per contrastarla è bere molta acqua almeno 1,5 litri al giorno, efficace inoltre una dieta povera di sodio, e ricca di vitamina C che protegge i capillari nonchè l’assunzione di tisane drenanti tra le più efficaci ricordiamo quelle a base di asparago, betulla, ciliegio, equiseto, gramigna, ortica, tarassaco. Sembra un paradosso bere per espellere i liquidi, ma in realtà funziona proprio così, con effetti positivi per la riduzione dei gonfiori a pancia, glutei, gambe.
Attenzione però se la ritenzione è conseguenza di patologie va trattata in maniera specifica con farmaci ad esempio quando si ha una ritenzione idrica dovuta a scompenso cardiaco, è bene limitare l’assunzione di acqua e attenersi scrupolosamente ed esclusivamente alle indicazioni del medico. Stesso discorso per l’ipertensione che non viene mitigata dall’assunzione di acque povere di sodio. Ricordiamo che tuttavia alimentazione ed esercizio fisico, così come l’astensione da fumo e alcolici possono migliorare la circolazione venosa e linfatica.
♣ Discorso a parte invece per il fegato: più che l’acqua è la corretta idratazione del corpo a rendere più facile il lavoro di depurazione del fegato.