Colesterolo: integratori nelle nuove linee guida

Il concetto "lower is better", introdotto nel 2013 dalle linee guida emanate da American college of cardiology (Acc ) e American heart association (Aha), non solo è confermato ma viene rafforzato. Quindi abbassare il colesterolo Ldl quanto più possibile, soprattutto nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare è il messaggio chiave delle nuove linee guida sulle dislipidemie

Colesterolo: integratori nelle nuove linee guida

Il concetto “lower is better”, introdotto nel 2013 dalle linee guida emanate da American college of cardiology (Acc ) e American heart association (Aha), non solo è confermato ma viene rafforzato, in base al criterio che la riduzione del rischio cardio-vascolare è direttamente proporzionale all’entità della riduzione del colesterolo Ldl. Numerosi sono i farmaci per la riduzione del colesterolo sicuramente quelli più usati sono le statine, ovviamente a seconda dei singoli casi il medico  potrà decidere di associare eventuali altri preparati Quindi abbassare il colesterolo Ldl quanto più possibile, soprattutto nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare è il messaggio chiave delle nuove linee guida sulle dislipidemie pubblicate nei giorni scorsi sull’European Heart Journal  Il documento inoltre si sofferma sulla sicurezza delle statine, sottolineando che gli effetti collaterali a livello muscolare (la cosiddetta “intolleranza”) sono più rari di quanto si ritenga e comunque gestibili mediante riduzione dei dosaggi o modificando la molecola, così da mantenere il paziente in trattamento ipocolesterolemizzante. 
I farmaci, quali statine, ezetimibe e inibitori del Pcsk9, e non solo . . . . sono i migliori alleati per raggiungere tali obiettivi nelle persone ad alto rischio, ma un intero capitolo del documento è dedicato al ruolo degli integratori e degli alimenti funzionali nel trattamento delle dislipidemie.

Vediamoli in sequenza, uno per uno, così come descritti nelle nuove linee guida 

Fitosteroli

I principali componenti della famiglia sono sitosterolo, campesterolo e stigmasterolo. In natura, si trovano negli oli vegetali e in quantità minori in verdura, frutta fresca, frutta secca, cereali e legumi. L’assunzione media di steroli vegetali con la dieta varia tra i 250 mg/die del Nord Europa ai 500 mg/die dei paesi del Mediterraneo. I fitosteroli competono con il colesterolo per l’assorbimento intestinale, modulando così i livelli di colesterolo totale. Il consumo giornaliero di 2 g di fitosteroli può sicuramente ridurre i livelli di colesterolo totale e Ldl del 7-10%, con un certo grado di eterogeneità tra gli individui, mentre ha un effetto scarso o nullo sui livelli di colesterolo Hdl e trigliceridi. 
Sulla base della riduzione del colesterolo Ldl e dell’assenza di eventi avversi, è possibile prendere in considerazione alimenti funzionali con steroli/stanoli vegetali (≥ 2 g/die con il pasto principale): 

  1. in soggetti con livelli elevati di colesterolo ma rischio cardiovascolare medio-basso per i quali non è indicata la terapia farmacologica;
  2. in aggiunta alla terapia farmacologica nei pazienti ad alto e altissimo rischio che non riescono a raggiungere gli obiettivi di c-Ldl con le statine o non possono essere trattati con esse;
  3. in adulti e bambini (di età> 6 anni) con ipercolesterolemia familiare, in linea con le attuali indicazioni.

Monacolina e riso rosso fermentato

Gli effetti ipocolesterolemici del riso rosso fermentato sono correlati a un meccanismo d’azione simile a quello delle statine (inibizione dell’Hmg-CoA reduttasi: uno degli enzimi chiave coinvolti nella sintesi del colesterolo da parte del fegato.) esercitato delle monacoline, che rappresentano l’ingrediente bioattivo. In commercio sono disponibili prodotti con concentrazioni diverse di monacoline ed effetti differenti sull’abbassamento del colesterolo totale e dell’LDL . Inoltre, la sicurezza a lungo termine del consumo regolare di questi prodotti non è ancora sufficientemente documentata e cresce la preoccupazione per il rischio di contaminanti in alcuni preparati. Sono stati segnalati anche effetti collaterali simili a quelli osservati con le statine. In un trial clinico randomizzato oggi disponibile, condotto in soggetti con malattia aterosclerotica, un estratto parzialmente purificato di riso rosso fermentato ha ridotto gli eventi ricorrenti del 45%. È stato osservato un effetto ipocolesterolemico clinicamente rilevante (fino a una riduzione del 20%) con estratti che hanno fornito una dose giornaliera di monacolina K pari a 5-10 mg. I nutraceutici contenenti riso rosso fermentato purificato possono essere presi in considerazione in soggetti con elevate concentrazioni plasmatiche di colesterolo per i quali però non è necessario un trattamento con statine in considerazione del loro rischio cardiovascolare globale. Una raccomandazione finale: è necessario implementare i controlli sulla composizione quantitativa e qualitativa di questi prodotti.

Fibre

A oggi, le evidenze suggeriscono un ruolo dei beta-glucani, fibre viscose di cui sono assai ricchi avena e orzo, nell’abbassare i livelli di colesterolo totale e Ldl. Gli alimenti arricchiti con queste fibre o gli integratori alimentari sono efficaci e ben tollerati, efficaci. Tuttavia, il dosaggio necessario per ottenere una riduzione clinicamente rilevante, pari al 35%, dei livelli di colesterolo Ldl varia dai 3 ai 10 g/die a seconda del tipo specifico di fibra.

Soia

L’effetto ipocolesterolemizzante della soia è generalmente attribuito al suo contenuto di isoflavoni e fitoestrogeni. Le proteine ​​della soia sono in grado di indurre una modesta riduzione del colesterolo LDL quando assunte invece di proteine di origine animale.
Sembrerebbe inoltre che aumentando le proteine della soia nella dieta venga favorita l’espressione dei recettori specifici delle LDL (colesterolo cattivo) nelle cellule del fegato; in tal modo, le LDL circolanti vengono captate in maniera più efficace e la loro concentrazione plasmatica diminuisce sensibilmente. Un’assunzione regolare di 25-40 g/die di proteine della soia riduce il colesterolo LDL e totale di circa 20 mg/dl (Food and Drugs Administration – USA). 

Policosanoli e berberina

Policosanoli Gli studi dimostrano che i policosanoli estratti da canna da zucchero, riso o germe di grano non hanno effetti significativi sui livelli di c-Ldl, c-Hdl, Tg, ApoB, Lp (a), omocisteina, proteina C-reattiva, fibrinogeno, fattori di coagulazione del sangue.

 

Berberina Per quanto riguarda la berberina, una recente meta-analisi ha valutato i suoi effetti sui lipidi plasmatici nell’uomo insieme a un intervento sullo stile di vita rispetto al placebo indicando indubbiamente un’azione più marcata sull’abbassamento di colesterolo Ldl e Tg nel gruppo berberina rispetto ai controlli. Tuttavia, a causa della mancanza di studi clinici randomizzati di elevata qualità, l’efficacia della berberina nel trattamento della dislipidemia deve essere ulteriormente convalidata, senza trascurare l’aspetto della biodisponibilità dei diversi preparati, oggetto oggi di grande dibattito.

Omega-3

Evidenze osservazionali indicano che il consumo di pesce almeno due volte a settimana e di cibi ricchi in Omega-3 si associano a un minor rischio di morte cardiovascolare e ictus, senza però effetti significativi sul metabolismo delle lipoproteine ​​plasmatiche.  Le dosi farmacologiche di acidi grassi n-3 a catena lunga (2-3 g/die) riducono i livelli di Tg di circa il 30% nonché la risposta lipemica post-prandiale, ma i dosaggi più elevati rischiano di far aumentare i livelli di c-Ldl. L’acido alfa-linolenico è meno efficace del linoleico nel modificare i livelli di trigliceridi. Di recente, è stato osservato un rischio significativamente più basso di eventi ischemici, compresa la morte cardiovascolare, in pazienti con livelli di trigliceridi elevati, nonostante l’uso di statine.