Auguri e cibi di buon auspicio per il nuovo anno

Concludiamo l'anno con qualche consiglio, questa volta non dietetico, ma di buon auspicio. Molti sono i cibi da mettere in tavola la notte di San Silvestro per far sì che la fortuna, la prosperità, la salute e soprattutto la serenità ci accompagnino per tutto il 2014...

Concludiamo l’anno con qualche consiglio, questa volta non dietetico, per cibi di buon auspicio, molti sono quelli da mettere in tavola la notte di San Silvestro per far sì che la fortuna, la prosperità, la salute  e soprattutto la serenità ci accompagnino per tutto l’anno nuovo.

Cerchiamo di apparecchiare la tavola in modo sfavillante, potrebbe essere un buon metodo per allontanare l’aria di difficoltà che purtroppo ci accompagna da tempo, e allora utilizziamo sottobicchieri color oro o argento, o sottopiatti luccicanti, e non dimentichiamoci di sparpagliare sulla tavola le monete di cioccolato d’oro, infatti il cioccolato richiama l’abbondanza e l’oro farà ben sperare per un futuro più prospero, ricordiamoci però di mangiarne almeno un paio.

Tra i cibi da acquistare ricordiamo:

Le lenticchie con la loro forma tonda e appiattita simile a delle monetine  simboleggiano il denaro che si spera arriverà, e tengono lontano la povertà. La loro è una bontà biblica: Esaù in lite col fratello Giacobbe per questioni d’eredità, barattò il suo diritto alla primogenitura per una minestra rossa di lenticchie. Così riporta la Genesi, confermando l’antichissima presenza sulle tavole di questi legumi.

In generale i legumi non dovrebbero mai mancare, così vanno benissimo anche fagioli e piselli.

Il maiale cotechino e zampone sono di buon auspicio per una anno di sazietà e abbondanza. Un piatto nutriente, grasso, speziato, sapido, caldo, sontuoso. È come un amuleto per allontanare lo spettro della fame. Nei secoli il maiale è diventato veicolo di fortuna, non a caso i salvadanai più classici sono a forma di maialino. Anche i vegetariani possono portare un maialino a tavola, magari di marzapane.

I peperoncini   con il loro colore e la loro forma sono un potente amuleto scaccia guai: come un cornetto di corallo da tenere come gioiello, il peperoncino non dovrà mancare sulla tavola degli scaramantici. Piccolo corno potenziato dal colore rosso e dalla forma appuntita è capace di scacciare la cattiva sorte.

I mandarini cinesi (kumquat) con la loro forma e il loro colore brillante assomigliano a pepite d’oro, quindi sono degli ottimi portafortuna,  possiamo mangiarli a fine pasto, arricchire una bella macedonia o utilizzarli come segnaposto.

Il marzapane ovvero la pasta di mandorle, anche in questo caso il riferimento è alla ricchezza: il nome deriva dall’arabo mauthaban, che in origine indicava una moneta, poi una misura di capacità e infine il contenitore in cui si conservava il marzapane stesso.

L’uva con i suoi  grappoli dorati o rossi, succosi, dolci  rappresenta l’abbondanza, non può mancare sulle nostre tavole come cibo da offrire e condividere. Anche durante la messa l’uva è offerta simbolicamente  a Dio come il frutto della terra e del lavoro dell’uomo. L’uva diventa così  metafora delle grazie ricevute, dei bisogni appagati, dei desideri che si realizzano.

Il Melograno originario della Persia e della zona occidentale dell’Himalaya, è coltivato da millenni in ampie zone dell’Asia Mediorientale e Centrale e nell’area Mediterranea oggi lo si trova anche in Nord America. Questo frutto ha ispirato numerose leggende, un tempo si credeva che il suo succo fosse il sangue del dio Dioniso, e proprio in suo onore la dea dell’amore Afrodite lo piantò sulla terra.

Per questo suo aprirsi e rilasciare tanti grani è diventato metafora di fecondità, già offerto da Giunone in molte raffigurazioni dell’antica Grecia. La dote di portar fortuna lo accomuna a molti altri prodotti che da un unico elemento generano numerosi semi. Per estensione, in analogia con i chicchi di melograno,  sono ritenuti porta fortuna tutti i piccoli frutti rossi, quindi anche lamponi o ribes benvenuti in tavola per salutare l’anno nuovo.

Le noci e in generale tutta la frutta secca sono portatrici di fecondità e prosperità, il loro essere racchiusi in un guscio duro simboleggia la protezione dagli attacchi esterni.

Certo sono molto calorici ma qualche strappo a fine anno lo possiamo fare.

Le castagne, anche loro portatrici di fortuna, il loro guscio ricco di spine difende il seme dagli attacchi esterni e speriamo difenda noi dalla sfortuna. Chiamate anche pane d’albero erano per le popolazioni montane la garanzia di sopravvivenza nei mesi invernali: fonte di cibo facilmente conservabile, merce di scambio con gli abitanti della pianura, ottime da consumare in tutti i modi, bollite (le cosiddette “pelate” o “balletti”), arrostite, essiccate da ammorbidire nel latte per colazione. Con quelle macinate si produceva la farina per la polenta, le frittelle o il castagnaccio. Per la notte di San Silvestro, portatele a tavola a fine pasto nella forma dei golosi marron glacé: preziosi e raffinati, già nella Francia del Settecento le nobildonne se ne facevano reciproco dono per scambiarsi auguri di prosperità.

Anche alcune verdure cotte sono di buon auspicio in particolare cavoli, bietole e rape, sono consumate a Capodanno in diversi paesi per una ragione molto semplice: le loro foglie verdi sembrano soldi piegati (verdoni) e sono quindi simbolo della fortuna economica.

In aggiunta agli alimenti porta fortuna, ve ne suggeriamo due da non portare in tavola, l’aragosta perché come tutti i granchi cammina retrocedendo e diviene simbolo di arresto al progresso, così come i volatili che potrebbero far volar via la fortuna.

Abbiamo raccontato quali cibi secondo la tradizione sono di buon auspicio per l’anno nuovo e quindi suggeriamo una ricetta sfiziosa, facile e veloce da preparare in cui utilizzeremo il melograno e le mandorle. Il risotto alla zucca è un piatto molto semplice da preparare, e allo stesso tempo molto gustoso ottimo sopratutto nelle fredde sere invernali, ha origini modeste, era infatti un ortaggio molto povero che veniva coltivato e mangiato prettamente dai contadini.

 

Il risotto alla zucca rivisitato con chicchi di melograno e petali di mandorle tostate
Ingredienti per 6 persone                                                              

Riso Carnaroli 400 gr

Zucca 400 gr

Brodo vegetale 1 litro circa

Burro50 gr

1 Cipolla

Vino bianco 1/2 bicchiere

Parmigiano Reggiano 160 g

Pulite la zucca privatela dei semi, tagliatela a fette, sbucciatela e riducetela a cubetti. Nel frattempo, mettete a rosolare in un tegame abbastanza capiente la cipolla  finemente tritata con l’olio. Quando la cipolla sarà ben dorata, aggiungete i cubetti di zucca finchè si saranno ben ammorbiditi e successivamente il riso  Mescolate il tutto per qualche minuto per impedire al riso di attaccarsi al tegame e lasciate poi tostare ancora per qualche minuto

A questo punto aggiungete il vino e a mano a mano anche il brodo, lasciando cuocere il tutto per circa 15-18  minuti. Mentre cuoce il riso  in un piccolo tegame antiaderente tostate leggermente le mandorle

Quando mancano 2 minuti alla fine della cottura aggiungete il burro e il parmigiano mescolando il tutto per bene. Lasciate riposare il riso per un paio di minuti

Impiattate quindi il risotto alla zucca e guarnite con i grani di melograno, i petali di mandorle tostate e una piccola pioggia di parmigiano reggiano alla julienne e servite!

Auguri di Buon Anno

 

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