Probiotici e Prebiotici
Il termine probiotico è riservato a quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l'organismo.

Probiotici e Prebiotici
Iniziamo con qualche definizione secondo il documento pubblicato sul sito del Ministero della Salute che è stato approvato dalla Commissione Consultiva del Dicembre 2005.
Il termine probiotico è riservato a quei microrganismi che si dimostrano in grado, una volta ingeriti in adeguate quantità, di esercitare funzioni benefiche per l’organismo.
Per alimenti/integratori con probiotici si intendono quegli alimenti che contengono, in numero sufficientemente elevato, microrganismi probiotici vivi e attivi, in grado di raggiungere l’intestino, moltiplicarsi ed esercitare un’azione di equilibrio sulla microflora intestinale mediante colonizzazione diretta. Si tratta quindi di alimenti in grado di promuovere e migliorare le funzioni di equilibrio fisiologico dell’organismo attraverso un insieme di effetti aggiuntivi rispetto alle normali attività nutrizionali.
La definizione di prebiotico è riservata alle sostanze non digeribili di origine alimentare che, assunte in quantità adeguata, favoriscono selettivamente la crescita e l’attività di uno o più batteri già presenti nel tratto intestinale o assunti insieme al prebiotico.
Con alimenti/integratori con prebiotici ci si riferisce a quegli alimenti che contengono in quantità adeguata, molecole prebiotiche in grado di promuovere lo sviluppo di gruppi batterici utili all’uomo.
Un alimento/integratore con simbiotico è costituito dall’associazione di un alimento con probiotico con alimenti con prebiotici.
I probiotici
Il termine “probiotico” deriva dal greco: “pro-bios” e significa a favore della vita; “il probiotico (secondo la definizione del ricercatore inglese Fuller 1989): è un microrganismo vivente che esercita un effetto positivo sulla salute dell’ospite con il risultato di rafforzare l’ecosistema intestinale”. Gli antenati dei probiotici furono oggetto di interesse e di studio da parte di E. Metchinkoff (1845-1916) che dal 1882 condusse presso l’Istituto Pasteur, i suoi studi sui latti fermentati, evidenziando l’azione positiva di questi prodotti sulla flora intestinale. Pian piano, grazie ai contributi di Metchinikoff e ai suoi studi sui pastori caucasici si estese, la cultura dei fermenti lattici andando ad anticipare l’era dei probiotici, prebiotici e alimenti funzionali (functional food).
I fermenti lattici sono quei preparati contenenti batteri vivi con la funzione di riequilibrare la flora intestinale; dal punto di vista scientifico, da questi prodotti si è passati al concetto di probiosi cioè un’insieme di azioni favorevoli volte verso l’intestino attraverso attività di determinate colture batteriche vive e vitali.
I microrganismi, per essere considerati probiotici devono soddisfare i seguenti requisiti:
- essere sicuri per l’impiego nell’uomo; origine umana;
- resistenza ai processi tecnologici;
- resistenza all’acido gastrico e alla bile;
- adesione all’epitelio intestinale;
- capacità di persistere, anche se per brevi periodi, nel tratto gastrointestinale; ed essere attivi e vitali a livello intestinale in quantità tale da giustificare gli eventuali effetti benefici osservati in studi di efficacia;
- produzione di sostanze antimicrobiche;
- modulazione della risposta immunitaria dell’ospite;
- influenza delle attività metaboliche dell’ospite (ad esempio assimilazione del colesterolo, produzione di vitamine, attività lattasica).
Numerosi sono gli effetti benefici per l’ospite che sono stati associati all’utilizzo di probiotici: stimolazione dell’immunità intestinale, prevenzione della colonizzazione di patogeni, diminuzione dei livelli di colesterolo nel siero, riduzione delle reazioni infiammatorie, riduzione delle allergie/intolleranze alimentari, modificazione della flora intestinale, miglioramento del benessere dell’ospite.
Per quanto concerne i batteri lattici i gruppi principalmente utilizzati sono rappresentati dalle seguenti specie:
Lactobacillus acidophilus
Lactobacillus casei impiegati per latti fermentati acido-alcolici
Lactobacillus lactis
Lactobacillus bulgaricus
Streptococcus thermophilus impiegati per latti fermentati probiotici
Bifido bacterium bifidum
Ricordiamo che all’interno del “classico” yogurt esistono batteri vivi, ma non vitali, cioè incapaci di riprodursi nell’intestino, nello specifico lo yogurt anche detto latte acido è ottenuto innestando Streptococcus thermophilus e Lactobacillus bulgaricus e si differenzia dallo yogurt prodotto con microrganismi “probiotici” e cioè Bifido bacterium bifidum e Lactobacillus acidophilus, quest’ultimo è particolarmente efficace contro i patogeni intestinali. Attenzione inoltre alla scadenza !
Per avere una chiara idea della collocazione commerciale e merceologica di questi prodotti, è possibile sostenere che la loro appartenenza è da collocarsi all’interno del gruppo definito “functional food”, e cioè alimenti funzionali, di cui fanno parte anche i prebiotici. Non bisogna dunque confondere i comuni yogurt con i probiotici, poiché alla base della produzione si impiegano batteri diversi.
- Streptococcus favorisce la produzione di vitamina B6 e B12.
- Lactobacillus Bulgaricus promuove l’acidificazione dell’ intestino tenue, contribuendo così a creare un ambiente inospitale per i batteri patogeni e favorevole ai lattobacilli acidophili. grazie alla sua capacità di scomporre adeguatamente il lattosio, risulta di grande aiuto per i soggetti affetti da intolleranza al lattosio
- Lactobacillus acidophilus ha ottime qualità come specie probiotica essendo particolarmente forte nel superare le barriere acide dello stomaco, i sali biliari nel piccolo intestino, questo batterio è un amico del nostro intestino, tra gli effetti più significativi ricordiamo: assimilazione e produzione delle vitamine del gruppo B, fornisce al corpo l’enzima Lattasi. Su questo batterio sono in corso diversi studi che ne sperimenterebbero l’effetto curativo su casi di candida, herpes, ipercolesterolemia, infezioni cutanee.
- I Bifido batteri sono batteri particolarmente utili per l’intestino, i benefici sono paragonabili a quelli apportati dall’acidophilus.
E’ inoltre opportuno osservare che l’uso di antibiotici, la cattiva digestione, le scorrette abitudini alimentari, la pillola anticoncezionale possono distruggere considerevolmente il quantitativo numerico di questi batteri.
Da un punto di vista generale, sulla base della recente letteratura, si può ritenere che la quantità sufficiente per ottenere una temporanea colonizzazione sia di almeno 109 cellule vive per giorno e per persona adulta. Tale quantità di cellule deve essere presente nella porzione/posologia giornaliera dell’alimento/integratore.
I prebiotici
La definizione di prebiotico si basa sulla non-digeribilità e fermentescibilità selettiva da parte di alcuni gruppi batterici, senza porre limiti alla natura chimica, anche se la maggior parte dei prebiotici utilizzati sono carboidrati secondo la definizione di Gibson e Roberfroid (1995);” sono sostanze non digeribili di alcuni alimenti che stimolano l’azione benefica sull’ospite promuovendo la crescita di una o più specie batteriche considerate utili per l’uomo“.
Si tratta quindi di fibre idrosolubili, non gelificanti tra le quali le più studiate sono: i polisaccaridi non amidacei o beta-glucani, fructani, oligofruttosaccaridi (FOS), tra i quali citiamo l’inulina.
I prebiotici sono carboidrati non digeribili (frutto e galatto-oligosaccaridi), la cui proprietà è quella di favorire nel colon lo sviluppo della microflora probiotica. Si trovano anche in molti cibi, in particolar modo nella farina di frumento, nelle banane, nel miele, nel germe di grano, nell’aglio, nella cipolla, nei fagioli e nei porri.
La parola simbiotica definisce una “mistura” tra probiotico e prebiotico la cui azione è sinergica sulla salute umana.
I functional food sono stati introdotti per la prima volta in Giappone negli anni ’80 hanno la peculiarità di produrre vari effetti fisiologici benefici come mantenere un buon stato di salute o meglio ottimizzare il benessere fisico e ridurre il rischio di malattie: ad un alimento base, di solito il latte o un suo derivato, sono stati addizionati altri elementi come omega 3, steroli.