Bergamotto: per la prevenzione e il trattamento delle malattie metaboliche

Negli ultimi anni i Polifenoli, sostanze fitochimiche presenti nei vegetali, sono stati studiati per il loro effetto benefico sulla salute. È stato dimostrato che i Polifenoli degli agrumi, in particolare la Naringenina e l'Esperitina, sono in grado di migliorare. . . . . . .

Bergamotto di Calabria efficace per la prevenzione e il trattamento delle malattie metaboliche
Il bergamotto: un agrume dal sapore intenso, profumatissimo, prezioso, ben noto per i suoi usi nel settore della cosmesi e dell’aromaterapia. 

Il bergamotto è un agrume del genere Citrus: il suo nome deriva dal termine turco beg armudi, che vuole dire “pero del Signore”. La pianta che lo produce, Citrus bergamia, è un albero sempreverde alto tra i tre e i quattro metri: ha fiori bianchi dall’aroma forte, foglie lucide e carnose. Il frutto del bergamotto, dalla forma rotonda leggermente schiacciata, ha un bel colore giallo intenso ed è coltivato prevalentemente nelle zone costiere. 
La sua origine è incerta: probabilmente è frutto di una mutazione genetica di specie di agrumi come il limone o l’arancia amara. Anche sulla sua provenienza non ci sono informazioni sicure  la prima piantagione intensiva comunque fu avviata dal proprietario terriero Nicola Parisi nel 1750, lungo la costa reggina,  nella parte nord del comune di Reggio Calabria.

Dove si coltiva il bergamotto
La vera patria moderna di questo agrume è la Calabria: qui ha trovato le condizioni ideali per prosperare. La sua zona di produzione, infatti, è limitata alla zona ionica costiera nella provincia di Reggio: una zona pianeggiante e riparata dal forte vento dello stretto di Messina, grazie alle colline circostanti, che si estende per circa 150 chilometri, a circa 2 chilometri dal mare. Una delle zone più importanti di coltivazione è quella di Melito di Porto Salvo: queste terre, ogni anno, nel periodo tra novembre e gennaio, danno il maggior contributo alla produzione in termini di quantità.  La produzione di bergamotto nella provincia di Reggio copre fra il 70 e l’80% della produzione mondiale: qui l’agrume è coperto dalla Denominazione di Origine Controllata.      Esso  viene coltivato in tre cultivar:

  • femminello, che dà frutti più piccoli e lisci ed è il più produttivo;
  • castagnaro, che invece produce frutti più grossi e rugosi;
  • fantastico, simile al femminello, ma con frutti piriformi. 

Le proprietà nutrizionali
In 100 grammi di bergamotto si trovano 10,7 g di carboidrati, 1,4 g di fibre, 0,65 g di proteine, 0,25 g di grassi e 42 calorie.
In particolare contiene:

  • vitamina C, che aiuta il sistema immunitario e agisce come antiossidante
  • vitamina A, ideale per la buona salute di pelle, occhi e capelli
  • sali minerali importanti, in particolare il potassio (133 mg), ma anche sodio, calcio e ferro
  • numerosi antiossidanti, fra cui i flavonoidi, che aiutano a prevenire diversi tipi di malattie.

Vediamo ora le proprietà benefiche del bergamotto 

Aiuta a prevenire le malattie cardiovascolari. Grazie ai tanti polifenoli che contiene, ma anche alla vitamina C, il bergamotto svolge un’azione antiossidante e di tutela del cuore. A dimostrarlo, è una ricerca italiana di qualche anno fa, a cura dell’Università di Roma Tor Vergata. Inoltre, il bergamotto combatte l’invecchiamento precoce e l’azione dei radicali liberi, sempre grazie agli antiossidanti.
Previene il colesterolo. Anche i flavonoidi che questo agrume contiene contribuiscono a mantenerti in salute: ad esempio contrastando il colesterolo “cattivo” (LDL) e i trigliceridi nel sangue, alzando invece i livelli di colesterolo “buono” (HDL). In particolare, questo sarebbe dovuto a un antiossidante chiamato Naringenina.
Aiuta ad abbassare la glicemia. È sempre la Naringenina che aumenta l’assimilazione di glucosio nei muscoli e nel fegato che contribuisce, di conseguenza, a ridurre i livelli di glucosio nel sangue e a migliorare l’attività dell’insulina. Quest’azione rende il bergamotto un frutto molto prezioso per chi soffre di glicemia alta e diabete.
Contro l’anemia. Grazie all’elevato contenuto di vitamine del gruppo B e di vitamina C, il succo di bergamotto migliora l’assorbimento del ferro ed è utile nel supporto alle terapie per le anemie. Sempre grazie alla vitamina C, aiuta a rinforzare il sistema immunitario, allontanando le malattie di stagione.
Rinforza le ossa e contribuisce a mantenerle sane. Sono ancora le vitamine a esercitare una valida azione riparatoria nei disturbi ossei provocati, ad esempio da carenze di calcio, ma anche nei disturbi dei denti.
Controindicazioni
In generale, il bergamotto e il suo succo possono essere consumati da chiunque, ad eccezione di chi è intollerante a singole componenti. In alcuni casi specifici, però, è bene chiedere comunque prima un parere al medico curante. Questo è importante per: coloro che soffrono di pressione alta o patologie cardiache; chi sta seguendo una qualsiasi cura farmacologica; chi soffre ddi bradicardia, asma bronchiale e glaucoma, inoltre, per chi soffre di gastrite e reflusso, è meglio evitare di bere il succo 

Lo studio in corso nel dettaglio
Negli ultimi anni i Polifenoli, sostanze fitochimiche presenti nei vegetali, sono stati studiati per il loro effetto benefico sulla salute. È stato dimostrato che i Polifenoli degli agrumi, in particolare la Naringenina e l’Esperitina, sono in grado di migliorare, in modelli animali affetti da malattie metaboliche indotte dalla dieta, la dislipidemia e il diabete. Tra gli agrumi, il Bergamotto (Citrus Bergamia Rissu) possiede il più alto contenuto di questi flavonoidi e glicosidi (Neoerocitrina, Neoesperidina, Naringina, Melitidina, Brutieridina, Rutina, Neodesmina, Rhoifolina e Poncirina).
Studi clinici condotti sull’uomo hanno dimostrato, in pazienti con Sindrome Metabolica (SM) trattati con polifenoli estratti dal Bergamotto (Bergamot Polyphenolic Fraction, BPF), una riduzione della colesterolemia e della glicemia; inoltre è stata dimostrata la riduzione dei livelli dei trigliceridi sia in questi pazienti che in quelli affetti da Dislipidemia semplice, dimostrando le ottime proprietà antiossidanti e antinfiammatorie di questo agrume. Questi interessanti risultati hanno dato spunto ad uno studio condotto, inizialmente su ratti, affetti da Steatosi Epatica non Alcolica (NAFLD), che è una condizione clinica caratterizzata da un aumento dei trigliceridi plasmatici. In questo studio i ratti sono stati alimentati con una dieta “cafeteria” (CAF), ricca in zuccheri, per ricreare una condizione di SM e NAFLD tipica della popolazione, integrandola con BPF (50 mg/kg/die per 3 mesi). Il trattamento con BFP ha dimostrato una forte riduzione dei trigliceridi ematici con effetti moderati sulla glicemia e sull’obesità; l’esame ecografico e l’analisi istologica delle sezioni epatiche dei ratti, ha dimostrato una riduzione significativa della NAFLD con una riduzione significativa del contenuto lipidico totale intraepatico (-41,3% ± 12% S.E.M.). Questo studio suggerisce che il fegato e il suo metabolismo lipidico sono i principali bersagli dei flavonoidi del Bergamotto. Un’altra ricerca in vivo, ha dimostrato come il BPF può previene la NAFLD e ridurre i marcatori di flogosi. Attualmente è in corso presso la UOC di Nutrizione Clinica dell’Università degli Studi di Catanzaro, diretta dal Prof A. Pujia, il primo studio clinico sugli effetti della supplementazione del BPF su pazienti affetti da NAFLD. Considerando che la NAFLD è storicamente considerata l’epifenomeno epatico della SM attribuibile al rilascio degli acidi grassi dal tessuto adiposo nel flusso sanguigno e loro deposizione negli epatociti, la supplementazione con BPF potrebbe dimostrarsi una strategia “naturale” efficace, in associazione al cambiamento dello stile di vita, per prevenire e/o curare la NAFLD e le malattie metaboliche.