Diminuire le calorie aiuta a vivere meglio e più a lungo
Mangiare poco, ma in modo equilibrato, allunga la vita, se fino a qualche tempo fa era una moda statunitense una teoria proposta solo da alcuni studiosi, oggi questa teoria sembra trovare conferme su molti fronti.

Diminuire le calorie aiuta a vivere meglio e più a lungo – Mangiare poco, ma in modo equilibrato, allunga la vita, se fino a qualche tempo fa era una moda statunitense una teoria proposta solo da alcuni studiosi, oggi questa teoria sembra trovare conferme su molti fronti.
In particolare una recente conferma viene dai ricercatori del Salk Institute for Biological Studies di La Jolla, in California che hanno identificato per la prima volta il gene che lega la restrizione calorica con la maggiore aspettativa di vita, hanno studiato diversi modelli animali tra cui vermi e moscerini della frutta, e hanno scoperto che a garantire un extrabonus di vita è il gene che codifica la proteina Pha-4. Gli scienziati hanno scoperto che nel Dna umano esistono ben tre geni che assomigliano a quello che produce la proteina Pha-4, e appartengono tutti a quella che viene definita la famiglia dei geni Foxa. Tutti e tre rivestono un ruolo determinante nello sviluppo dell’organismo e poi nella regolazione del glucagone, un ormone prodotto dal pancreas che serve a regolare il bilancio energetico.
I risultati di questo studio sono frutto di una ricerca iniziata molti anni prima che aveva mostrato come nei topi e in altre specie animali meno calorie erano in grado di allungare la vita anche del 40%.
In questi anni si sta cercando di mettere a punto dei farmaci che siano in grado di imitare gli effetti della restrizione calorica senza dover adottare un regime alimentare eccessivamente restrittivo, ma per adesso la restrizione calorica, unitamente a una dieta ricca di vitamine, minerali e altri nutrienti, rappresenta l’unica strada per ridurre drasticamente i rischi di cancro, diabete, malattie cardiovascolari e tutte le altre patologie legate all’invecchiamento.
Anche dall’Università ell’Illinois arriva la conferma di come un regime alimentare restrittivo sia in grado di allungare l’aspettativa di vita del 30%, e questo perché chi mangia poco frena l’ormone della crescita e rimane sensibile all’insulina.
Il lavoro pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha messo a confronto due gruppi di topi, uno rappresentato da topi normali, il secondo composto da topi a cui era stato spento il recettore per l’ormone della crescita. Metà degli animali veniva tenuta a dieta, l’altra metà aveva cibo a volontà. Gli animali normali a dieta sono vissuti di più di quelli che mangiavano liberamente. Fin qui niente di nuovo. Gli animali senza recettori per l’ormone della crescita vivevano a lungo, con o senza dieta, ma mai di più degli animali normali a dieta. La ricerca ha mostrato che:
- Ridurre le calorie della dieta equivale e eliminare il recettore dell’ormone della crescita.
- Negli animali l’allungamento della vita è stato di circa il 30%.
- Chi introduce una quantità eccessiva di calorie sviluppa una resistenza all’azione dell’insulina, ormone coinvolto nei processi di trasformazione degli zuccheri assunti con l’alimentazione, resistenza che è alla base della comparsa della cosiddetta sindrome metabolica, caratterizzata da obesità, ipertensione, diabete e patologie cardiovascolari.
Un apporto calorico limitato comporta un rallentamento del metabolismo, specie dell’energia ricavata dal glucosi, senza comportare però un aumento di peso; così diventa sempre più difficile bruciare il “grasso”, si verifica un calo della temperatura di un grado, si riduce l’impatto dei radicali liberi “colpevoli” dell’ossidazione e quindi dell’invecchiamento.
Per ottenere i migliori benefici dalla dieta quotidiana, bisogna mangiare meno calorie “vuote”, quelle cioè prive di vitamine e sali minerali. Ciò significa che l’alimentazione deve essere bilanciata e ricca di nutrienti, ovvero di alimenti contenenti vitamine e sali minerali essenziali per il nostro organismo.
Non serve a nulla, quindi, mangiare metà hamburger o mezzo cartone di patatine fritte, né bere mezza lattina di una delle tante bevande in commercio. Meglio preferire ai cibi industriali raffinati e particolarmente elaborati, quelli naturali e meno processati come verdure, cereali integrali, legumi, pesce, olio di oliva e frutta.
Mangiar meno e meglio, dunque, favorisce la longevità, aiutando oltretutto ad invecchiare in salute.
Tutto questo concorre anche a ridurre uno stato infiammatorio dell’organismo responsabile di numerose patologie. Per migliorare tale stato infiammatorio è molto importante instaurare un regime alimentare che tenga conto delle intolleranze alimentari, la cui presenza favorisce la produzione dei radicali liberi il controllo di tale produzione risulta fondamentale nella prevenzione delle malattie degenerative ad essi associati e dell’invecchiamento.