Caffè, alle giuste quantità . . . solo virtù!

Da pochi anni si conoscono i componenti del caffè e quali sono i principi attivi, vediamo i pregi e le virtù.

Caffè, alle giuste quantità . . . solo virtù!  –  Di caffè ne abbiamo già parlato e abbiamo illustrato alcuni studi, ma continuiamo a parlarne . . .
Sono conosciute due specie di caffè,  Arabica (contiene meno caffeina) e Robusta (contiene meno sostanze grasse).

Da cosa è composto il caffè? Al suo interno si possono trovare circa 900 sostanze diverse . .
Caffeina ovvero 1,3,7 – trimetilxantina, sostanza dal sapore amaro che appartiene alla famiglia degli alcaloidi purinici come la teofillina del tè e la teobromina del cacao. Viene assorbita a livello gastrointestinale e dopo 15-30 minuti raggiunge la massima concentrazione a livello ematico, poi diminuisce gradualmente in poche ore.
Minerali ad es. calcio, magnesio, fosfato.                

PRINCIPALI COSTITUENTI CHIMICI DEL CAFFE’ TOSTATO  (100/g)

Caffeina

1 – 2 g

Acqua

4,1 g

Minerali

2,4 g

Proteine

10,4 g

Grassi

15,4 g

Carboidrati

28,5 g

Energia

287 kcal

Si è calcolato che una tazza di caffè italiano contiene dai 40 agli 80 mg di caffeina. Questo è un dato importante da evidenziare in quanto parlare di caffè e di caffeina non significa indicare la stessa cosa.  Ed inoltre ricordiamoci che a differenza di quanto la maggior parte delle persone pensano il caffè espresso del bar contiene MENO, quasi la metà di caffeina del “tazzone” di caffè lungo all’americana. 

CONTENUTO MEDIO DI CAFFEINA
Tratta da: CoSIC(Coffee Science Information Centre) 

Moka (tazzina da 50 ml)

80 mg

Espresso (tazzina da 30 ml)

40 mg

Filtrato alla Americana (tazza da 150 ml)

115 mg

Caffè istantaneo (tazza da 150 ml)

65 mg

Decaffeinato (tazza da 150 ml)

3 mg

Tè classico (tazza da 150 ml)

40 mg

Tè freddo (240 ml) 

45 mg

Bibite tipo Coca (lattina da 330ml)

46 mg

Cioccolata (tazz da 150ml)

2-20 mg

Bevande latte e cioccolato (240ml) 

5 mg

Cioccolato al latte (30 g) 

6 mg

Cioccolato fondente semi-dolce (30 g) 

20 mg

Torta al cioccolato (30 g) 

26 mg

 Numerosi studi hanno ormai evidenziato come il caffè non è più imputato di essere la causa di patologie cardiovascolari, neoplasie, osteoporosi, ipercolesterolemia.
Si è iniziato ad evidenziare come 1 tazzina di caffè assunta al mattino favorisca la formazione di urina e di conseguenza l’eliminazione di sostanze tossiche. Se assunta dopo pranzo facilita la digestione, nel pomeriggio contrasta la fase discendente del ritmo sonno/veglia e dopo cena attiva centri nervosi favorendo l’associazione di idee e la fantasia.

Quali sono gli effetti benefici del caffè su organi e patologie ?

Colesterolo:
molti studi in passato evidenziavano come l’assunzione del caffè aumentasse le LDL. In realtà ricerche condotte in Europa ed in USA hanno evidenziato che non è la caffeina ed il caffè a far aumentare il colesterolo, ma è il metodo di preparazione della bevanda; nel caffè bollito sono presenti 1-2 grammi di grassi (cafeolo e cafestolo), rispetto a quello filtrato che ne è privo. Quindi il caffè alla “turca” e il caffè bollito contengono una quantità maggiore della parte grassa rispetto al caffè solubile, a quello fatto con la moka o l’espresso da bar; al contrario possiamo affermare che il caffè aumenta le HDL (colesterolo “buono”) che ha invece un’azione positiva sui vasi sanguigni così da ridurre il rischio di malattie cardiovascolari.

 Cuore e ipertensione arteriosa: numerosi studi hanno evidenziato come l’assunzione fino a 300-500 mg di caffeina, ovvero 5-7 espressi del bar non sono causa della comparsa di aritmie o di IMA (infarto del miocardio), ma rappresenta un buon cardiotonico; i casi in cui questa evenienza si presenta riguardano solo i soggetti sensibili alla caffeina.
Nei soggetti sani il caffè, fino ad un massimo di 4 tazzine no provoca ipertensione arteriosa, ne sconsiglieremo l’utilizzo eccessivo nei soggetti già ipertesi.
Osteoporosi: si è osservato che il caffè non influisce negativamente sul picco di massa ossea e quindi non favorisce l’insorgenza di osteoporosi.
Neoplasie: uno studio condotto già nel 1994 su 43.00 soggetti bevitori di caffè sancisce come non esiste evidenza di una correlazione tra assunzione di caffè e comparsa di neoplasie. 
Neoplasia mammaria: nel 1993 l’International Agency for Research on Cancer (IARC) e lo studio di Folsom e coll. condotto su 34.000 donne fra i 55 e i 69 anni e pubblicato  sul n. 138 dell’America Journal of Epidemiology ha fugato ogni dubbio. I ricercatori hanno provato che non solo il caffè ma neppure gli alimenti o bevande che contengono caffeina sono un fattore di rischio per il cancro al seno  (“Coffee, tea, and caffeine consumption and breast cancer incidence in a cohort of Swedish women” Ann Epidemiol. 2002 Jan; 12(1): 21-6.).
Neoplasia al pancreas: l’utilizzo di caffè non risulta dannoso, ma anzi protettivo nei confronti di questa patologia.
Neoplasia ovaie, utero, prostata e vescica: si è evidenziato che non vi è correlazione tra l’assunzione di caffè e la comparsa di queste neoplasie.
“Il caffè è alleato delle donne, questo afferma Carlo La Vecchia, (capo del Dipartimento di epidemiologia dell’Istituto M. Negri), con i suoi effetti positivi nei confronti del tumore dell’endometrio”. Uno studio condotto su 450 casi e altre 900 controlli degli Istituti dei tumori di Aviano, di Napoli e del M. Negri, ha evidenziato un ridotto rischio (fino al 50%) nelle donne bevitrici di più di 4 tazze di caffè/die.
Neoplasie del colon:
in questo caso il caffè “sembra” avere un effetto protettivo; sembra esserci una riduzione del rischio di cancro al colon nei soggetti che bevono 4 tazze di caffè al giorno.

I medici dell’istituto M. Negri in collaborazione con l’Istituto nazionale per la ricerca  sull’alimentazione e nutrizione (INRAN), hanno stilato un libretto informativo “caffè e tumori”. Dagli studi e dalle revisioni scientifiche si evidenzia che il caffè “sembra” avere un effetto protettivo sul rischio di alcuni tumori dell’apparato digerente, come il tumore del colon e del fegato. Da uno studio italiano, di 2166 casi di tumori del colon, si evidenzia infatti che il consumo di caffè si associa a un ridotto rischio di cancro.
 Apparato digerente e fegato: l’effetto maggiore del caffè e quindi della caffeina su questo apparato è la stimolazione della secrezione acida dello stomaco (fatto positivo in termini di funzione digestiva). Nelle persone che presentano gastriti o ulcera peptica, da eccessiva secrezione gastrica dovrebbero solo limitare l’assunzione di caffè. Ricordiamo che l’assunzione di caffeina NON peggiora i sintomi dell’ulcera peptica, si può quindi affermare che non vi è correlazione tra assunzione di caffè e la comparsa di patologie gastrointestinali. Inoltre il caffè, stimola la produzione di saliva, della bile e la motilità intestinale. Una tazzina di caffè subito dopo i pasti attiva e favorisce i processi digestivi. 
Nel fegato la caffeina ha un effetto fantasticamente epatoprotettore. 
Secondo gli autori dello studio “Coffee, Caffeine and the risk of liver chirrosis” condotto dal Prof. G. Corrao del Dipartimento di statistica dell’Università degli Studi di Milano- Bicocca, l’attività della caffeina, contrasta l’attività negativa dell’alcool confermando una relazione inversa tra il consumo abituale di caffè e il rischio di cirrosi epatica.
L’utilizzo del caffè è inversamente associato al rischio di cirrosi epatica; inoltre contiene il kahweolo e il cafestolo, che presentano un’azione protettiva sul fegato stesso. Quantità consigliata = 3 tazzine/die.

Gravidanza: studi effettuati già nel 1991, confermano come l’utilizzo del caffè (max 3 caffè) non crea problemi al “bimbo” ne in gestazione (nello sviluppo del feto) ne durante l’allattamento. Non esiste correlazione tra assunzione del caffè e difficoltà nel concepimento o eventuale sterilità.
Nutrizione: una tazzina di caffè apporta SOLO 2 Kcal. Alcuni studi, ipotizzano di un possibile miglioramento ci circa il 10%, del metabolismo.
Invecchiamento: l’evidente maggiore sensibilità alla caffeina negli anziani ha evidenziato come l’uso del caffè risulta un utile aiuto per aumentare la performance psicologica . Il dato, viene confermato da Swift e Tiplady nello studio “Psychomotor performance: investigating the dose-resonse relationship for caffeine and theophylline in elderly volunteers” pubblicato su European Journal Clinical Pharmacology, nel 1998, tale studio evidenzia negli anziani un miglioramento dell’attenzione e della capacità di concentrazione. La caffeina aumenta la capacità con la quale si apprendono le informazioni; inoltre le 900 sostanze chimiche  (soprattutto caffeina) che si sprigionano dall’aroma del caffè (si intende nel caffè caldo appena preparato) hanno un potere anti-ossidante. 
Una ricerca dell’Università della Florida, pubblicata da Journal of Alzheimer, dimostra come l’assunzione fino a 5 tazzine al giorno, contrasterebbe i problemi di memoria legati all’Alzheimer (www.univadis.it)

Dose letale di caffeina = 10 g assunti in circa 30 minuti, ma non preoccupatevi! Corrispondono a circa 120 espressi.

 
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