Auguri di un Sereno Anno
Curiosità sulle tradizioni passate e presenti per il Capodanno, e un po' di storia del Vino piacevole presenza sulle nostre tavole delle feste...

Auguri di un Sereno Anno – In passato gli antichi romani ed i babilonesi festeggiavano l’inizio del nuovo anno in marzo, in primavera, si vedeva rinascere la vita sulla terra, fu Giulio Cesare nel 46 a.C. che introdusse il Calendario Giuliano con il quale si convenne di iniziare il nuovo anno il primo gennaio, giorno in cui si invitavano a pranzo gli amici e si regalava miele, datteri e fichi.
Anche con il Calendario Gregoriano, adottato da Papa Gregorio XIII, l’inizio dell’anno divenne per tutti il primo gennaio.
Qualche curiosità per la sera di San Silvestro, sulla tavola non devono mancare l’uva gialla, simbolo di parsimonia, se ne deve mangiare almeno un chicco, e le melagrane, simbolo di fedeltà coniugale, questa tradizione risale al mito del dio dell’Ade Plutone che fece mangiare a Proserpina questo frutto e la legò a sé per sempre.
Nessuno di noi rinuncerebbe alle lenticchie, e se cucinate con lo zampone o il cotechino vengono mangiate come auspicio di ricchezza, rappresentano i soldi che si guadagneranno durante l’anno.
In Spagna c’è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d’uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio. In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta per far entrare l’anno nuovo. In tutta l’ex Unione Sovietica è usanza scambiarsi ed aprire i regali. Spesso vengono regalati cioccolatini o pupazzetti corrispondenti all’animale simbolo del calendario cinese dell’anno che verrà. In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè ed ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l’arrivo di un nuovo anno (si ritiene infatti che questo sia il numero dei peccati che una persona commette in un anno e che in tal modo ci si purifichi).
Un ‘ultima tradizione molto romantica è quella di baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio.
Quello che non mancherà di certo dalle nostre tavole è lo spumante per il brindisi di mezzanotte e il buon vino che accompagnerà le gustose pietanze del cenone di capodanno, e che con le sue proprietà nutrizionali aiuterà il nostro organismo nella faticosa digestione del cenone. Moderate quantità di vino durante i pasti migliorano l’appetito, aumentano le attività secretive utili alla digestione e aumentano la motilità gastrica e la peristalsi intestinale.
Allora occupiamoci un po’ della storia di questa bevanda che sembra accompagnare la storia culinaria dell’umanità da sempre.
Le origini del vino sono antichissime, la vite è una pianta originaria dell’India e a partire dal terzo millennio a.C., si è diffusa in Asia e in seguito nel bacino del Mediterraneo.
E’ proprio nella regione compresa fra il Tigri e l’Eufrate, dove le prime popolazioni abbandonarono la vita nomade e si dedicarono all’agricoltura, che grazie alla coltivazione dei cereali scoprirono i processi fermentativi da cui discendono il pane, il formaggio e le bevande euforizzanti, così come noi le conosciamo oggi.
Nell’antico Egitto la pratica della vinificazione era talmente consolidata che nel corredo funebre del re Tutankamon (1339 a.C.) erano incluse delle anfore contenenti vino con riportata la zona di provenienza, l’annata e il produttore (delle DOC ante litteram!); qualcuna conteneva del vino invecchiato da parecchi anni. Dall’Egitto la pratica della vinificazione si diffuse presso gli Ebrei, gli Arabi e i Greci. La vite giunta in Sicilia iniziò il suo viaggio verso l’ Europa, diffondendosi prima presso i Sabini e poi presso gli Etruschi i quali divennero abili coltivatori e vinificatori e allargarono la coltivazione dell’uva dalla Campania sino alla pianura Padana. Presso gli antichi Romani la vinificazione assunse notevole importanza solo dopo la conquista della Grecia. L’iniziale distacco si tramutò in grande amore al punto da inserire Bacco nel novero degli Dei e da farsi promotori della diffusione della viticoltura in tutte le province dell’impero.
I romani erano anche a conoscenza delle proprietà battericide del vino tanto che lo portavano nelle campagne per i legionari, Plutarco racconta che Cesare distribuì vino ai suoi soldati per debellare una malattia che stava decimando l’esercito
Con la nascita del Cristianesimo inizia un periodo di declino per il vino accusato di portare ebbrezza e piacere effimero, a ciò si aggiunse la diffusione dell’Islamismo nel Mediterraneo tra l’ottocento e il millequattrocento d.C. con la messa al bando della viticoltura in tutti i territori occupati. Per fortuna furono proprio i monaci di quel periodo, assieme alle comunità ebraiche, a continuare, quasi in maniera clandestina la viticoltura e la pratica della vinificazione per produrre i vini da usare nei riti religiosi.
Nel Rinascimento il vino torna a essere protagonista della cultura occidentale. Nel diciassettesimo secolo si affinò l’arte dei bottai, divennero meno costose le bottiglie e si diffusero i tappi di sughero tutto ciò contribuì alla conservazione e al trasporto del vino favorendone il commercio.
Il diciannovesimo secolo vede affiancarsi alla tradizione contadina il contributo di illustri studiosi che si occupano proprio della qualità del vino.
Il vino diviene oggetto di ricerca scientifica, nel 1866 L. Pasteur nel suo scritto “Etudes sur le vin” afferma “il vino è la più salutare ed igienica di tutte le bevande”, e noi aggiungiamo se consumato con moderazione.Recenti studi medici hanno dimostrato che i turisti dei paesi a più alto rischio di infezioni alimentari che consumavano vino erano meno soggetti ad attacchi di dissenteria rispetto a coloro che consumavano acqua anche se imbottigliata. E questo perché molti batteri in acqua sopravvivono e a volte prolificano mentre nel vino muoiono per via di alcune caratteristiche concomitanti quali l’acidità la presenza di alcol e di tannini.
Studi medici dimostrano che un moderato consumo di vino ha effetti positivi sul sistema cardiovascolare riducendo i rischi di malattie cardiache. La ragione sembra essere la presenza di piccole quantità di sostanze con proprietà ipocolesterolemizzanti che si originano dai tannini contenuti nei vini rossi, nonché di antiossidanti come il resveratrolo.
Buon Anno!!!!!
Dott.Giovanna Perrone
Dott. Barbara Ostan