Sovrappeso e obesità diamo Peso al Peso
La prima cosa da fare è rivolgersi al medico specialista per cambiare il proprio stile di vita e perdere il peso in eccesso, questo comporta una riduzione dal 30 al 50% del rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare.

Sovrappeso e obesità: non sottovalutiamo i chili di troppo
Il dilagare di casi di sovrappeso e obesità ha costretto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ad affermare che l’obesità è una vera e propria patologia ed è uno dei maggiori problemi di salute pubblica.
Circa 300 milioni di individui nel mondo sono obesi e oltre un miliardo è in soprappeso, in Italia una persona su tre è soprappeso (34.2%) e una su 10 è obesa (9,8%).
Molte sono le istituzioni e associazioni che si mobilitano per sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema da molti sottovalutato, ecco che è nato il progetto “Dai peso al peso”, promosso dall’Istituto Superiore di Sanità, l’IRCCS San Raffaele Pisana, Società Italiana dell’Obesità e Acaya Formazione & Salute, in partnership con Abbott ed in collaborazione con Coop: da febbraio a giugno, in circa 50 centri Ipercoop, check-up gratuito dei principali fattori di rischio legati al sovrappeso che coinvolgerà 10.000 persone.
Come più volte detto soprappeso e obesità non sono solo un problema estetico ma sono associate a condizioni cliniche quali, diabete, ipertensione, malattie respiratorie e cardiovascolari, problemi psicologici che non solo riducono la qualità della vita ma ne minacciano anche la durata.
La prima cosa da fare è rivolgersi al medico specialista per cambiare il proprio stile di vita e perdere il peso in eccesso, questo comporta una riduzione dal 30 al 50% del rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare.
L’eccesso di peso è dovuto a fattori genetici, ambientali ed individuali (stile di vita) che portano ad un alterato bilancio energetico, ovvero a una differenza tra l’introito calorico e il dispendio energetico, facendo registrare un eccesso del primo.
L’obesità non ha età, circa il 20% degli adolescenti italiani è in sovrappeso e il 4% è obeso, l’obesità in giovane età aumenta la probabilità di essere obesi anche in età adulta.
Quali sono gli indici per valutare il nostro peso?
- L’indice di Massa Corporea (BMI), che mette in relazione il peso con l’altezza, quando è superiore a 25 (kg/m²) ci troviamo già in un’area di rischio.
- Altro indice importate è la valutazione della distribuzione della massa grassa, costituita da tutti i grassi corporei distribuiti nel tessuto sottocutaneo e viscerale, e la distribuzione della massa magra, composta dalle masse muscolari, dall’osso e dai tessuti inter e intra-prenchimali. La conoscenza della distribuzione del grasso permette di discriminare il tipo di obesità, “a mela” o “a pera”, e fornisce indicazioni sulle conseguenze metaboliche e vascolari che l’obesità può avere, l’accumulo di grasso a livello addominale infatti è associato ad un più elevato rischio di sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari.
- La misurazione della circonferenza vita di conseguenza è un altro importante parametro, nell’uomo non dovrebbe superare i 94 cm e nella donna gli 80 cm.
Quali sono i rischi associati all’obesità?
- cardiovascolari (ipertensione, cardiopatia, cerebropatia)
- Oncologiche (tumori del colon retto, endometrio, mammella)
- Respiratorie (ridotta espansione dei polmoni, sindrome delle apnee notturne)
- Metaboliche (insulino-resistenza, iperglicemia, diabete)
- Osteoarticolari (piede piatto, ginocchio valgo, patologie della colonna vertebrale)
- Calcoli della colecisti e steatosi epatica
Vediamo in dettaglio alcune patologie . . .
Il diabete di tipo 2 è una malattia caratterizzata da un aumento patologico degli zuccheri nel sangue, si ha diagnosi di diabete quando la glicemia a digiuno supera 126mg/dl in due diversi prelievi o supera i 200mg/dl in qualsiasi momento della giornata. Gli obesi non solo sviluppano più facilmente questa malattia, ma la sua presenza aumenta il rischio di malattie cardiovascolari di 3-7 volte nella donna e 2-3 volte nell’uomo.
Gli interventi che mirano al cambiamento di stile di vita non solo favoriscono la perdita di peso, ma consentono anche di controllare il diabete.
In presenza di diabete di solito anche i valori della pressione arteriosa sono superiori alla norma, così come i valori del colesterolo totale e del colesterolo LDL sono fuori dal range di normalità.
L’obesità non solo influenza i valori pressori predisponendo chi ne è affetto all’ ipertensione, ma interferisce anche sull’efficacia dei farmaci utilizzati per controllarla.
Spesso l’ipertensione non ha segni evidenti, così è consigliato ai soggetti obesi di effettuare controlli regolari, misurando la pressione in diversi momenti della giornata, se in più occasioni si registrano valori superiori a 140/90 mmHg sì può parlare di ipertensione.
Il colesterolo e i trigliceridi sono dei grassi presenti nel sangue, in parte prodotti dal nostro organismo e in parte assunti con l’alimentazione, nel soggetto obeso è facile riscontrare una dislipidemia, ovvero un aumento dei valori di colesterolo totale superiori a 200mg/dl, di colesterolo HDL inferiore a 35mg/dl e dei trigliceridi superiori a 200mg/dl.
La contemporanea presenza di almeno tre delle condizioni patologiche sopra descritte (obesità viscerale, ipertrigliceridemia, ipercolesterolemia, ipertensione e diabete) viene definita Sindrome Metabolica, l’obesità in particolare favorisce la comparsa di insulino-resistenza, questa a sua volta tende a peggiorare l’obesità e favorire la comparsa di iperglicemia, diabete e dislipidemie, obesità e insulino-resistenza favoriscono a loro volta l’aumento dei valori pressori, innescando un circolo vizioso che può essere interrotto solo con una radicale modificazione dello stile di vita, ovvero dieta equilibrata e attività fisica regolare.
Per concludere il discorso sui rischi associati all’obesità, ricordiamo che il rischio principale è legato alla maggior predisposizione alle malattie cardiovascolari.
Ogni anno le malattie cardiovascolari uccidono più di 4,3 milioni di persone in Europa e sono causa del 48% di tutti i decessi (54% per le donne, 43% per gli uomini). Le principali forme di malattie cardiovascolari sono le malattie cardiache coronariche e l’ictus. Nei Paesi membri dell’Unione Europea i morti per malattie cardiovascolari sono ogni anno 2 milioni e rappresentano il 42% del totale dei decessi.
Non dimentichiamoci di un altro importante disturbo, la sindrome da apnee notturne, caratterizzata dall’arresto momentaneo della respirazione durante il sonno, e a volte anche di giorno, questa è una malattia molto frequente negli obesi, dovuta all’aumento del grasso a livello toracico e addominale, che compromette le capacità meccaniche di ventilazione del torace e del diaframma.La presenza di apnee notturne favorisce lo sviluppo di ipertensione e aumenta il rischio di aritmie, infarto e ictus.
Cosa fare?
Il primo obiettivo che una persona in soprappeso od obesa deve porsi è la perdita di peso, una riduzione del 5-10% è un obiettivo importante, in grado di ridurre la comparsa delle patologie associate all’obesità, e anche se di solito le persone si pongono obiettivi più ambiziosi, una perdita di questo tipo aumenta la probabilità di mantenere il peso raggiunto nel tempo.
I “numeri” del rischio cardiovascolare
La presenza di un IMC superiore o uguale a 29 aumenta il rischio di avere una malattia cardiovascolare di circa 4 volte.
Un aumento del 10% del peso corporeo determina un aumento della pressione arteriosa massima di 6 mmHg e di quella minima di 4 mmHg.
La riduzione del peso corporeo riduce il rischio di ammalarsi di una malattia cardiovascolare del 35-50%. Ricordiamo brevemente che la perdita di 10 kg di peso porta a una diminuzione del 20% nella mortalità totale, una diminuzione di 10 mmHg della Pressione arteriosa, una riduzione del 50% nella glicemia a digiuno, del 10% nel colesterolo totale, del 15% nelle LDL, del 30% nei trigliceridi e un aumento dell’ 8% nelle HDL
Le basi di una buona dieta
Tutto questo lo si può ottenere lo ripetiamo, solo attraverso un totale cambiamento di stile di vita, seguendo una dieta sana ed equilibrata e facendo attività fisica. Seguire una dieta non è sempre sinonimo di rinunce e costrizioni; a volte può semplicemente significare controllare la qualità e la quantità di ciò che si mangia, cercando di controllare le porzioni e preferire agli alimenti calorici quelli ad azione protettiva sul cuore e sui vasi.
E’ inoltre utile limitare
- Il consumo di carne e uova. Tra le carni preferire le carni bianche es: pollame ed i tagli magri di manzo.
- L’uso del sale e i cibi ad alto contenuto intrinseco di sale perché aumenta la pressione del sangue. Per insaporire i cibi privilegiare spezie ed erbe aromatiche.
- L’impiego di condimenti di origine animale (burro, lardo, strutto, panna, etc) ed utilizzare quelli di origine vegetale: soprattutto olio extravergine d’oliva e oli di singolo seme spremuti a freddo. Usarli preferibilmente a crudo
Ridurre
- Il consumo dei grassi saturi, contenuti nelle carni grasse, nei formaggi e nel burro, perché facilitano l’aumento di colesterolo nel sangue.
- L’assunzione di bevande confezionate perché ricche di zuccheri.
Aumentare
- Il consumo quotidiano di frutta fresca, verdure e proteine vegetali (fagioli, ceci ed altri legumi).
Questi alimenti, aumentando il senso di sazietà, aiutano a ridurre l’apporto di calorie ed assicurano un cospicuo apporto di vitamine e minerali.
Inoltre essendo ricchi di fitosteroli (l’equivalente vegetale del colesterolo) riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo.
Il consumo del pesce come fonte di proteine, sia fresco che surgelato (3-4 volte a settimana). Il pesce (soprattutto alici, sardine, sgombro e salmone) è ricco di acidi grassi polinsaturi Omega 3 che hanno un’azione cardio-protettiva.
Utilizzare
Cotture semplici, favorendo la cottura al forno, alla griglia, al vapore.
Bere
- Almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno e non aspettare di aver sete.
- Un bicchiere di vino al giorno (meglio rosso), se gradito, perché è ricco di antiossidanti e favorisce l’aumento del colesterolo buono.
Vietato
- Saltare i pasti perché non solo non aiuta a dimagrire ma facilita l’assunzione di grandi quantità di cibo in un pasto unico, con conseguente difficile consumo delle calorie introdotte (specialmente se l’unico pasto è quello serale).
- Saltare la colazione perché è un pasto importante che ripristina lo stato di semi digiuno delle ore notturne assicurandoci un corretto funzionamento metabolico.
Leggere
L’etichetta degli alimenti per conoscere il contenuto in grassi, zuccheri e proteine, le calorie ed il contenuto di sodio ed additivi. Questo aiuterà a controllare quello che si mangia e le calorie introdotte ad ogni pasto.
Variare
Le scelte a tavola per non squilibrare la dieta perché ogni cibo ha un suo preciso ruolo nell’alimentazione quotidiana.
Per quanto riguarda l’assunzione delle proteine variare con la seguente suddivisione: tre volte alla settimana carne, di cui una rossa e due bianca, quattro volte il pesce, una/due volte i formaggi, una/due volte gli affettati, una volta le uova, 2 volte i legumi.
Non dimentichiamo infine che l’obesità è una malattia infiammatoria, nell’impostare un regime dietetico finalizzato alla perdita di peso potrebbe essere utile anche una valutazione delle intolleranze alimentari (allergie alimentari ritardate), che consentono di ridurre significativamente lo stato infiammatorio favorendo un significativo calo ponderale e il conseguente miglioramento del quadro clinico generale.
Infine ecco alcuni consigli alimentari divisi per patologia . . .
Diabete
- Moderare il consumo di grassi di origine animale
- Preferire carboidrati integrali, e consumarli nelle quantità consigliate dal medico
- Fare attenzione alla frutta limitando il consumo di cachi, fichi, uva, come anche limitare il consumo di miele e zucchero
- Non saltare i pasti rispettando almeno i tre pasti principali
Ipertensione
- Ridurre il consumo giornaliero di sale
- Limitare l’uso di condimenti contenenti sodio ( dado da brodo, ketchup, salsa di soia, senape) e utilizzare in sostituzione erbe aromatiche
- Evitare alimenti confezionati come snack salati, patatine in sacchetto, olive, salumi, formaggi
- Moderare anche la quantità di grassi e oli utilizzati come condimento
Dislipidemie
- Moderare il consumo di grassi e preferire quelli di origine vegetale (olio d’oliva extravergine) a quelli di origine animale (burro)
- Moderare il consumo di formaggi , insaccati, latte intero, fritti ovvero tutti quegli alimenti ricchi in colesterolo, scegliere invece alimenti ricchi di omega3 e omega6
- Aumentare il consumo di frutta, verdura e cereali che riducono l’assorbimento intestinale del colesterolo
- Ridurre il consumo di vino, birra e alcolici in genere.