Colon irritabile: come curarlo

Il colon irritabile è una patologia  che tende a verificarsi piuttosto frequentemente e che affligge in particolar modo le donne: a soffrirne sono due persone su dieci, che nella maggior parte dei casi, denunciano sintomi quali dolore in zona addominale. ma anche gonfiore e irregolarità intestinale .

Il colon irritabile è una patologia  che tende a verificarsi piuttosto frequentemente e che affligge in particolar modo le donne: a soffrirne sono due persone su dieci, che nella maggior parte dei casi, denunciano sintomi quali dolore in zona addominale. ma anche gonfiore e irregolarità intestinale .
Oltre ai sintomi addominali ci possono essere anche dei sintomi extra-intestinali, come l’emicrania, l’irritabilità, la difficoltà a concentrarsi. Insomma, è una patologia molto variegata, che prevede sintomi comuni anche ad altre patologie.
Quando parliamo di colon irritabile parliamo di una patologia funzionale, perché l’organo rimane perfettamente normale e, quando il paziente si sottopone a test come gli esami del sangue o quelli per la ricerca di infezioni intestinali, questi risultano negativi.
Le cause di questa patologia sono complesse, ma nella maggior parte dei casi si ritiene abbia un’origine psicosomatica sono spesso l’ansia e lo stress infatti a far insorgere o ad acutizzare i sintomi; anche se ci sono altri fattori che entrano in gioco, come per esempio particolari abitudini alimentari, (dieta a basso contenuto di scorie, ipersensibilità verso certi alimenti) o di vita (abitudini sedentarie) o anche farmacologiche (abuso di lassativi).
I pazienti con colon irritabile presentano tipicamente disturbi dell’alvo, alcuni con prevalenza di stipsi, altri di diarrea, ma generalmente questi disturbi si alternano. Frequente è la presenza anche di dolori addominali, che vengono avvertiti soprattutto durante il giorno e quasi mai durante la notte, che diminuiscono notevolmente con la defecazione o con la semplice emissione di gas. Il dolore è provocato dall’ostacolato passaggio di feci ed aria, questo provoca un rapido e importante incremento della pressione la cui conseguenza è appunto il dolore. Tra le possibili cause ricordiamo anche fattori infettivi . . . il colon irritabile può essere o direttamente collegato all’agente infettivo o secondariamente imputato allo squilibrio della flora intestinale in relazione alla terapia antibiotica.  Si può verificare infatti la presenza di alcuni globuli bianchi che, in maniera atipica, infiltrano le pareti della mucosa intestinale, oppure in alcuni casi è stata trovata la presenza di cellule che possono essere coinvolte nelle allergie, come gli eosinofili. 
Sottostimata è anche la proliferazione di candida intestinale e altri miceti, favorita da variazioni del PH, dall’alterazione del transito intestinale e dalla immunodepressione. Per quanto riguarda la prognosi, se sono state escluse cause organiche particolari, un buon equilibrio psichico è l’obiettivo che chi soffre di questo disturbo dovrebbe raggiungere. Nel caso di sindrome dell’intestino irritabile con dolore addominale e stipsi è utile aumentare sia l’apporto idrico almeno 2 l/die di acqua, sia la quantità di fibre, e se necessario utilizzare degli antispastici sotto controllo medico; se prevale la diarrea è consigliabile ricorrere ai cosiddetti probiotici (fermenti lattici) ad alcuni antibiotici attivi sulla flora batterica intestinale e se necessario ad antidiarroici, se prevale invece la stipsi si potranno utilizzare piante utili al riequilibrio della flora intestinale e lievemente lassative. Fondamentale comunque è il cambiamento delle abitudini alimentari

Tra le possibili cause di colon irritabile abbiamo menzionato le intolleranze alimentari, a tale proposito consigliamo la lettura dei seguenti articoli:
Mal di pancia: intolleranza al lattosio o al latte?
Colon irritabile attenzione al glutine 
Colon irritabile e intolleranze alimentari
Non farsi irritare dal colon irritabile

Che terapie abbiamo a disposizione per combattere il colon irritabile?
La prima cosa che consigliamo ai nostri pazienti è cambiare lo stile di vita:

  • fare movimento,
  • bere a sufficienza,
  • cambiare alimentazione cercando di identificare gli alimenti responsabili di intolleranza alimentare mediante appositi test e seguire una dieta finalizzata alla desensibilizzazione di tali intolleranze.
  • infine  si possono utilizzare dei farmaci, solo su consiglio del medico specialista

Un ulteriore aiuto può darlo la dieta Fodmap che è altamente efficace e prevede l’eliminazione, o la riduzione, di tutti quegli zuccheri che sono scarsamente digeribili, come gli oligosaccaridi, i monosaccaridi e tutte quelle sostanze che possono aumentare il richiamo di acqua nel lume dell’intestino. In generale gli alimenti sconsigliati sono quelli che aumentano la fermentazione, come il latte, i legumi, i carciofi, le mele, le pesche, le albicocche, la birra.
Sono invece consigliati alimenti come il pesce, la carne, le banane, le fragole, e i formaggi stagionati che hanno perso il lattosio. Queste però non sono regole fisse: bisogna tenere in considerazione la tolleranza individuale degli alimenti, ed è molto importante anche non fare esclusioni nel lungo termine. Il consiglio infatti è quello di seguire una dieta di rotazione