Attenzione all’omocisteina

Il primo consiglio è aumentare nella dieta quotidiana l’assunzione di alimenti ricchi di acido folico, soprattutto verdura a foglia “verde”.

Perché si parla tanto di omocisteina?

Tutti conoscono il colesterolo come possibile fattore di rischio per alcune delle malattie in cui frequentemente si incorre in questi tempi, ma pochi sanno che c’è un altro marker altrettanto importante. Il dosaggio dell’omocisteina è importante anche in chi è affetto da ipertensione arteriosa, diabete, colesterolo alto, ipertiroidismo e nota familiarità per le malattie cardiache e vascolari. La terapia a lungo termine con alcuni farmaci, come la pillola anticoncezionale, metotrexate e carbamazepina può indurre l’aumento della concentrazione di questo aminoacido nel sangue.
Valori alti di omocisteina, amminoacido solforato, sono predittivi di un maggior rischio di malattie cardiovascolari come aterosclerosi, infarto miocardico, ictus cerebrale e trombosi.
L’omocisteina è un prodotto del metabolismo, mediante trasformazione enzimatica, dell’amminoacido metionina, che il nostro organismo assorbe direttamente da alcuni alimenti come latte e latticini, uova, carne e anche legumi.
I suoi valori sono influenzati da diversi fattori come:

  • Dieta poco varia e povera di frutta e ortaggi
  • Assunzione di alcuni farmaci
  • Malattie ereditarie
  • Fumo di sigaretta
  • Eccessivo consumo di caffè o altre bevande eccitanti
  • Carenza di folati

La concentrazione dell’omocisteina viene regolata da alcune vie metaboliche che coinvolgono l’acido folico, si tratta di una molecola attiva che il nostro organismo assume con gli alimenti, soprattutto vegetali freschi. Per tutti coloro che presentano valori troppo elevati la prima terapia consiste in una variazione dell’alimentazione e dello stile di vita, previo consiglio medico, in alcuni casi però è bene aggiungere una supplementazione di acido folico e di vitamina B12 che, in associazione favorisce l’efficacia della somministrazione di vitamina B9(acido folico).
Proprio come il colesterolo, gran parte dell’omocisteina che circola nel nostro corpo deriva dal metabolismo dei cibi che assumiamo, in particolare dalle proteine di origine animale.
L’alimentazione, spesso carente di alcune vitamine (soprattutto quelle del gruppo B) e uno stile di vita sedentario magari associato a vizi come fumo, abuso di sostanze come alcool e caffè peggiorano la situazione. Ma anche fattori genetici, l’inquinamento ambientale, farmaci e alcune malattie metaboliche eventualmente presenti possono andare ad incidere sul metabolismo dell’omocisteina.
Il primo consiglio è aumentare nella dieta quotidiana l’assunzione di alimenti ricchi di acido folico, ossia verdura “verde” come l’insalata, i piselli e gli spinaci, frutta secca, soprattutto noccioline e legumi, tra cui fagioli e lenticchie.
Anche la Vitamina B6 e la vitamina B12, entrambe contenute negli alimenti di origine animale, proteggono l’organismo da eccessivi livelli di omocisteina.
L’apporto di queste vitamine deve comunque essere considerato soltanto come uno dei tanti aspetti della dieta, vi indichiamo i cibi più ricchi di queste preziose vitamine:
vitamine-b– Vitamina B6: pesce, pollame, carni magre, banane, prugne secche, avocado, cereali integrali, fagioli secchi
– Vitamina B9 acido folico: verdura a foglia verde (broccoli, piselli, spinaci, lattuga), cereali, noccioline, fagioli, lenticchie, arance
– Vitamine B12: frutti di mare, latte, carni e prodotti caseari

In particolare per prevenire le malattie cardiovascolari è bene:

  • Consumare alimenti ricchi di fibre (almeno 5-6 porzioni al giorno tra frutta e verdura)
  • Consumare  almeno tre -quattro volte alla settimana  il pesce
  • Sostituire alcuni pasti di carne con i legumi(quest’ultimi potranno essere assunti anche 3 volte alla settimana)
  • Limitare il consumo di grassi saturi (burro, insaccati, carni e formaggi grassi, olio di palma)
    preferire i grassi mono e polinsaturi (olio extravergine di oliva, di singolo seme spremuto a freddo, i “grassi buoni” del pesce)

Ulteriori approfondimenti: Omocisteina e malattie cardiovascolari