Celiachia: le novità

Celiachia: vediamo le novità
Il numero di casi di celiachia in Italia è cresciuto,  del 15,8% in due anni e raddoppiato in 7 anni.
Gli italiani intolleranti al glutine continuano rapidamente ad aumentare e ormai si tratta di un cospicuo numero di persone attente alla lettura delle etichette alimentari e  alla ricerca di pietanze ‘non contaminate’.  Le diagnosi superano quota 170.000 ma secondo stime ad esserne malati sarebbero almeno 600.000 italiani, quindi la maggior parte di loro, 430.000, ancora non sa di esserlo.
I numeri

E’ la fotografia scattata dall’ultima relazione annuale sulla celiachia consegnata dal Ministero della Salute al Parlamento, da cui emerge che la metà dei censiti vive al Nord. Da non confondere con allergia o con sensibilità al glutine, la celiachia è una malattia autoimmune che si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti in seguito all’assunzione del glutine.
La celiachia colpisce più le donne (121.964) che gli uomini (50.233) con un rapporto di due a uno, dolori intestinali, scarso accrescimento, vomito, diarrea, stanchezza cronica, problemi ossei, alopecia, orticaria ricorrente, disturbi della fertilita’, sono i più frequenti sintomi di questa malattia.
“Grazie anche a nuove modalità di acquisizione dei dati – riporta il ministero – dal 2012 si registra un netto e costante incremento del numero di casi di celiachia in tutte le realtà regionali e provinciali”.
A fine 2014 se ne contano infatti 172.197, 8.000 in più rispetto al 2013 (quando i censiti erano oltre 164.000) e 23.500 in più del 2012 (quando erano 149.000). In 7 anni il numero è più che raddoppiato, nel 2007 erano appena 64.398. Grazie a maggior consapevolezza del problema e maggior capacità di diagnosi, ben la metà dei casi è concentrato al Nord (48%), mentre il 22% al Centro, il 19% al Sud e l’11% nelle Isole. Le Regioni che ne ospitano di più sono la Lombardia con il 17,7% (30.541 celiaci), seguita dal Lazio con il 10% (17.355) e la Campania con il 9% (15.509).
Anche a causa di una tecnica di diagnosi particolarmente invasiva, il 90% dei celiaci censiti sono adulti, ma i bambini rappresentano la categoria più a rischio perché meno in grado di selezionare gli alimenti.
Il periodo più delicato è invece l’adolescenza, fase in cui “più della metà dei ragazzi abbandona la dieta senza glutine”.
La celiachia, sottolinea la relazione del ministero, è “una malattia sociale che investe la famiglia, la scuola, le strutture sanitarie e il mondo del lavoro”, che devono essere in grado di offrire, a chi lo necessita, alimenti ‘sicuri’, ovvero gluten free, ad oggi unica vera terapia.

Approfondimento: Celiachia diagnosi    Celiachia e intolleranze 

E’ bene osservare però che una grossa fetta di popolazione accusa spesso sintomi gastrointestinali simili alla celiachia come nausea, dispepsia, gonfiore addominale, o anche obesità, astenia, disturbi ormonali, emicrania, depressione, ridotta lucidità mentale a causa di un eccesso di glutine “pesante” nella dieta, uso di grani iperconcimati diversi dai grani gentili più tollerati con quantità di glutine superiore del 12% rispetto al normale.   
Spesso la diversità tra le due condizioni  segnala il fatto che mentre la celiachia è legata allo sviluppo di autoimmunità collegata alla immunità adattativa, nella gluten sensitivity si realizza l’attivazione della immunità innata in particolare con l’attivazione dei Toll Like Receptors di tipo 2, quelli deputati a sviluppare una risposta infiammatoria immediata e che giustificano l’infiammazione a bassa intensità sempre presente in queste condizioni. 

Approfondimento: Gluten sensitivity Parte prima Parte seconda

Per concludere tenendo conto dei dati scientifici oggi disponibili e della realtà clinica che valutiamo normalmente, distinguiamo due diverse situazioni:

  • la celiachia importante e ben riconoscibile che va trattata con l’eliminazione del glutine per tutta la vita
  • la gluten sensitivity (o intolleranza al glutine), che pur presentandosi con gli stessi sintomi non è celiachia e si può affrontare come altre reattività alimentari, guidando l’organismo al recupero della tolleranza

Il nostro percorso terapeutico prevede:

  • Colloquio informativo generale e consenso informato
  • Anamnesi patologica e alimentare
  • Visita medica con misurazione dei parametri antropometrici (peso, altezza, Body Mass Index, % Body fat, circonferenza vita) analisi degli esami effettuati in precedenza e valutazione della necessità di effettuare ulteriori accertamenti diagnostici
  • Esecuzione Test DRIAF.I.T. Test (IgG)   per valutare eventuali ipersensibilità alimentari
  • Formulazione di un programma nutrizionale-dietologico, per mettere a punto un piano di rieducazione alimentare che tenga conto delle ipersensibilità alimentari riscontrate al test e spiegazione dettagliata del tipo di dieta da seguire. Tale programma è orientato al recupero della tolleranza e all’acquisizione di corrette abitudini alimentari che mantengano nel tempo i risultati ottenuti
  • Controlli medici e nutrizionali successivi, da decidere in relazione alla condizione clinica in cui valutare attentamente le variazioni dei dati di laboratorio (come AGA, AGG, anti-trasglutaminasi, anti-endomisio, sideremia, ferritina, vitamina B12, folati, vitamina D3 …)
  • Consegna di un resoconto scritto dell’esame svolto, delle schede relative alle intolleranze alimentari riscontrate, e dell’elaborato del programma nutrizionale

Nel caso sia già stata esclusa la celiachia da precedenti esami clinici e si volesse diagnosticare una possibile Gluten Sensitivity è possibile eseguire presso il nostro studio il “Gluten Sensitivity Test” che determina la presenza di marcatori di sensibilità al glutine, nello specifico:
IgA totali

IgA o IgG Anti-Transglutaminasi per escludere la possibile diagnosi di celiachia
IgA e IgG Anti-Gliadina per confermare la possibile sensibilità al glutine.