Cellulite: come la curo?

La “ P.E.F.S. Pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica”, nome scientifico della cellulite, colpisce circa l’80% delle donne è scritta nel corredo genetico femminile e per alcune a caratteri cubitali.   Ma cos’è esattamente?

Cellulite:  P.E.F.S. (panniculopatia edemato fibro sclerotica) come la curo?

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La “ P.E.F.S. Pannicolopatia edemato-fibro-sclerotica”, nome scientifico della cellulite, colpisce circa l’80% delle donne è scritta nel corredo genetico femminile e per alcune a caratteri cubitali.  
Ma cos’è esattamente? E’ un danno del microcircolo veno-linfatico, o meglio un disordine “microvasculo-tissutale”. Questo fenomeno non colpisce solo le donne in sovrappeso ma anche quelle magre, ciò dipende dal fatto che l’alimentazione odierna è veramente inquinata sotto numerosi aspetti, che condizionano sia la circolazione locale che il microcircolo in generale.

Come “curare” la cellulite

Prima di vedere i possibili trattamenti cerchiamo di ricordare che:

  • non esiste una sola causa della PEFS e quindi ogni PEFS avrà il suo giusto trattamento;
  • la PEFS non è adipe, non è grasso che posso asportare in un attimo;
  • la PEFS ha un insieme di cause e di concause e tutte devono essere valutate;
  • non si può cercare una terapia per la PEFS ed abbuffarsi tutto il giorno;
  • non si può cercare una terapia per la PEFS e non seguire una corretta e sana alimentazione;
  • non si può cercare una terapia per la PEFS e rimanere sdraiati o seduti tutto il giorno;
  • non si può cercare una terapia per la PEFS e non bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno;
  • non si può cercare una terapia per la PEFS e fumare;
  • affidatevi sempre ad un medico che sappia consigliarvi nel migliore dei modi;
  • non fatevi tentare da trattamenti miracolosi che vi “garantiscono” la “scomparsa” della PEFS in tot. sedute;
  • attenzione alle riviste, alle amiche, alla vicina di casa che sanno sempre tutto e più di tutti su ciò che e giusto o sbagliato per la vostra PEFS;
  • non abbiate fretta. In fondo l’avete trascurata a lungo la vostra PEFS, ora datele il giusto tempo per migliorare.

Terapie mediche principali

Mesoterapia o I.T.D (Intradermoterapia Distrettuale) – E’ la metodica più conosciuta ed efficace per il trattamento della PEFS. La metodica è nata in Francia negli anni Cinquanta grazie al dottor Pistor. Viene utilizzata in vari campi della medicina, ad esempio nelle patologie osteoarticolari, nella terapia del dolore, nelle insufficienze veno-linfatiche e naturalmente come terapia d’elezione nella PEFS e nell’adiposità localizzata. E’ un trattamento medico e dal medico deve essere attuata. E’ una metodica iniettiva farmacologica; potremo anche definirla  una terapia intradermica distrettuale. Si iniettano farmaci a livello del derma, nella proiezione cutanea di un organo o parte d’organo che è sede di un processo patologico, compiendo un insieme di microiniezioni nella zona da trattare. Con questa metodica vengono utilizzate piccole dosi di prodotto che consentono di ottenere dei risultati terapeutici di notevole importanza e di ridurre al minimo gli effetti iatrogeni.
Le controindicazioni sono un lieve dolore dato dall’introduzione dell’ago, ma soprattutto una possibile allergia ai farmaci utilizzati, che è però molto rara. Di rado, possono presentarsi reazioni di tipo orticarioide. Per tale motivo primo di procedere alla seduta di mesoterapia è bene attuare un test (mediante iniezione nella cute della coscia di un piccolo quantitativo del farmaco da utilizzare). Al possibile rischio di insorgenza di una reazione di tipo allergologico è possibile ovviare mediante l’utilizzo di farmaci omotossicologici che risultano potenzialmente meno allergizzanti.

Metodica: si utilizza una comune siringa in cui viene aspirato il farmaco idoneo da iniettare. Si utilizza un sottile ago (3-4 decimi di mm di diametro) della lunghezza di 4 mm. Si infigge l’ago inclinandolo a 45° (si inietta ad una profondità di 2,8 mm) o a 30° (si inietta ad una profondità di 2mm) rispetto alla superficie cutanea . Si somministrano delle piccole quantità di farmaco (0,10-0,20 ml) con tante piccole iniezioni in tutta la zona interessata dal trattamento stesso ed in alcuni punti di proiezione cutanea della vena safena così da ottenere la formazione di un piccolo pomfo. Ricordiamo che è di fondamentale importanza che l’iniezione sia intradermica in modo tale che l’assorbimento del farmaco possa avvenire lentamente, quindi con una maggiore durata d’azione con un minimo passaggio della sostanza utilizzata a livello circolatorio sistemico. Il reale funzionamento della mesoterapia che in genere viene effettuata in cicli di sedute settimanali, è dovuto al connubio di più fattori qui sotto evidenziati.

    1. Azione riflessa – L’infissione dell’ago nella pelle provoca una stimolazione e una sollecitazione delle fibre nervose che nei casi di PEFS risultano compresse ed ipofunzionanti. Questa stimolazione dell’ago determina quindi una loro riattivazione ed una nuova capacità di trasmissione degli impulsi nervosi che porta ad un conseguente miglioramento del trofismo del derma che si predispone a ricevere i nuovi stimoli farmacologici e immunologici portati della mesoterapia stessa.
    2. Azione immunologica – Da sempre è risaputo che l’iniezione di un farmaco determina una risposta immunologica aspecifica che porta all’attivazione di alcune cellule immunitarie e mediatori chimici che presentano un’azione vasoattiva, migliorando cioè il drenaggio venoso e linfatico, quindi aumentando il drenaggio di tossine e favorendo l’apporto di ossigeno.
    3. Azione farmacologica – Quest’azione è legata all’effetto vero e proprio della molecola utilizzata, quindi si potranno utilizzare farmaci o rimedi omotossicologici flebotonici, lipolitici ed eventualmente, se si utilizzano farmaci della farmacologia ufficiale, anche del sodio bicarbonato che tampona l’acidità dei farmaci stessi ed evita un possibile bruciore durante l’iniezione.

Ossigeno Ozono Terapia – Mediante un ago ed una siringa si infiltra il tessuto adiposo con una miscela di ossigeno ed ozono. La decomposizione di questa miscela permetterà la produzione di radicali liberi che determinano una lipoperossidazione (ossidazione), quindi una lesione delle membrane cellulari. L’ozono ha diversi L’iniezione di ossigeno-ozono consente di migliorare l’ossigenzazione dei tessuti. L’ozono è una molecola altamente reattiva che tende a combinarsi con  molecole organiche insature che contengono doppi legami nella loro molecola come gli acidi grassi insaturi (presenti nelle molecole del tessuto adiposo ricco di acidi grassi poliinsaturi) provocando la scissione dei lipidi, che diventano idrofili e più facilmente eliminabili (effetto lipolitico).

Carbossiterapia – Tramite iniezione sottocutanea nelle zone da trattare (regione trocanterica, zona anterosuperiore e anteromediale della coscia), viene portata anidride carbonica allo stato gassoso direttamente nel tessuto adiposo ottenendo un’azione a livello arteriolare che si evidenzia nell’aumento della velocità di circolazione del sangue nelle zone interessate e un aumento del trasporto di ossigeno che facilmente viene ceduto ai tessuti a causa della vasodilatazione arteriolare. Si ha inoltre un’azione lipolitica. Altre vie di somministrazione sono: bagni carbogassosi secchi, bagni in acqua carbonica. I possibili effetti collaterali sono una lieve dolorabilità locale e talvolta una sensazione di arto pesante e di crepitio sottocutaneo per alcune ore dopo la seduta. La metodica è controindicata in pazienti che hanno avuto un infarto del miocardio acuto in tempi recenti, patologie tromboemboliche in fase acuta, esiti di ictus, angina o scompenso cardiaco, ipertensione arteriosa, insufficienza renale o tromboflebite acuta.

Terapie di supporto

  • Drenaggio linfatico manuale – E’ la terapia di supporto più idonea e funzionante. Si tratta di un delicato massaggio attuato dolcemente con una particolare metodica che consente lo svuotamento della vie e delle stazioni linfatiche. Favorisce quindi il drenaggio dei liquidi linfatici incapaci di drenarsi fisiologicamente. E’ consigliato in tutti i tipi e varianti di PEFS. Ricordate che il linfodrenaggio non deve procurare dolore o fastidio nè durante né dopo il trattamento, anzi durante il trattamento deve procurare una sensazione di piacere e di rilassamento, dopo dovrebbe far sentire gli arti meno pesanti, deve procurare una sensazione di grande legerezza.
  • Massaggio – Questa tecnica manuale trova un suo razionale utilizzo nella stimolazione della circolazione sanguigna, nel miglioramento del trofismo cutaneo. La mano che attua un massaggio deve essere una mano esperta, altrimenti è possibile provocare danni, infatti un massaggio eccessivamente energico fa più male che bene potendo causare la rottura di capillari già strutturalmente deboli.
  • Pressoterapia – Si attua infilando gli arti inferiori in gambali che vengono alternativamente gonfiati (ad una pressione che oscilla tra i 40 e i 70 mmHg) e sgonfiati alternativamente a settori permettendo in modo meccanico un effetto simile a quello ottenuto con un massaggio veno/linfatico. L’effetto è simile a quello di un linfodrenaggio, ma ricordiamo che nessuna macchina, nessun strumento riesce a sostituire completamente la capacità di modulare e variare le pressioni esercitate da una mano esperta. Inoltre la pressoterapia viene eseguita solo sull’arto inferiore, mentre un buon linfodrenaggio viene attuato su tutto il corpo. Questa metodica è controindicata nelle persone che presentano patologie vascolari venose come flebiti o varici degli arti inferiori. In questo caso è bene ricordare che pressioni troppo elevate esercitate sugli arti sono sconsigliate, anzi possono essere e diventare addirittura dannose. Si consigliano sedute di almeno 45/60 minuti.