Grassi insaturi: allungano la vita

Il legame tra assunzione di grassi insaturi e riduzione della mortalità per tutte le cause è stato evidenziato dai risultati di uno studio americano

I grassi buoni allungano la vita

Prendiamo spunto da un articolo comparso sul Corriere della Sera che riporta uno studio americano pubblicato su Jama, che ha dimostrato che un elevato consumo di grassi insaturi (sia polinsaturi che monoinsaturi) contenuti in oli, frutta secca, semi e salmone è collegato a una diminuzione della mortalità dall’11 al 19%.
Oli come l’extravergine d’oliva, noci, mandorle, nocciole, semi come quelli di lino o di girasole, e pesce come il salmone, gli sgombri, le sardine, sono alcuni degli alimenti che «allungano la vita» e migliorano la salute grazie al loro elevato contenuto in «grassi insaturi» anche se, sottolineano gli esperti, è bene che la dieta sia sempre completa e bilanciata e non ci si fossilizzi su pochi alimenti.
Il legame tra assunzione di grassi insaturi e riduzione della mortalità per tutte le cause è stato evidenziato dai risultati di uno studio americano che ha coinvolto oltre 126 mila persone, il cui stato di salute è stato monitorato per 32 anni.
Condotto presso i prestigiosi Harvard Chan School e Brigham and Women’s Hospital, lo studio rappresenta ad oggi l’analisi più dettagliata e robusta su come i diversi grassi alimentari influenzano la salute.
Tra le abitudini che allungano la vita troviamo l’assunzione di cibi vegetali che dovrebbe coprire il 95% dell’alimentazione.
Per questo sarebbe utile sostituire i grassi saturi come il lardo, il burro, i grassi della carne rossa con quelli di tipo vegetale, come olio d’oliva, olio di semi, olio di soia.
Aumentare il consumo di grassi trans (margarine, brioche, snack dolci, salatini, patate fritte surgelate, dadi, alimenti da fast-food) del 2% comporta un aumento del 16% del rischio di morire prematuramente.
Tra le evidenze più importanti dello studio troviamo utili indicazioni su come dovrebbero essere sostituiti i grassi saturi: chi li ha sostituiti con i grassi polinsaturi ha avuto un rischio di morte complessivo decisamente più basso, per il rischio di morte per malattie cardiovascolari, cancro, malattie neurodegenerative, malattie respiratorie rispetto a coloro che hanno mantenuto un elevato consumo di grassi saturi.
I risultati confermano quelli di precedenti ricerche che avevano già dimostrato una riduzione del colesterolo cattivo con la sostituzione dei grassi saturi e trans con quelli insaturi.
Invece la sostituzione dei grassi saturi con i carboidrati comporta solo un rischio di mortalità leggermente più basso, mentre la sostituzione di tutti i tipi di grassi con i carboidrati è stata associata a una mortalità poco più alta.
Questo dato è riferito soprattutto all’alimentazione americana dove i carboidrati sono principalmente amido raffinato e zucchero che comportano un rischio di mortalità simile ai grassi saturi.
Per una dieta più sana quindi scegliete i grassi insaturi cosiddetti “buoni”, ovvero quelli che vengono da olio di oliva, semi oleosi e oli vegetali, mangiate più pesce rispetto alla carne e la frutta secca non salata.
Ricordiamo inoltre i grassi insaturi si dividono in:
Monoinsaturi
utili per aumentare il colesterolo buono, l’HDL, riducendo allo stesso tempo quello cattivo, LDL, che troviamo anche nell’humus, guacamole, avocado e verdure. Togliete o riducete dalla vostra alimentazione il burro e sostituitelo con olio d’oliva.
Polinsaturi che si trovano invece nella frutta secca, negli oli vegetali e nel pesce azzurro: in questa categoria vi sono anche gli acidi grassi omega 3 e omega 6, o essenziali, che il nostro organismo non è in grado di produrre, e che quindi vanno assunti tramite una corretta alimentazione. Gli acidi grassi omega 3 agiscono sui processi infiammatori, riducono trigliceridi e controllano la pressione sanguigna.

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