Etichette: leggi gli ingredienti nascosti
Fare la spesa in modo consapevole è fondamentale, saper leggere le etichette è il primo passo

Etichette: leggi gli ingredienti nascosti
Quando andiamo a fare la spesa spesso siamo di corsa e mettiamo nel carrello frettolosamente tutto quello che ci serve senza prestare la minima attenzione alle etichette di ciò che compriamo
Zuccheri e …. nella carne
Al supermercato provate a guardare l’etichetta di un hamburger scoprirete che la percentuale di carne varia dal 75% al 95%. Infatti a leggere bene le etichette si scopre che non si tratta di carne ma di preparazioni di carne, una denominazione che rivela l’utilizzo di altri ingredienti. Quali? Principalmente acqua e pangrattato, ma anche, a seconda dei prodotti, farina di soia, fibra vegetale, estratto di lievito, additivi, aromi… Tutti ingredienti che permettono di dare al prodotto sapore, peso e consistenza risparmiando sulla materia prima più nobile, la carne appunto.
Tra gli ingredienti potreste trovare anche un «preparato» a base di acqua, aromi, spezie e saccarosio, che è lo zucchero da tavola.
Zucchero nella carne? Sì, se è per questo anche nell’insalata di mare che si compra al banco frigo. E nel pane in cassetta. E in molti altri cibi, dagli insaccati alle salse. Per esempio nel prosciutto cotto, nello speck, nella bresaola, nei sughi pronti e nel pesto si trova il «destrosio» o «glucosio», un composto lievemente meno dolce del saccarosio usato dall’industria alimentare per ammorbidire e migliorare il sapore nel caso in cui la materia prima non sia eccellente
L’alcol nel pane e lo zucchero nascosto
Vi siete mai soffermati ad annusare l’odore del pane in cassetta?
Lo sapevate che nel pane in cassetta vi è la presenza dell’alcol etilico che viene utilizzato come antimuffa. È volatile, non fa male, ma l’odore si sente, inoltre c’è l’amido (di mais, di riso, di patata…) che si usa come addensante in cibi in cui non ci si aspetterebbe di trovare dei carboidrati, per esempio yogurt e affettati.
E tutti quei prodotti come yogurt, succhi di frutta, dolci — in cui oltre allo zucchero (saccarosio) si leggono ingredienti come estratto d’uva, sciroppo d’acero, sciroppo di mais, purea di mela, sono zuccheri anche quelli, estratti dalla frutta …Attenzione !
Alzano di molto l’indice glicemico dell’alimento, quindi la sua capacità di aumentare il livello di zuccheri nel sangue.
Leggere attentamente l’etichetta
Alcuni dei cibi che compriamo quotidianamente al supermercato sono pieni di ingredienti nascosti. Anche se il regolamento europeo 1169/2011 impone di dichiarare tutto ciò che si trova nel prodotto finito in ordine decrescente talvolta gli ingredienti contenuti sono segnalati in modo non chiaro e soprattutto spesso non ci si immaginerebbe di trovarli in certi alimenti: chi collegherebbe la scritta succo di mora allo zucchero, magari in una bevanda al mirtillo ?
L’estratto di lievito, che è sale è un altro ingrediente in incognito. C’è nei brodi pronti, nelle zuppe, nelle pizze e nelle focacce confezionate. In pratica è sale: si tratta di un additivo ottenuto dalla fermentazione del lievito, è un esaltatore di sapidità che va ad aumentare la quantità di sodio nel cibo.
Non è nocivo, però è sale e visto che i limiti consigliati dall’Organizzazione mondiale della sanità raccomandano di assumere 3 grammi al giorno, ossia un cucchiaino da caffè, è evidente quanto sia facile superare questo limite. Nulla è tossico, ma la salute!!!
Stessa cosa per lo zucchero: quello aggiunto, non contenuto naturalmente nella frutta e nei carboidrati ma proveniente dagli altri cibi, per l’Oms non dovrebbe superare il 10% dell’apporto energetico quotidiano (la tendenza però attuale è cercare di evitarlo).
Ma tra un pane in cassetta al mattino, un succo di frutta al pomeriggio, un affettato e qualche biscotto la soglia si supera senza accorgersene. Chiediamoci quanti nutrienti ingeriamo con gli alimenti industriali senza accorgercene.
Nessuna delle sostanze citate finora è tossica, è tutto ammesso e legale, ma il problema sta nell’effetto di accumulo: quanti zuccheri, quanto sale e quanti grassi mangiamo in una giornata, visto che sono contenuti anche nei prodotti più insospettabili?
Zuccheri, grassi e sale queste sono le tre sostanze più sotto osservazione secondo l’Oms, perché responsabili della maggior parte delle patologie attuali:
♣ Lo zucchero innalza i livelli di glicemia nel sangue, dà dipendenza, fa venire voglia di mangiare di più, porta a ingrassare e a una maggiore esposizione alle malattie cardiovascolari
♣ Il sale può causare ipertensione e aumenta la propensione agli ictus.
♣ I grassi, soprattutto quelli saturi di origine animale e peggio ancora quelli idrogenati, cioè oli vegetali trasformati in solidi dall’ industria alimentare, concorrono a innalzare il colesterolo nel sangue.
Per mangiare davvero bene, se non si ha il tempo e la possibilità di comprare tutto fresco e di cucinare a casa, bisogna sforzarsi di leggere le etichette. Sia la tabella nutrizionale, che riporta le quantità di carboidrati (di cui zuccheri), di grassi (di cui saturi) e di proteine, sia l’elenco degli ingredienti.
Una questione di qualità
Inutile dire che è anche una questione di qualità. Più la lista degli ingredienti di un prodotto è lunga più è indice di un alimento elaborato. Di fronte agli scaffali bisogna fare un gioco: chiedersi come si preparerebbe a casa quello che si vuole comprare. Il pane? Acqua, farina, lievito, sale. Lo yogurt? Latte e fermenti lattici. L’hamburger? Carne macinata e, al massimo, spezie. Chiaro che l’industria deve aggiungere dei conservanti, perché altrimenti il prodotto scadrebbe subito. Ma se ci sono troppe cose significa che è necessaria una correzione del sapore, il che fa pensare a una materia prima di livello basso.
L’etichetta corta
Bisognerebbe premiare chi si impegna nella cosiddetta “etichetta corta”. Alcune aziende stanno lanciando linee con pochi ingredienti: ecco, il consumatore potrebbe fare attenzione a scegliere quei prodotti con pochi ingredienti.
Quello su cui bisogna lavorare di più, poi, è l’educazione del consumatore. Le informazioni sono infatti già praticamente tutte scritte sui prodotti: serve però un’opportuna preparazione per capirle. Per quanto sempre più complete, con le ultime integrazioni che obbligano a indicare l’origine anche del grano, restano difficili da comprendere complice anche il poco tempo che abbiamo a disposizione.
Per esempio sarebbe utile conoscere le dosi esatte degli additivi. Spesso indicati solo con l’e-number (E250, E251, ecc.) che non aiuta chi legge.
Non c’è nessun obbligo, inoltre, di scrivere zucchero se si sta usando succo d’uva e, si sa, il succo d’uva attira di più. Caseine del latte nella pasta fresca. Qualche esempio: se nel ripieno della pasta fresca trovate, in alto nella lista degli ingredienti, le caseine del latte (proteine del siero del latte usate come stabilizzanti), significa che il produttore ha voluto risparmiare usando poca farcitura.
Anche le miscele di destrosio, amido e acqua negli insaccati e nella carne sono indice di una qualità dubbia. Meglio scegliere i salumi Igp, almeno hanno un disciplinare, che dà un’altra indicazione: cambiate spesso marca dello stesso prodotto, almeno la formulazione sarà un po’ diversa.