Dalla Natura un aiuto nella lotta al Colesterolo
L'ipercolesterolemia è una patologia che affligge gran parte della popolazione occidentale....

L’ipercolesterolemia è una patologia che affligge gran parte della popolazione occidentale: 6 italiani su 10 ne soffrono (Italian Heart J. 2004), questo significa che in 6 italiani su 10 aumenta il rischio di poter presentare Sindrome Metabolica. Ridurre il proprio tasso di colesterolo è, quindi, importante: la riduzione del livello di colesterolo LDL del 10% determina una riduzione del rischio di malattie cardiovascolari del 20% (Framingham study, 2003). I criteri di definizione della sindrome metabolica sono definiti dall’International Diabetes Federation (IDF)
Ricordiamo che la Sindrome metabolica racchiude un’ insidiosa combinazione di patologie che insieme comportano un elevato rischio di comparsa di eventi cardiovascolari, può essere presente anche in persone che non hanno problemi di sovrappeso e/o obesità, purtroppo la presenza della sindrome metabolica triplica il rischio di infarto del miocardio o di ictus, raddoppia la mortalità per tali eventi ed aumenta di 5 volte il rischio di sviluppare diabete di tipo II.
Un corretto stile di vita è la cura migliore per la prevenzione della Sindrome Metabolica, tutti sanno che
DIETA EQUILIBRATA + ATTIVITA’ FISICA = MENO COLESTEROLO.
Ma se nonostante i nostri sforzi i valori di colesterolo e triglicerdi tendono a rimanere sopra i valori di riferimento, possiamo trovare un valido aiuto anche dai rimedi naturali?
Sembra proprio di sì, visto che la popolazione asiatica presenta generalmente valori di pressione arteriosa , trigliceridi, colesterolo più bassi rispetto alla media della popolazione occidentale, ci si è chiesti a cosa sia dovuta questa importante differenza. La risposta non può essere ricondotta solo a una sostanziale differenza dello stile di vita o dell’alimentazione, ma è legata alla presenza di un particolare ingrediente ricavato dal riso che spesso accompagna i cibi delle tavole orientali, ovvero il micete Monascus Purpureus, presente in molti liquori, aceti, vini, condimenti, salse, insaccati ed altri alimenti che aiutano, soprattutto arterie e cuore, a rimanere in condizioni ottimali.
Il Monascus Purpureus è un lievito contenuto nel Riso Rosso Fermentato, in particolare è un fungo tradizionalmente impiegato in Cina da millenni per la produzione del vino di riso, di fatto veniva coltivato sul riso ed era il rapido sviluppo del micelio con i suoi pigmenti rossi che finiva con il permeare completamente i grani di riso, conferendo il tipico colore rosso; è un componente tradizionale da secoli dell’alimentazione e della fitoterapia Cinese, utilizzato fin dall’800 dC nella prima Dinastia Tang e se ne fa menzione già nell’antichissima Farmacopea “BenCaoGangMu-DanShiBuYi”, pubblicata all’epoca della dinastia Ming (1368-1644)
Alla fine degli anni ’90 diversi studi hanno evidenziato l’efficacia del Monascus Purpureus in quanto produce diverse sostanze tra cui il suddetto pigmento rosso, sostanze batteriostatiche, steroli, acidi grassi mono – e poli-insaturi e le monacoline (0.2%), sostanze che correggono i lipidi ematici. Uno di questi, è “Monacolin K” noto anche come lovastatina. Le monacoline competono strutturalmente a livello della HMGCoA riduttasi con il HMGCoA, precursore del mevalonato, riducendo il colesterolo ematico.
Numerosi sono stati gli studi effettuati: da una metanalisi effettuata su 93 studi clinici inclusi per 9.625 partecipanti con formulazioni a base di Monascus Purpureus, appare evidente l’efficacia di tale rimedio.
La variazione del colesterolo totale in studi verso placebo o verso nessun intervento, ha dato risultati statisticamente significativi, mentre lo studio verso statine ha dato risultati statisticamente significativi solo per alcune di esse.
Chinese red yeast rice (Monascus Purpureus) for primary Hyperlipidemia : a meta-analysis of randomized controlled trials Jianping Liu, Jing Zhang, Yi Shi, Sameline Grimsgaard, Terje Alrae, Vinjar Fonnebo
Un ulteriore studio vs placebo condotto in doppio cieco ha dimostrato l’attività ipolipidemizzante del lievito rosso. Lo studio aveva l’obiettivo di valutare l’effetto ipolipidemizzante del lievito rosso contenuto in un supplemento dietetico vs la sola dieta. Nello studio sono stati arruolati 83 soggetti ipercolesterolemici (46 M; 37 F) non in trattamento con terapia ipolipidemizzante.
I soggetti sono stati trattati con 2,4 g di lievito rosso (contenenti 9,4 mg di monacoline) o con placebo in aggiunta ad una dieta ipolipidemizzante. Sono stati misurati i valori plasmatici di colesterolo totale, colesterolo LDL, colesterolo HDL e trigliceridi dopo 8 e 12 settimane di trattamento.
Dopo 8 settimane di trattamento con lievito rosso (2,4 g/die ) si è evidenziata una significativa riduzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL sia vs il basale sia vs il gruppo placebo (confronto alla medesima settimana). Si è inoltre riscontrata una riduzione dei trigliceridi plasmatici stasticamente significativa vs il basale, tali variazioni si sono mantenute fino alla fine dello studio (12 settimane).
Gli autori concludono confermando l’efficacia del Lievito rosso nel ridurre la colesterolemia e ne consigliano la sua utilità nell’approccio dietetico del paziente ipercolesterolemico.
Il Monascus è una statina naturale (lovastatina), anche il Ministero della Salute ha recentemente definito la sua utilizzabilità, quindi in base alla più recente letteratura scientifica, l’integrazione con Monascus Purpureus, unitamente ad idonee modalità dietetiche, può contribuire a migliorare la regolazione della ipercolesterolemia e della ipertrigliceridemia.
I farmaci attualmente in commercio di solito oltre al Monascus contengo altre sostanze ipolipidemizzanti come i policosanoli e/o la berberina.
I policosanoli sono una miscela di alcoli primari alifatici saturi, a lunga catena (da 24 a 36 atomi di Carbonio) di cui il più abbondante è l’1-octacosanolo. Sono estratti allo stato naturale dalla cera della canna da zucchero (Saccharum officinarum), nella cera d’api e possono essere estratti da sottoprodotti della lavorazione dei cereali (germe di grano, cera di riso).
Il policosanolo riduce la biosintesi del colesterolo, mediante inibizione della sintesi dell’enzima 3-idrossi-3-metilglutaril CoA (HMG-CoA) riduttasi.
L’efficacia e la tollerabilità del policosanolo è documentata da più di 60 studi clinici pubblicati finora, ed è stato dimostrato (su più di 3000 pazienti) che una dose di policosanolo compresa tra 10 e 20 mg/die è in grado di :
– abbassare del 17 e il 21% il colesterolo totale
– abbassare del 21 e il 29% il colesterolo LDL
– aumentare del’8 e il 12% il colesterolo HDL
– abbassare i trigliceridi, in media di circa il 10%
E’ stato dimostrato inoltre che il policosanolo ha la stessa efficacia della simvastatina e della pravastatina nel ridurre il colesterolo. Il policosanolo svolge anche una valida azione antiaggregante piastrinica, ed è efficace anche nel combattere i radicali liberi e proprio grazie a questo effetto ostacola l’ossidazione delle LDL.
Una metanalisi di recente pubblicazione ha confrontato l’efficacia nella riduzione della colesterolemia (Col, LDL) e la sicurezza d’uso del policosanolo vs steroli/stanoli.La metanalisi ha preso in considerazione studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati vs placebo pubblicati dal giugno 1967 al giugno 2003.Da MEDLINE, EMBASE, The Web of Science, Cochrane Library (giu 1967 – giu 2003).
In tutti gli studi clinici inclusi nella metanalisi, il policosanolo è stato ben tollerato. Solo 13 su 1513 pazienti (0,9%) hanno abbandonato lo studio per eventi avversi.
Dal confronto della riduzione percentuale netta (trattamento meno placebo) il policosanolo risulta essere più efficace degli steroli/stanoli vegetali nel controllo della colesterolemia (Col Tot, Col LDL, Col HDL).
Meta-Analysis of Natural Therapies for Hyperlipidemia: Plant Sterol and Stanol vs Policosanol
Judy T. Chen, Pharm.D. Robert Wesley, Ph. D. Robert D., Shamburek, M.D., Frank Pucino, Pharm. D., and Gyorgy Csako, M.D.
Il policosanolo alla dose media di 10,2 mg ha determinato una riduzione significativa dei valori plasmatici di Colesterolo Totale, Colesterolo LDL e un aumento significativo del Colesterolo HDL. La riduzione media della trigliceridemia non ha raggiunto invece la significatività statistica.
La berberina, è un alcaloide contenuto nella radice del biancospino ma anche in varie altre piante. A oggi è indicata nella gastrite, nelle coliti spastiche, negli spasmi viscerali di origine psicosomatica, nella psoriasi, nell’orticaria e nel prurito. Una ricerca, pubblicata su Nature Medicine, la indica come una possibile alternativa alle statine contro l’ipercolesterolemia
Berberine is a novel cholesterol-lowering drug working through a unique mechanism distinct from statins Kong W et al. Nat Med. 2004; 10:1344-1351.
La berberina riduce il colesterolo plasmatico aumentando l’uptake epatico delle lipoproteine LDL, attraverso l’aumento dell’espressione dei recettori epatici.
Studi preclinici in vitro e in vivo hanno dimostrato che la berberina è in grado di aumentare i livelli cellulari di RNA messaggero delle proteine del recettore delle LDL (mRNA LDLR), aumentandone l’espressione e la quantità disponibile. L’aumento dell’attività recettoriale determina un aumento dell’uptake epatico delle LDL e una riduzione della colesterolemia
Studi preclinici in vitro e in vivo hanno inoltre dimostrato che la berberina è in grado di promuovere anche il catabolismo epatico degli acidi grassi, substrato per la biosintesi dei trigliceridi, attraverso l’attivazione di una fosfochinasi (AMPK) capace di inattivare l’Acetil-CoenzimaA-Carbossilasi, un enzima chiave nella regolazione della sintesi dei trigliceridi.
Attraverso questo meccanismo la berberina riduce la sintesi epatica dei trigliceridi riducendone i valori plasmatici. La berberina grazie alla sua attività ipotrigliceridemizzante completa l’azione ipolipidemizzante consentendo di ridurre, oltre al colesterolo plasmatico anche i valori di trigliceridemia.
Concludiamo ricordando che l’effetto eulipemico, come dimostrano numerosi studi, è significativamente più pronunciato associando policosanolo, lievito rosso, berberina e antiossidanti (coenzima Q10, astaxantina, vitamina E). Infine in alcuni preparati vi può essere presente anche l’acido folico che è necessario per la metilazione dell’omocisteina e la sua trasformazione in metionina; una sua carenza provoca iperomocisteinemia, fattore di rischio cardiovascolare.