Batteri intestinali e dieta
Seguire una dieta per perdere peso è sempre faticoso, ma una volta ottenuto il calo ponderale se non si mantiene uno stile di vita corretto i chili di troppo tornano ad accumularsi e con un rapporto massa grassa /massa magra decisamente sfavorevole. Questo effetto yo-yo sperimentato da molte persone obese dopo una dieta dipenderebbe dai batteri che si trovano nel loro intestino.

Dieta e batteri intestinali
Seguire una dieta per perdere peso è sempre faticoso, ma una volta ottenuto il calo ponderale se non si mantiene uno stile di vita corretto i chili di troppo tornano ad accumularsi e con un rapporto massa grassa /massa magra decisamente sfavorevole.
Questo effetto yo-yo sperimentato da molte persone obese dopo una dieta dipenderebbe dai batteri che si trovano nel loro intestino.
Il microbioma degli obesi a dieta è caratterizzato da una scarsa diversità, e questo incide sui risultati a lungo termine dei regimi dimagranti. E’ quanto emerge da un nuovo studio presentato al Congresso europeo di endocrinologia a Monaco (Germania).
Recenti ricerche dimostrano che il microbioma intestinale svolge un ruolo importante nella regolazione del metabolismo: le persone obese hanno batteri intestinali più abili nell’estrarre energia dal cibo che viene poi convertita in grasso.
Lo studio: i ricercatori tedeschi dell’University Hospital Schleswig Holstein di Kiel hanno sottoposto 18 adulti obesi a una dieta di sole 800 calorie al giorno per un periodo di 3 mesi, monitorando:
♦ l’andamento del peso
♦ la loro sensibilità all’insulina,
♦ l’attività e la diversità dei loro batteri intestinali (utilizzando campioni di feci).
Hanno poi esaminato gli stessi fattori dopo aver sottoposto queste persone a una dieta di mantenimento per altri 3 mesi.
Poi hanno confrontato i risultati con quelli di 13 obesi (gruppo di controllo) e 13 adulti magri che hanno seguito la loro alimentazione normale.
Rispetto al gruppo di controllo o ai magri, gli obesi a dieta avevano una microbioma alterato in modo positivo alla fine dei 3 mesi di dieta, ma questo effetto non si è conservato nella fase di mantenimento del peso, nonostante i pazienti avessero perso in media 20 kg. Secondo Matthias Laudes, autore del lavoro, lo studio dimostra che non si sta facendo abbastanza per un cambiamento a lungo termine nei batteri intestinali delle persone obese, il che può spiegare il motivo per cui tanti” tornano ad accumulare peso.
A proposito di batteri intestinali . . .
Con i dolcificanti artificiali diminuiscono le calorie, ma aumenta il rischio di diabete
Riportiamo uno studio a conferma di uno precedentemente scritto. . . . . Per un maggior approfondimento
Peso e glicemia aumentano anche con i dolcificanti artificiali . . .
Sembra che scegliere i dolcificanti artificiali, in particolare quelli a base di aspartame, al posto dello zucchero, possa aiutare a ridurre le calorie, ma potrebbe essere poco salutare, portando a un aumento del rischio di diabete. Assumerli, infatti, comporta un cambiamento nei batteri intestinali, con conseguente intolleranza al glucosio, una condizione che predispone all’insorgenza del diabete. E’ quanto emerge da uno studio canadese, dell’Università di Toronto, pubblicato sulla rivista Applied Physiology, Nutrition and Metabolism.
Lo studio: i ricercatori hanno esaminato i dati relativi a 2.856 adulti, nell’ambito del Third National Health and Nutrition Survey, tutti hanno riportato la composizione della dieta nelle precedenti 24 ore e sono stati classificati come consumatori di dolcificanti artificiali (aspartame o saccarina), o consumatori di alte o basse dosi di zuccheri naturali (zucchero o fruttosio). Dai risultati è emerso che i batteri dell’intestino sono in grado di ‘scomporre’ i dolcificanti artificiali, e ciò porta anche a una modifica della flora intestinale stessa oltre che a una maggiore intolleranza al glucosio, una condizione che può aprire le porte al diabete.
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