Dieta: Mediterraneo e Giappone a confronto
La dieta mediterranea appartiene alla nostra tradizione quella giapponese è diventata di moda, scopriamo pregi e difetti

Dieta Mediterranea contro Giappone: entrambe salutari, ma chi garantisce più longevità
La dieta mediterranea è considerata la dieta sana per eccellenza, ma anche l’alimentazione giapponese ricca di pesce può contribuire positivamente alla nostra salute.
Confrontiamole
Dal punto di vista nutrizionale le due diete sono molto diverse, quella giapponese è caratterizzata dal consumo di proteine di origine prevalentemente vegetale e solo in minima parte di proteine animali.
In particolare è molto limitata la quota di quelle provenienti da carne rossa fresca e da carni rosse lavorate quali ad esempio i salumi, tipici prodotti italiani.
I prodotti tipici della cucina giapponese sono: riso, frutta, verdura, legumi, soia e derivati, pesce fresco, uova, pochi latticini, olio di avocado e thè verde.
Tutti questi alimenti sono privi o a ridotto contenuto di grassi saturi, i principali responsabili delle malattie cardiovascolari.
Da questo deriva l’effetto protettivo della dieta giapponese contro patologie cardiache, oncologiche e diabete come evidenziato dal British Medical Journal.
Anche la dieta mediterranea, è ricca di verdura e frutta fresche di stagione, cereali integrali, pesce, poca carne rossa soprattutto se trattata, olio extravergine di oliva, legumi e vino, preferibilmente rosso, in quantità controllate.
Alimenti ricchi di nutrienti che, se assunti con regolarità, nelle giuste quantità e frequenze, aiutano la nostra salute.
Non dimentichiamo che la dieta è fondamentale per il nostro benessere, ma ciò che serve per mantenere un buono stato di salute è lo stile di vita quotidiano.
- Dieta equilibrata e corretta
- alimenti di giusta qualità
- attività fisica moderata regolare e costante
- Sono gli alleati della nostra forma fisica
Due nemici da non sottovalutare sono il sale e la soia: il sodio, quando assunto in eccesso, contribuisce all’innalzamento dei valori della pressione arteriosa, aumentando rischio di ipertensione e di patologie cardiache e renali.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, consiglia di introdurre non più di 2 grammi di sodio al giorno, corrispondenti a circa 5 grammi di sale da cucina, ovvero un cucchiaino da thè.
L’alimentazione giapponese, visto il grande uso di salsa di soia, ne prevede un abbondante utilizzo, per questo è meglio non eccedere con questo tipo di condimento.
Nell’alimentazione occidentale, invece la prima fonte di sodio è il sale da cucina. Per insaporire i piatti consigliamo di utilizzare spezie e aromi. Non dimentichiamoci del sale nascosto in alimenti come : formaggi stagionati, insaccati, alimenti conservati in salamoia, inscatolati, cibi sottoposti a processi di salagione oppure affumicatura.
Per quanto riguarda il calcio, la dieta giapponese povera di latticini potrebbe far pensare a una sua possibile carenza, in realtà la soia, il miglio e il tofu ne sono ricchi.
Altri alimenti importanti fonti di questo prezioso minerale sono i semi di sesamo, chia e lino, le mandorle, gli spinaci, i legumi e i cavoli, in particolare il cavolo nero.
Mentre il riso può aiutarci a contenere la glicemia, il riso possiede un aminoacido essenziale, la lisina, ed è ricco di potassio. Quello bianco è un alimento ad alto indice glicemico: meglio consumare quello integrale e variare la dieta alternandolo ad esempio con farro, cous- cous integrale e grano saraceno.
Il pesce è presente in entrambe le diete, se decidiamo di consumarlo crudo oltre ad essere fresco deve essere necessariamente abbattuto.
Il pesce è un’ottima fonte di proteine nobili, quelle da consumarsi il più frequentemente possibile, in particolare sono consigliati i pesci ricchi di acidi grassi Omega3: salmone, tonno e pesci azzurri, come sgombri, acciughe e sardine.