“Cellulite” (Pefs): cosa fare . . .
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Molte donne hanno la “Cellulite“, o meglio PEFS “panniculopatia edematofibrosclerotica“. E’ un inestetismo che tutte le donne conoscono e cercano di combattere.
Le cause sono molteplici:
- ormonali, gli estrogeni in particolare favoriscono il deposito di grasso nel tessuto sottocutaneo, soprattutto nella regione delle cosce, dei glutei, delle ginocchia e delle caviglie, più raramente sull’addome e gli arti superiori;
- familiarità
- sedentarietà
- patologie vascolari
- alterazioni della postura
- alimentazione scorretta
Spesso la causa principale della cellulite rimane un errato dello stile di vita, caratterizzato da sedentarietà e dieta scorretta, anche l’abbigliamento può contribuire alla sua formazione, indumenti troppo stretti o scarpe troppo alte sono da evitare poiché ostacolano la circolazione.
E’ una patologia e non un “problema estetico” . . . è un vero e proprio “disordine microvasculo-tissutale”.
Alla base di tutto si ha una alterazione del microcircolo veno-linfatico, quindi una ipo-ossigenazione del tessuto, che con il tempo conduce ad una stasi circolatoria e ad un accumulo di liquidi e cataboliti (prodotti di rifiuto prodotte dal metabolismo della cellula) a livello dell’interstizio (spazio compreso tra le cellule). La cellula viene quindi a trovarsi in uno stato di sofferenza generale non riuscendo più ad eliminare le sostanze di rifiuto e l’accumulo delle stesse rende difficoltoso l’arrivo di ossigeno ed elementi nutritivi per la cellula stessa. Il tessuto forma nuove fibre di collagene che legano gli adipociti (cellule di grasso) tra di loro, formando veri e propri gruppi di noduli, micronoduli. Con il progressivo aggravamento del danno, tali noduli aumentano di numero e dimensione, tendendo ad unirsi formando noduli palpabili sulla superficie cutanea. In questo contesto, il danno vascolare è progressivo, aumenta l’incapacità di drenare i cataboliti cellulari e di conseguenza la sofferenza cellulare, che condurrà con il tempo alla fibrosi e alla sclerosi del tessuto. A tutto ciò si sommano: modificazioni del profilo cutaneo, pelle a “buccia d’arancia”, cute secca e spesso esfoliata.
La lotta alla cellulite inizia con una corretta diagnosi da parte di un medico specialista che dopo aver eseguito una accurata anamnesi deciderà quali ulteriori esami potrà essere utile eseguire.
Tornando ai consigli nutrizionali utili a combattere la “cellulite” ricordiamo che la prevenzione inizia dalla tavola, un’alimentazione corretta è fondamentale, stipsi e ritenzione idrica sono i segnali tipici di un insufficiente e scorretto esercizio fisico associato ad un’alimentazione non equilibrata.
È necessaria una rieducazione alimentare che indichi non solo le giuste quantità ma che riguardi anche la qualità del cibo che si assume, per mantenere il peso forma o per perdere i chili in eccesso.
Di fondamentale importanza è inoltre l’assunzione di almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno, fate attenzione anche alla tipologia dell’acqua che acquistate, da preferire le acque oligominerali povere di sodio. Per evitare di dimenticarsi di bere tenere sempre una bottiglietta di acqua a portata di mano per esempio sulla scrivania dove si studia o lavora.
Per coloro che oltre alla cellulite devono combattere anche l’eccesso di peso consigliamo di valutare la presenza di eventuali intolleranze alimentari (allergie alimentari ritardate).
Ricordiamo che sovrappeso/obesità sono patologie legate ad un’infiammazione cronica dell’organismo, pertanto controllando l’assunzione degli alimenti non tollerati si può ottenere una riduzione dell’infiammazione indotta dagli alimenti, una riduzione dei radicali liberi e un miglioramento della sensibilità insulinica, con effetti a cascata sul controllo del peso.
Per quanto riguarda la ritenzione idrica l’organismo trattiene acqua nel tentativo di contrastare proprio la suddetta infiammazione, in particolare vediamo che le intolleranze al sale e ai lieviti sono quelle che statisticamente sono più frequentemente connesse alla cellulite, per cui una riduzione dei cibi che contengono queste sostanze in quantità, come pane focacce salumi formaggi e tutti i prodotti da forno confezionati, può sicuramente aiutare, il sodio infatti tende a trattenere l’acqua nei tessuti, impedendo il corretto scambio di liquidi tra la cellula e l’esterno.
Per quanto riguarda l’alimentazione ecco alcune regole:
- Evitare cibi in scatola già pronti
- Preferire cotture semplici al vapore al forno o ai ferri
- Consumare frutta e verdura freschi ricche di vitamine e antiossidanti, soprattutto vitamine C, E, Potassio, da preferire finocchi, indivia, sedano, carciofi, asparagi, carote, arance, kiwi, pompelmo, prugne fresche, albicocche e pesche sia sotto forma di succhi, sia di centrifugato perché, più ricchi di potassio, sostanza capace di contrastare il sodio, anche piselli, lenticchie, cipolla (soprattutto se viene consumata cruda), perchè hanno proprietà diuretiche e facilitano l’eliminazione dei liquidi.
- Evitare cibi molto salati, salumi, formaggi grassi e fermentati, fritti, scatolame, bevande dolcificate, succhi di frutta con sciroppo, alcolici, cioccolato, caffè, tè forte.
- Bere molta acqua, che aiuta ad eliminare attraverso le urine i liquidi trattenuti dai tessuti;
Tra le cause della cellulite abbiamo indicato la sedentarietà, sarà quindi opportuno fare attività fisica in modo costante consigliati gli sport aerobici (corpo libero, nuoto, bicicletta, jogging, stretching), con una frequenza di almeno 3 volte la settimana, questo permette di migliorare la vascolarizzazione cutanea e mobilita in maniera profonda i grassi riducendo sensibilmente la buccia d’arancia, utili infine anche le terapie di supporto ad esempio massaggi linfodrenanti, pressoterapia . . .
In caso sia di cellulite che di adiposità localizzata trattamento di elezione è la MESOTERAPIA o (I.D.T. Intra Dermo Terapia). E’ una metodica iniettiva che consiste nella somministrazione intradermica di un farmaco della Farmacopea Ufficiale o talvolta di un rimedio Omotossicologico. La distribuzione del farmaco si attua mediante una serie di microiniezioni nel distretto cutaneo corrispondente.
La somministrazione del prodotto in piccole quantità e soprattutto in loco evita la dispersione del prodotto iniettato, che si ha nella somministrazione sistemica.
Con la mesoterapia si ottiene un prolungato effetto terapeutico dato che il prodotto rimane nel tessuto per 1-2 giorni. Molti studi hanno evidenziato come il farmaco iniettato nel derma persiste nel punto di inoculazione, diffondendosi lentamente anche nei tessuti vicini e la risposta è maggiore rispetto all’inoculazione per via intramuscolare.
Per eseguire una seduta ITD si utilizza (a diversa inclinazione in base allo spessore cutaneo) un ago singolo da 4 mm di lunghezza.