Diverticoli

I diverticoli sono presenti in circa il 65% degli individui adulti, soprattutto nelle donne . . .

I diverticoli sono presenti in circa il 65% degli individui adulti, soprattutto nelle donne.
La presenza di diverticoli nell’intestino, è una condizione differente dalla diverticolite, che è invece l’infiammazione dei diverticoli e che colpisce il 10-25% delle persone con diverticolosi. 
La diverticolosi non è di per sé una patologia, ma un’alterazione anatomica e la maggior parte delle persone che presenta questa condizione non ha sintomi; compare soprattutto dopo i 40 anni di età.
I fattori di rischio, che hanno un ruolo chiave nel favorire la formazione di diverticoli, sono:

  • età
  • sesso femminile
  • cattive abitudini alimentari e vita sedentaria
  • obesità
  • assunzione di antinfiammatori

I diverticoli sono dovuti alla lassità dei tessuti del connettivo, ovvero di tutte quelle fibre che sostengono l’intestino, compreso il tessuto muscolare.
Nella maggior parte dei casi la terapia verte semplicemente in raccomandazioni: bere acqua,  incrementare il consumo di frutta e verdura e, quindi, di fibre per facilitare la motilità dell’intestino ed evitare così la stitichezza. I Kiwi, si possono assumere.  A conferma di questo, in America è stato effettuato uno studio  su un campione di 50.000 pazienti che dimostra esattamente il contrario: chi riduce il consumo di frutta, verdura e cibi contenenti semi è più a rischio di diverticolite.

Sintomi . . . diverticolosi implica la presenza di diverticoli, ma è asintomatica. In caso di diverticolite si hanno sintomi simili a quelli del colon irritabile, ovvero . . .

  • gonfiore
  • dolore addominale abbastanza forte ai quadranti inferiori, spt. a sinistra
  • alterazione della regolarità intestinale

A tali sintomi si possono associare: nausea e/o riduzione dell’appetito.
I pazienti con diverticolosi in genere non devono fare dei controlli ripetuti nel tempo, a meno che non si verifichino nuovi episodi che facciano sospettare una diverticolite.
In presenza di diverticolite l’approccio è essenzialmente medico ed è risolutivo nel 90% dei casi. Il primo intervento è quello di mettere il paziente a dieta liquida ed eventualmente si prescrivono degli antibiotici.
Un regime nutrizionale restrittivo dev’essere seguito per 7-15 giorni.  Sono rari i casi che non trovano risoluzione clinica e che di conseguenza vedono la necessità di intervenire con il ricovero e un intervento chirurgico.
Chi ha la diverticolosi non deve fare terapie ripetute. Chi è soggetto a malattia diverticolare dovrebbe seguire una dieta a base di fibre oltre all’uso di antibiotici, particolarmente quelli a rilascio intestinale. 
Si è scoperto recentemente che la somministrazione di particolari antinfiammatori, come per esempio la mesalazina, costituisce una terapia efficace per trattare la malattia diverticolare.
In caso di diverticolosi è sufficiente una dieta ricca di fibre. Se, invece, sopraggiunge una malattia diverticolare bisogna ricorrere ad antibiotici a rilascio intestinale, antinfiammatori e fermenti lattici. Se si presenta la diverticolite si consiglia il ricovero in pronto soccorso e, in caso di complicanze, l’intervento chirurgico.

Gli esami che permettono di scoprire i diverticoli sono:

  • colonscopia;
  • TAC dell’addome;
  • colonscopia virtuale (è una TAC dell’addome in cui avviene una ricostruzione tridimensionale dell’intestino)
  • clisma opaco a doppio contrasto