Scelte alimentari consapevoli

Ogni volta che mettiamo nel carrello della spesa degli alimenti, compiamo delle scelte che non si rifletteranno solo sulla nostra salute, ma anche sull'ambiente.

Ogni volta che mettiamo nel carrello della spesa degli alimenti, compiamo delle scelte che non si rifletteranno solo sulla nostra salute, ma anche sull’ambiente. 
E’ risaputo che mangiare frutta e verdura di stagione permette all’organismo di introdurre tutte quelle vitamine, sali minerali, sostanze antiossidanti e acqua di cui ha bisogno soprattutto in quel particolare periodo dell’anno. Le nostre esigenze nutrizionali, infatti, non sono identiche in estate o in inverno, e la Natura si adatta, fornendoci a seconda del momento i nutrienti più utili.

Considerando l’attuale stagione possiamo osservare che:

La primavera è una stagione legata alla rinascita, alla depurazione delle tossine accumulate in inverno dovute a un’alimentazione troppo ricca di grassi e zuccheri, alla scarsa esposizione solare, e così via. Organo deputato di questa azione detossificante è il fegato, cui seguono i reni per la loro azione emuntoria, cioè di scarto delle tossine. Da marzo in poi sulle nostre tavole troviamo le verdure, quali carciofi, tarassaco e tutte le insalate con un retro gusto amaro, con una decisa proprietà colagogo-coleretica. Esse stimolano, cioè, la produzione ma anche l’eliminazione della bile da parte del fegato, con effetto disintossicante. Inoltre sono diuretiche, e di conseguenza facilitano l’escrezione delle tossine e contrastano la ritenzione idrica. Il carciofo aiuta a smaltire gli acidi urici derivati dalle proteine animali, in genere consumate in eccesso nel periodo invernale, il cui accumulo può favorire la comparsa di dolori articolari. Anche le fragole (che arrivano verso la fine della primavera) svolgono un’azione antiurica e decisamente diuretica. Aiutano nella depurazione dell’organismo anche le ciliegie e in particolare le amarene, che associano le proprietà diuretica a quelle lassative.

 

Esaminando la stagione in corso ovvero l’ estate, tutta la frutta e la verdura ha delle caratteristiche abbastanza comuni:

  1. è povera di calorie e ricca di acqua per soddisfare le aumentate esigenze idriche;
  2. è ricca di sostanze antiossidanti come i carotenoidi (presenti nei vegetali dal giallo all’arancio al rosso), fondamentali per proteggere la pelle e l’organismo dallo stress dovuto all’esposizione solare;
  3. è ricca di sali minerali per contrastare le perdite dovute a un’eccessiva sudorazione.
  4. non dimentichiamoci dei preziosi frutti di bosco, la cui ricchezza di antociani aiuta l’efficienza del sistema circolatorio, che col caldo tende a diminuire.

Il cibo deve quindi essere valutato oltre che da un punto di vista nutrizionale anche per l’impatto ambientale che esso ha; infatti ogni cibo compie un particolare percorso per raggiungere le nostre tavole, e molto spesso questo fattore non viene considerato.

Ricordiamo che prima di acquistare qualsiasi cibo sarebbe buona regola leggere attentamente l’etichetta perché  è la sua carta d’identità, ed è per legge molto precisa; nell’ultimo periodo inoltre, l’etichetta ha subito delle profonde trasformazioni, permettendo al consumatore un cammino più chiaro verso la tracciabilità e la garanzia di una sicurezza alimentare,  leggendo l’etichetta è possibile conoscere molte informazioni relative al luogo di produzione, al paese, al produttore ecc.

Sarebbe altresì auspicabile acquistare cibo a “KM Zero” soffermandosi a riflettere sulla distanza chilometrica che il cibo percorre e sull’inquinamento prodotto a seguito e conseguentemente al suo trasporto. Ad esempio l’alimento che percorre il suo viaggio verso le tavole delle nostre case o dei ristoranti, viaggia su camion o in aereo? quanti chilometri percorre? O ancora, quanta acqua è impiegata per produrre la pasta che stiamo consumando? Queste e molte altre sono le domande che un consumatore critico e consapevole dovrebbe porsi, al fine di fare acquisti oculati da un punto di vista nutrizionale e  acquisire una sempre maggiore sensibilità sul peso delle proprie scelte alimentari nei confronti del pianeta. Il cibo ha un costo, si sa, ma quando si giunge alla cassa del supermercato per effettuare il pagamento, si sa da che cosa è determinato tale costo e soprattutto quanto costa al nostro pianeta?

 

Facciamo un esempio . . .

Se consideriamo un litro di  latte; chiediamoci come si arriva a quel prezzo, quanta energia si consuma per produrre il suddetto litro di latte, quali risorse naturali vengono impiegate?

Sicuramente bisogna iniziare a pensare che occorre del terreno che sarà dedicato alla semina e coltivazione di erbe e cereali indispensabili per l’alimentazione degli animali che poi produrranno il latte. Per produrre un litro di latte, partendo dalla terra e da ciò che in essa viene coltivato, è possibile dire che vi sarà un  consumo di energia, che produrrà da 1 a 2 Kg Co2 eq/litro di latte di gas (effetto serra), e circa 1000 litri di acqua necessari per la coltivazione, la raccolta, (sempre per un litro di latte). Non dimentichiamoci poi che quel litro di latte va imbottigliato e generalmente si usa la plastica, che per quanto si raccolga in maniera differenziata è sempre uno dei tanti materiali inquinanti prodotti dall’uomo. Attenzione anche alla scelta del packaging anch’esso ha un discreto peso sull’ambiente. 
Di seguito una tabella che evidenzia in base ad alcuni semplici esempi di vari alimenti importati, il consumo di petrolio e la produzione di Co2 in relazione alla distanza compiuta nel viaggio da un paese lontano verso l’Europa.

  

Alimento

Paese di provenienza

Petrolio consumato

CO2 Prodotta

1 Kg Arance

Brasile

5,5 Kg

+17,2 Kg

1 L di vino

Australia

9,4 Kg

+ 29,3 KG

1 Kg Prugne

Cile

7,1 kg

+ 22 kg

1 kg Carne

Argentina

6,7 Kg

+ 20,8 kg

 

Per far sì che il consumatore rifletta ulteriormente è nata l’etichetta Water Footprint ovvero un’etichetta che comunica e informa il consumatore sul quantitativo di acqua che è stato utilizzato per produrre l’alimento appena acquistato. L’acqua rientra nella produzione di tutto quello che viene quotidianamente consumato, come ad esempio la carne, il latte precedentemente citato, la farina per il pane e la pasta, il riso, la frutta e la verdura, ovviamente in quantità diverse.

Qualche esempio

 

Alimento

Acqua necessaria per produzione

Grano

1300 L per 1 kg

Riso

3400 L per un kg

Una mela

70 L

Carne bovina

15.300 L per 1 kg

Pollo

3900 L per 1 kg

Maiale

4800 L per 1 Kg

Birra

75 lL di acqua per un bicchiere

Caffè

Per 1 tazzina servono 140 L  di acqua

 

Cosa è possibile fare, nel proprio piccolo, per limitare un impatto ambientale troppo negativo?

Si possono, ad esempio, attuare delle piccole ma concrete azioni, come:

  •  Acquistare cibo a km zero;
  • Rispettare le scelte commerciali dove vi è una filiera corta;
  • Ridurre gli imballaggi, ad esempio scegliendo quegli esercizi commerciali in cui si vendono vino, pasta, riso, legumi, detersivi in forma sfusa, per trasportare i quali ci si porta da casa i contenitori;
  • Comprare frutta e verdura di stagione e locale;
  • Fare la spesa a piedi o in bicicletta;
  • Usare borse di tela o riutilizzare il più possibile quelle di plastica.

Questi e tanti altri piccoli gesti possono farci diventare dei consumatori consapevoli e critici, nel pieno rispetto della salute e dell’ambiente nel quale viviamo e che dobbiamo proteggere.

 

Informazioni su Studio Medico Perrone (547 Articoli)
Con sede in Corso Sempione 8 a Milano, propone un approccio integrato tra la Medicina allopatica e naturale. Da oltre 20 anni si occupa di Alimentazione, Intolleranze Alimentari e Medicina Estetica.