I consigli del Prof. Berrino per l’emergenza
Le giornate sono trasformate dall’emergenza e conseguentemente occorre modificare anche la routine alimentare, per riportarla in armonia con la vita; a tale proposito ritengo utile pubblicare la lettera di Franco Berrino, noto epidemiologo ed ex direttore del dipartimento di Medicina preventiva dell’istituto nazionale dei tumori di Milano

Le giornate sono trasformate dall’emergenza e conseguentemente occorre modificare anche la routine alimentare, per riportarla in armonia con la vita; a tale proposito ritengo utile pubblicare la lettera di Franco Berrino, noto epidemiologo ed ex direttore del dipartimento di Medicina preventiva dell’istituto nazionale dei tumori di Milano, nonché fondatore insieme ad Enrica Bortolazzi dell’associazione “La Grande Via”. Berrino dà alcuni consigli utili su quali cibi prediligere in questo periodo per potenziare il sistema immunitario contro il virus.
“Cari amici, sono tempi difficili, noi anziani siamo confinati a casa, i bambini non possono andare a scuola, dobbiamo evitare ogni contatto con altre persone…lavare le mani, non toccarci occhi, naso, bocca… sono regole importanti da rispettare, ma possiamo fare di più, possiamo potenziare le nostre difese. Fin dai tempi di Pasteur si sa che le malattie infettive dipendono, si, dal contatto con il microbo o il virus, ma anche dal terreno, il nostro terreno, quello che coltiviamo dentro di noi.
La Grande Via: la via del cibo, del movimento e della meditazione, è anche la via per fortificare il nostro terreno e difenderci dalle infezioni.
Grandi studi epidemiologici che seguono centinaia di migliaia di persone, in Europa e negli Stati Uniti d’America, di cui conosciamo le abitudini alimentari, hanno dimostrato che chi ha un’alimentazione ricca di fibre vegetali, soprattutto di cereali integrali, muore meno, oltre che di diabete, di infarto e di cancro, anche di malattie infettive. Già 50 grammi di cereali integrali al giorno riducono significativamente la mortalità per malattie infettive e 90 grammi al giorno la riducono del 25%. È sufficiente mangiare pane integrale invece di pane bianco, riso integrale invece di riso bianco, oppure zuppe di orzo o farro decorticato, o sorgo, miglio, grano saraceno. Le fibre fanno funzionare bene l’intestino, nutrono i microbi buoni che vivono nell’intestino e lo mantengono in buona salute, e se l’intestino è sano anche il sistema immunitario è sano e ci difende dalle infezioni.
Cogliamo l’occasione dello stare in casa per cimentarci nella cucina dei cereali integrali.
Vi ricordo le dosi:
Riso integrale: un volume di riso e due di acqua fredda, quando bolle mettere il fuoco al minimo, il sale, il coperchio e la sveglia a 45 minuti, poi spegnere il fuoco e muovere il riso con bacchette di legno.
Miglio decorticato: un volume di miglio in tre volumi di acqua calda per 25-30 minuti.
Orzo o farro decorticati: un volume in tre di acqua, a freddo, e cuocere a fuoco basso per 45 minuti (meglio prima ammollare il cereale in acqua per qualche ora, ma non indispensabile).
Grano saraceno: uno a due per 20 minuti. Oggi sono in commercio ottime polente di saraceno istantanee. Impastando la farina di saraceno con la purea di zucca o di cavolfiore, inoltre, si possono preparare ottimi gnocchi. Io li condisco con un sugo preparato mescolando un cucchiaio di miso, tre o quattro cucchiai di tahini e cinque o sei cucchiai di acqua. I cereali integrali sono così buoni che è sufficiente condirli con poco olio evo e gomasio, ma meglio con verdure e legumi.
I grandi studi epidemiologici mostrano anche che la mortalità per malattie infettive (oltre che per diabete, infarto e cancro) è associata al consumo di carne. Evitiamo in particolare salumi e carni rosse. I vecchi medici raccomandavano, per l’influenza, il brodo di pollo. Era probabilmente un consiglio sensato in tempi in cui la dieta era carente di proteine. Meglio mangiare prevalentemente cibi vegetali.
Anche dallo zucchero sarebbe bene stare lontani. Già 50 anni fa era stato osservato che lo zucchero riduceva la fagocitosi, la capacità dei globuli bianchi di inglobare e distruggere batteri. È noto, inoltre, che il carico glicemico della dieta aumenta lo stato infiammatorio. Meglio evitare, quindi, i prodotti industriali a base di cereali raffinati e patate. I virus amano il freddo, per cui difendiamoci dal freddo, non mangiamo d’inverno gelati e frutti tropicali, e non prendiamo antipiretici quando abbiamo la febbre. È ben dimostrato che prolungano la malattia.
Può essere utile assumere integratori di Zinco. Più studi indicano che lo Zn aumenta l’espressione di Interleuchina-2 e di Interferone-gamma, due sostanze che stimolano la generazione di cellule natural killer e cellule T citotossiche che uccidono virus, batteri e cellule tumorali. Uno studio su anziani in case di riposo ha mostrato che chi ha alti livelli di Zn nel sangue ha un minor rischio di sviluppare polmoniti.
Può essere utile assumere probiotici con lattobacilli e bifidobatteri: più studi sugli animali di laboratorio e sull’uomo ne hanno evidenziato l’effetto protettivo e curativo sull’influenza. Possono essere utili alcune fitoterapie, in particolare con echinacea, che può ridurre il rischio di polmonite in chi ha l’influenza (l’echinacea ridurrebbe l’adesione dei batteri alle cellule della mucosa bronchiale).
Più studi, inoltre, hanno riscontrato che un moderato esercizio fisico riduce il rischio di contrarre l’influenza, mentre esercizi intensi potrebbero aumentare la suscettibilità. Facciamo quindi passeggiate e un po’ di esercizi aerobici, ma senza esagerare.
Una ventina di studi sperimentali sull’uomo, infine, hanno esaminato gli effetti della meditazione sul sistema immunitario e molti di loro hanno constatato una ridotta espressione dei geni dell’infiammazione, in particolare la ridotta attivazione di NfKB, e un aumento delle cellule T C4+. Uno studio ha anche mostrato che dopo un paio di mesi di pratica di meditazione la vaccinazione anti-influenzale è più efficace.
In conclusione, anche in tempi di epidemia, la pratica delle tre vie ci può aiutare.
Franco Berrino
Naturalmente ciò che il Prof.Berrino ha scritto è di fondamentale importanza in questo periodo, ma cerchiamo di rendere nostre queste regole e aggiungerei una nota a proposito dell’infiammazione
Il controllo personalizzato della infiammazione dato dagli alimenti riduce lo stato infiammatorio dell’organismo e consente a quest’ultimo di reagire meglio a qualsiasi infezione virale. La relazione con il diabete e con gli zuccheri richiama alla memoria quanto avvenuto con la MERS (infezione da Coronavirus evidenziatasi in Medio Oriente nel 2012) per la quale una ricerca pubblicata su Emerging Infectious Diseases ha confermato che la severità dell’infezione e la letalità della stessa ( sempre un Coronavirus) sono stati fortemente correlati alla presenza di diabete e di malattie cardiovascolari concomitanti
Un’ ulteriore considerazione: sembrerebbe che anche le malattie respiratorie siano correlate agli zuccheri e il loro controllo aiuta la difesa da questa evenienza.
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