Disfagia (2) …. i consigli alimentari

In questo articolo approfondiremo la tematica legata all'alimentazione. Troverete utili consigli su come impostare una corretta alimentazione anche per chi soffre di questo disturbo...

Consigli alimentari utili . . .

Accorgimenti per disfagia:
Frazionare l’alimentazione in 5-6 pasti/die (colazione, pranzo, cena, 2 spuntini)

Arricchire le preparazioni aggiungendo burro, olio, formaggio grattugiato, mascarpone, panna, besciamella, maionese, salse varie.

Aumentare l’utilizzo di zucchero, miele, sciroppi.

Aumentare l’apporto proteico aggiungendo alla pietanza uova, latte e derivati, carne, pesce.

Quando necessario utilizzare alimenti supplementari in commercio (liquidi, polvere, cremosi).

Il pasto deve avvenire in posizione seduta o semi-seduta, con testa leggermente inclinata in avanti.

Mangiare in ambiente tranquillo, privo di distrazioni. NON parlare durante il pasto, non guardare la TV. Mangiare lentamente.

Se si utilizza il cucchiaio, portatelo alle labbra del paziente dal basso, e servitegli bocconcini piccoli. Mettete il cibo al centro della bocca, sulla parte anteriore della lingua, a 1/3, spingere la lingua verso il basso, per evitare che si rovesci in dietro.

Durante il pasto eseguire dei colpi di tosse volontari, ad intervalli regolari allo scopo di liberare le vie aeree superiori dalla presenza di un eventuale residuo alimentare.

In caso di tosse . . . aspettare a riprendere l’alimentazione fino alla ripresa del controllo volontario della coordinazione respiratoria e della deglutizione.

Assicurarsi che il paziente abbia ingerito il boccone precedente prima di passare al successivo.

Sono preferibili le preparazioni fredde o calde che stimolano la deglutizione. Quando la temperatura è simile a quella corporea non stimola la percezione del boccone durante le diverse fasi della deglutizione, occorre quindi scegliere temperature più calde o più fredde di 36-37°C.

Evitare cibi irritanti, piccanti e superalcolici, che possono provocare tosse.

Limitare l’uso di farmaci sedativi della tosse.

NON assumere alimenti a doppia consistenza, es. pastina in brodo, minestra a pezzettini, caffè latte con il pane.

In caso di stanchezza interrompere immediatamente il pasto. Dopo il pasto bisognerebbe stare seduti almeno 20 minuti.

Sono consigliabili alimenti che NON tendano a sbriciolarsi o frammentarsi. Sono quindi da evitare tutti gli alimenti che possono provocare tale fenomeno (cracker, grissini, biscotti, pastina in brodo, riso, frutta secca). Attenzione anche ai legumi.

 

ALIMENTI SCONSIGLIATI

ALIMENTI CONSIGLIATI

Liquidi (latte, brodo, succhi di frutta, acqua, tè, tisane)

Acqua gelificata o bevanda con l’aggiunta di addensante

Legumi (da evitare la buccia dei piselli, fagioli, ceci, lenticchie)

Omogeneizzati di verdura o legumi

Torte secche

Budini, creme, gelati

Cibi con una parte liquida ed una solida (minestra in brodo, macedonia, yogurt con pezzi di frutta)

Cibi omogeneizzati o frullati (con mixer o frullatore)

Cibi a 2 temperature, caldo/freddo (es. frutta con gelato)

Cibo con un’unica temperatura (no temperatura ambiente)

Formaggi molli che si appiccicano al palato

Formaggi teneri

Verdura a fibra lunga (finocchi, carciofo, insalata, foglie di cavolo, fagiolini con il filo)

 

Passato di verdura, purea di patate

 

Il cibo deve essere costituito da particelle della stessa consistenza e dimensione. E’ quindi controindicato il minestrone di verdure in pezzi, la pastina in brodo.

Il cibo deve riportare un grado di scivolosità poiché questo garantirebbe una deglutizione più facile. In tal modo il bolo esercita il minor attrito possibile nel suo passaggio verso l’esofago. Sono da evitare tutti i cibi secchi, mentre è consigliabile l’uso di condimenti lubrificanti come olii vegetali, burro, panna, etc…che ne aumentano anche l’apporto calorico se necessario.

Importanti sono le porzioni e le dimensioni del boccone che varierà a seconda del tipo di alterazione della deglutizione. In caso di deficit di forza nella fase propulsiva, il cibo tende a restare in bocca, quindi il boccone deve essere tanto più piccolo quanto maggiore è la difficoltà di spinta lamentata. In caso invece di deficit della peristalsi faringea, il cibo tende a sostare in gola, quindi il boccone deve essere più grosso, rispettando sempre il grado di consistenza, compattezza e omogeneità.

E’ importante cercare di rispettare i gusti e le preferenze dell’anziano, tenendo conto che il sapore “acido”, “amaro” e “piccante” possono aumentare il rischio di aspirazione in caso di scarso controllo linguale, ipomobilità faringea o ritardo nell’innesco del riflesso di deglutizione. Viceversa gli stessi sapori possono essere d’aiuto in caso di ridotta sensibilità. Il sapore “acido” ha l’effetto di aumentare la secrezione salivare (quindi da evitare in caso di scialorrea).

 

Se la disfagia è grave, ovvero se è controindicata l’alimentazione orale, oppure nei casi in cui l’alimentazione orale copre solo il 50% del fabbisogno calorico, bisogna attuare la nutrizione artificiale (NA). La prima scelta sarà la nutrizione enterale (NE) mediante sondino naso-gastrico oppure se è necessaria per un tempo superiore alle 3-4/sett, tramite Gastrostomia Endoscopica Percutanea (PEG) o Digiunostomia Nutrizionale.

 

Disfagia parte 1

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