Binge eating disorder
Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED).Caratteristica principale di questa patologia sono le grandi abbuffate, associate ad un senso di perdita di controllo sull’atto del mangiare

Binge eating disorder
Cenni storici sulle anomalie del comportamento alimentare
Le culture umane nel corso dei secoli hanno valorizzato varie tipologie corporee a seconda del contesto storico e culturale imperante. Ricordiamo che l’aspetto corporeo, la sagoma corporea costituita dalla pelle è un sistema organico di notevole rilevanza psicologica, poiché si costituisce come il meccanismo di separazione tra l’ambiente organico interno relativamente stabile e l’ambiente organico esterno relativamente instabile ed è l’unico sistema dell’organismo completamente accessibile all’osservazione esterna. Non sorprende, quindi, come la mole corporea sia stata spesso considerata lo specchio dell’anima. Indissolubilmente legato con l’aspetto fisico, il momento dell’alimentazione ha assunto per l’uomo significati che sono andati ben oltre la mera funzione nutritiva. Un comportamento che ha suscitato curiosità in ogni epoca è l’astinenza volontaria dal cibo, il digiuno è sempre stato visto come dimostrazione di grande forza d’animo e coraggio, utilizzato per scopi politici, religiosi e autocelebrativi.
Ad Atene, città dedita alla filosofia il cittadino medio è raffigurato come rotondo e panciuto mentre camminava gustando prelibatezze locali o mentre discute con altri cittadini di questioni filosofiche e politiche sui gradini dell’Università. Ben diverso è invece l’aspetto che ha simboleggiato per secoli la vicina Sparta, la cui cultura era imperniata sui valori del vigore fisico e della potenza militare e la corporeità celebrata era atletica, muscolosa, fornita di larghe spalle, snella pronta alla battaglia. Durante l’apice dell’Impero Romano c’era una stridente differenza tra la popolazione che aveva cibo insufficiente e quella che ne aveva in surplus. E’ interessante accennare ai banchetti della nobiltà romana, che con il passare degli anni e l’ingrandirsi dell’impero, diventavano sempre più sfarzosi e con dozzine di pietanze sempre più esotiche e particolari. La pratica alimentare perdeva il suo fine nutrivo sostituito in toto da quello voluttuoso, uomini patrizi in buona salute praticavano pattern di iperalimentazione fino alla saturazione seguiti da vomito per poi una volta vuotato lo stomaco potersi di nuovo lasciare andare ad altre ingordigie alimentari. Queste pratiche alimentari pur bizzarre non possono tuttavia essere definite bulimiche, perché il vomito non era provocato al fine di non ingrassare ma per poter gustare ancora altre pietanze con lo stomaco libero. Tuttavia anche tra gli antichi romani la dieta era una pratica adottata sia per ragioni estetiche che salutari, serviva per purificare il loro corpo dalla tossicità di certi alimenti e per portarlo ad una “restituito ad integrum”. Tra gli scritti di Ippocrate figura anche un trattato sulla dietetica, consigliata sia per scopi preventivi che terapeutici e secondo Plinio il Vecchio alcuni medici prescrivevano ai malati diete cosi rigide da farli quasi morire di fame, mentre altri tendevano a rimpinzare di cibo i loro pazienti. Vi era poi chi digiunava per motivi spirituali; alcuni studiosi odierni dei disturbi alimentari sono propensi a interpretare retrospettivamente molti casi di “sante ascetiche” o di “padri del deserto” come antesignani delle moderne forme di anoressia restrittiva, nei secoli del Medioevo e del Rinascimento, se da una parte ci arrivano documenti di asceti digiunatori, dall’altra abbiamo molte descrizioni di come l’aspetto grasso e rubicondo fosse apprezzato e sinonimo di imponenza e ricchezza. Ovviamente questi pattern comportamentali che sono stati descritti non possono essere etichettati come disturbi del comportamento alimentare, ma si può notare come anche in epoche passate, per ragioni politiche o religiose, siano stati presenti anomalie nel comportamento alimentare.
Binge eating disorder
Oggi tra i disturbi del Comportamento Alimentare classificati dal DSM-IV (1994) ha acquisito maggiore attenzione da parte degli studiosi un ulteriore disturbo: il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED).
Oggi tra i disturbi del Comportamento Alimentare classificati dal DSM-IV (1994) ha acquisito maggiore attenzione da parte degli studiosi un ulteriore disturbo: il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder (BED).
Caratteristica principale di questa patologia sono le grandi abbuffate, associate ad un senso di perdita di controllo sull’atto del mangiare. Il soggetto si alimenta in modo veloce e vorace fino a quando non percepisce una sensazione di completa sazietà. Gli elementi che indicano la perdita di controllo comprendono: il mangiare molto rapidamente grandi quantità di cibo anche se non si è affamati fino a sentirsi spiacevolmente pieni, oppure mangiare da soli a causa dell’imbarazzo dovuto all’enorme quantità di cibo ingerito, o provare disgusto o senso di colpa o depressione dopo aver abusato con gli alimenti.
All’interno del vasto quadro dei cosiddetti “mangiatori compulsivi” esistono anche delle sottocategorie.
I criteri diagnostici per il Binge Eating Disorder sono (DSM-IV):
Episodi ricorrenti di abbuffate compulsive.
Gli episodi di abbuffate compulsive sono associate ad almeno tre dei seguenti caratteri:
- Mangiare molto più rapidamente del normale
- Mangiare fino ad avere una sensazione dolorosa di molto pieno
- Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo fame
- Mangiare in solitudine a causa dell’imbarazzo per la quantità di cibo ingerita
- Provare disgusto di sé, depressione o sentimenti di intensa colpa dopo aver mangiato troppo
Le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio
Le abbuffate compulsive avvengono, in media, almeno due giorni la settimana, per almeno sei mesi
Le abbuffate non sono associate ad un regolare uso di comportamenti compensatori inappropriati
Le persone che soffrono di Binge Eating Disorder si può affermare abbiano una dipendenza psicologica dal cibo, utilizzano il cibo come modo per far fronte a un disagio emozionale o per controllare lo stress, che non hanno mai imparato a gestire correttamente.
Rispetto alle persone non affette da un disturbo alimentare, coloro che soffrono di Binge Eating Disorder presentano maggiori problemi di salute, stress, insonnia, pensieri suicidi, depressione e anche abuso di sostanze stupefacenti. Il disturbo interferisce anche con lo sviluppo delle relazioni sociali e con l’andamento lavorativo. Ma l’effetto più evidente è l’aumento di peso. Questo a sua volta può provocare numerose complicanze di tipo clinico: diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, malattia cardiovascolari, alcuni tipi di neoplasie, artrosi, dolori muscolari e problemi gastrointestinali. I soggetti con BED sembravano meno preoccupati per le loro condotte alimentari e per il loro peso corporeo, si sentono meno in colpa per il loro sovrappeso, hanno un parere migliore su se stessi, sono più capaci di percepire i propri stati d’animo.
Obesità con o senza Binge Eating Disorder
Se si effettua un confronto tra soggetti obesi senza BED e soggetti obesi con BED si riscontra che quest’ultimi hanno minore autostima e presentano una maggiore presenza di sintomi depressivi ed anche disturbi affettivi e di personalità. Si riscontra, inoltre, una marcata polarizzazione del pensiero riguardo la necessità di perdere peso ed una continua lotta con lo scopo di migliorare le proprie capacità di controllo sull’alimentazione. I soggetti obesi con Binge Eating Disorder assumono un maggior apporto calorico rispetto ai soggetti obesi senza BED. Essi consumano più dolci e snack (più grassi meno proteine) e comunque in entrambi i soggetti sembra che l’assunzione di cibo aumenti di pari passo con l’aumento del grado di obesità.
Concludendo . . . . . . .
Il Binge Eating Disorder rappresenta una realtà clinica particolarmente complessa ed eterogenea. Soggetti con questa problematica combattono non soltanto con l’effettivo sovrappeso o il rischio di obesità quanto piuttosto con un modello alimentare disorganizzato e con difficoltà nei domini del controllo e dell’immagine corporea che limitano il funzionamento personale e sociale.
Per i binge eaters si viene in tal modo a delineare un quadro che si discosta sia da quello puramente bulimico sia da quello tipico dell’obesità e che sembra meritarsi l’appellativo di sindrome distintiva. In particolare il BED sembra occupare una posizione intermedia tra la Bulimia Nervosa e l’obesità. Generalmente si attribuisce alle persone che soffrono di BED una scarsa capacità di gestire il proprio comportamento alimentare, tuttavia è proprio attraverso questa non regolazione che riescono a fronteggiare gli affetti negativi. Il binge eating diventa una strategia, seppure disfunzionale, per modulare il versante emotivo tramite la perdita della capacità di autoregolarsi sul versante comportamentale. Il rapporto col cibo perde la sua funzione di sostentamento, per divenire metafora del rapporto con se stessi e con gli altri e il corpo diventa testimone “visibile” del fallimento dei significati e delle regole che fondano la convivenza. I soggetti mangiano per sentirsi meglio, ma subito dopo provano una sensazione di imbarazzo, vergogna e ripugnanza sentendosi peggio, per poi ritornare di nuovo al cibo come sollievo.
Questi soggetti mangiano per nutrire i loro sentimenti piuttosto che i loro corpi, diventando “schiavi di un vero e proprio circolo vizioso” .
Se si effettua un confronto tra soggetti obesi senza BED e soggetti obesi con BED si riscontra che quest’ultimi hanno minore autostima e presentano una maggiore presenza di sintomi depressivi ed anche disturbi affettivi e di personalità. Si riscontra, inoltre, una marcata polarizzazione del pensiero riguardo la necessità di perdere peso ed una continua lotta con lo scopo di migliorare le proprie capacità di controllo sull’alimentazione. I soggetti obesi con Binge Eating Disorder assumono un maggior apporto calorico rispetto ai soggetti obesi senza BED. Essi consumano più dolci e snack (più grassi meno proteine) e comunque in entrambi i soggetti sembra che l’assunzione di cibo aumenti di pari passo con l’aumento del grado di obesità.
Concludendo . . . . . . .
Il Binge Eating Disorder rappresenta una realtà clinica particolarmente complessa ed eterogenea. Soggetti con questa problematica combattono non soltanto con l’effettivo sovrappeso o il rischio di obesità quanto piuttosto con un modello alimentare disorganizzato e con difficoltà nei domini del controllo e dell’immagine corporea che limitano il funzionamento personale e sociale.
Per i binge eaters si viene in tal modo a delineare un quadro che si discosta sia da quello puramente bulimico sia da quello tipico dell’obesità e che sembra meritarsi l’appellativo di sindrome distintiva. In particolare il BED sembra occupare una posizione intermedia tra la Bulimia Nervosa e l’obesità. Generalmente si attribuisce alle persone che soffrono di BED una scarsa capacità di gestire il proprio comportamento alimentare, tuttavia è proprio attraverso questa non regolazione che riescono a fronteggiare gli affetti negativi. Il binge eating diventa una strategia, seppure disfunzionale, per modulare il versante emotivo tramite la perdita della capacità di autoregolarsi sul versante comportamentale. Il rapporto col cibo perde la sua funzione di sostentamento, per divenire metafora del rapporto con se stessi e con gli altri e il corpo diventa testimone “visibile” del fallimento dei significati e delle regole che fondano la convivenza. I soggetti mangiano per sentirsi meglio, ma subito dopo provano una sensazione di imbarazzo, vergogna e ripugnanza sentendosi peggio, per poi ritornare di nuovo al cibo come sollievo.
Questi soggetti mangiano per nutrire i loro sentimenti piuttosto che i loro corpi, diventando “schiavi di un vero e proprio circolo vizioso” .
A cura della Dott. Valeria Iannello
Psicologia delle Relazioni Educative