Gluten Sensitivity … seconda parte
Continua l'appuntamento con la Gluten Sensitivity..approfodiamo le tematiche relative a diagnosi e cura....

Alcune ulteriori precisazioni: Quali citochine vengono coinvolte?
Una breve definizione di citochine |
Le citochine sono proteine di piccole dimensioni, prodotte dalle cellule del sistema immunitario (macrofagi, linfociti), che trasmettono messaggi in grado di attivare funzioni specializzate come la riproduzione e la differenziazione cellulare. Mediante la secrezione di queste molecole un leucocito può guidare l’attività di un altro leucocito. In questo modo una sola cellula attivata può mettere in moto numerose funzioni in altri leucociti regolarne intensità e direzionalità. Le citochine regolano l’attivazione cellulare, non solo limitatamente al sistema immunitario ma quando le cellule percepiscono segnali di un’invasione estranea secernono interleuchine che costituiscono quindi uno dei principali meccanismi di comunicazione tra le cellule del sistema immunitario, in cui ognuna di queste molecole, da sola o in associazione con altre, promuove e coordina le attività delle altre cellule.
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Numerosi studi hanno documentato che esistono diversi tipi di citochine implicate nei meccanismi infiammatori, a seconda se andiamo a valutare il Morbo Celiaco o la Gluten Sensitivity.
È stato recentemente dimostrato infatti che la citochina IL-17A è espressa ad alti livelli nel Morbo Celiaco, ma non nella Gluten Sensitivity, e che solo nella celiachia si registrano elevati livelli di IL-6 e di IL-21 (marcatori dell’immunità adattativa) nella mucosa. Questo profilo citochinico contribuirebbe alla distruzione della funzione di barriera intestinale ed all’avvio del danno tissutale. Nel Morbo Celiaco e nella Gluten Sensitivity vi sono differenze nei livelli di permeabilità intestinale e nell’espressione dei geni che regolano la risposta della mucosa intestinale. Celiachia e allergia al frumento generano risposte del Sistema immunitario adattivo, mentre si ritiene che le reazioni nella sensibilità al glutine siano correlate al Sistema immunitario innato, generando in questo modo una risposta più immediata.
Solo nella Gluten Sensitivity si registrano nella mucosa livelli elevati di TLR2 toll-like receptors (TLR), marcatore dell’immunità innata. A tal proposito, rispetto al Morbo Celiaco, si sono ritrovati alti livelli di TLR, in particolare di TLR2; tali recettori sono antichissimi e conservati in corso di evoluzione, atti al controllo delle infezioni microbiche mediando una risposta infiammatoria acuta dell’immunità innata. Nella Gluten Sensitivity la proteina CLDN4, marcatore dell’integrità della barriera intestinale, è aumentata, mentre nel Morbo Celiaco la sua espressione è ridotta.
La diagnosi e le nostre riflessioni
Per la corretta diagnosi di Gluten Sensitivity è necessario innanzitutto escludere la celiachia e l’allergia al frumento con test appropriati. Attualmente molti medici disconoscono questo spettro di intolleranza al glutine e ritengono che i pazienti non celiaci riconosciuti sierologicamente, ma migliorati grazie alla dieta senza glutine, stiano semplicemente beneficiando di un effetto placebo. Non a caso infatti la non-celiac gluten sensitivity, nonostante interessi una moltitudine di persone di ogni età, non è riconosciuta nel nostro Paese; in Italia vi è solo il riconoscimento della malattia celiaca. Altri medici più sensibili a questa nuova realtà tendono a fare diagnosi basandosi esclusivamente sulla comparsa o scomparsa dei sintomi e propongono una dieta di riduzione degli alimenti contenenti glutine ovvero tendono a consigliare un periodo di tre mesi di dieta aglutinata per ridurre la sintomatologia. A volte si tratta di pazienti che possono arrivare ad ingerire gradualmente modeste quantità di glutine, anche fino a 100 grammi al giorno, per loro è consigliabile sostituire il grano con farine che contengano una quota minima di glutine e con legumi o riso, consumando glutine ogni 2-3 giorni a piccole dosi, ovvero una dieta gluten free per piccoli quantitativi tollerabili. La soglia individuale è variabile: alcuni, anche alla reintroduzione di piccoli quantitativi, lamentano meteorismo e bloating mentre altri sopportano meglio piccoli carichi. La sensibilità può aumentare nel corso della vita o scomparire naturalmente senza lasciare reliquati, a differenza della celiachia che si accompagna ad un effetto cumulativo. A questo punto è necessario precisare che per la diagnosi potrebbe essere utile affidarsi a test specifici per la ricerca delle intolleranze alimentari. Ricordiamo che l’infiammazione da cibo dovuta al glutine viene confermata da sempre più frequenti e documentati lavori scientifici tra questi l’ultimo pubblicato su British Medical Journal evidenzia in costante crescita i valori di anticorpi antigliadina sia di tipo IgA sia di tipo IgG nelle popolazioni che lamentano “colon irritabile”, e soprattutto identificano una risposta alla introduzione del glutine (test in doppio cieco randomizzato) in circa un terzo dei casi valutati (29,5%). Di fronte ad una crescita importante di persone che stanno meglio seguendo una dieta con un’assunzione controllate di glutine, è possibile ipotizzare che la vera reattività non è al glutine, ma ai fruttani che sono presenti nel frumento, anche se da un punto di vista pratico non cambia nulla perché nella dieta devono essere controllati i cereali con glutine. E’ bene precisare che da una condizione come questa si guarisce in modo semplice: imparando a variare gli alimenti, continuando a mangiare glutine e rieducando alla tolleranza l’organismo.
Oggi sappiamo con certezza che la modulazione dell’assunzione alimentare può essere uno dei più importanti fattori per controllare l’” infiammazione da cibo”, causa di una vasta serie di disturbi acuti e cronici.
Per ottenere il recupero della tolleranza da parte dell’organismo sarà utile seguire una dieta di rotazione al fine di
- favorire il recupero della tolleranza nei confronti dei cibi non tollerati;
- evitare pericolose diete di eliminazione, utili solo in caso di allergia classica, quella cioè mediata da IgE ad alto titolo;
- consentire il rispetto della socialità e del piacere legati all’alimentazione mediante l’attuazione di una dieta di rotazione che preveda alcune giornate di alimentazione
Non dimentichiamoci di variare l’alimentazione anche perché la ripetizione sistematica dell’assunzione di alcuni alimenti dà facilmente luogo all’insorgere di nuove ipersensibilità.
Conclusioni
La sensibilità non-celiaca al glutine (GS) costituisce ad oggi una condizione ancora scarsamente definita. L’impegno della comunità scientifica è verificare l’esistenza della GS mediante una serie di studi controllati, che possano portare alla definizione di marcatori specifici e di criteri diagnostici precisi.
La terapia biologica associata ad una dieta adeguata può evitare il cronicizzare di una patologia che, pur non alterando la permeabilità intestinale, provoca sicuramente notevole discomfort fisico e psichico.
Articolo tratto da ” La Medicina Biologica” Luglio-Settembre 2013