IBS: dieta FodMap contro il colon irritabile
Il termine “FODMAP” rappresenta un acronimo ricavato dai nomi di una serie di alimenti con effetti fisiologici comprovati nei pazienti che soffrono di IBS

Il colon Irritabile (IBS) è una patologia tanto diffusa quanto debilitante
Recentemente ben due studi si sono occupati delle correlazioni tra dieta e sintomi IBS (IBS – irritable bowel syndrome).
Questa sindrome è abbastanza diffusa, circa un adulto su cinque ne soffre, sembra che una dieta corretta possa alleviarne i sintomi, decisamente fastidiosi, come: dolore addominale cronico, formazione di aria, diarrea e costipazione.
I pazienti potrebbero, con test specifici, individuare quali cibi li espongono di più al rischio e dovrebbero così evitarli, o programma un’assunzione controllata.
Di questo si è occupato uno studio pubblicato da BMJ Open Gastroenterology e guidato da Ather Ali, della Yale School of Medicine di New Haven, in Connecticut.
I ricercatori hanno eseguito un test per identificare eventuali intolleranze alimentari in 58 pazienti. Successivamente hanno assegnato in modo casuale ai pazienti alcune diete che contenevano o meno gli alimenti incriminati, da seguire per quattro settimane.
Al termine del periodo di dieta prescritto tutti i partecipanti avevano segnalato un miglioramento , ma le persone che seguivano diete che escludevano gli alimenti problematici si sentivano significativamente meglio, sia complessivamente, sia in termini di gravità dei sintomi di gonfiore e dolore addominale.
Spesso i pazienti che soffrono di IBS, chiedono consigli dietoterapeutici, per questo ultimamente si è iniziato a parlare di FodMap.
Il termine “FODMAP” rappresenta un acronimo ricavato dai nomi di una serie di alimenti con effetti fisiologici comprovati nei pazienti che soffrono di IBS: Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides And Polyols (oligo-, di- e monosaccaridi fermentabili e polioli).
La dieta è stata sviluppata da un gruppo della Monash University a Melbourne, Australia, ed ha iniziato a farsi conoscere dopo la pubblicazione della ricerca nel 2008, nella quale è stato affermato che i carboidrati fermentabili alimentari (FODMAP) provocano effettivamente sintomi nei pazienti affetti dall’IBS.
Poiché gli interventi dietetici sono efficaci nella gestione dei pazienti con sindrome dell’intestino irritabile (IBS), un gruppo di ricercatori nel Regno Unito ha studiato se i livelli fecali di composti organici volatili (VOC) fossero associati con la risposta agli interventi dietetici.
Gli adulti con diagnosi di IBS sono stati reclutati in un trial randomizzato 2×2 fattoriale controllato.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a:
– un gruppo a cui è stato consigliato di seguire una dieta a basso contenuto di fruttani, galattooligosaccaridi, lattosio, fruttosio e polioli (dieta bassa in FODMAP, n = 46) o
– a un gruppo che ha ricevuto consigli dietetici placebo per 4 settimane.
I pazienti di ciascun gruppo hanno assunto inoltre un supplemento probiotico multiplo o placebo.
La risposta ai trattamenti è stata definita come una riduzione di 50 punti o più sul sistema di valutazione convalidato dei sintomi IBS.
Dallo studio è emerso che i pazienti che avevano seguito la dieta a basso FODMAP avevano evidenziato un miglioramento della sintomatologia, mentre non è emersa nessuna differenza tra i pazienti trattati con il probiotico contro il placebo, senza interazione tra la dieta e gli integratori.
Concludendo anche se sarebbero necessari ulteriori studi per confermare l’efficacia di una dieta a basso contenuto di FODMAPs (“Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols” ovvero Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli) nel contrastare la sintomatologia dei pazienti affetti da IBS, possiamo darvi qualche indicazione su quali alimenti sarebbe meglio evitare o ridurre per seguire correttamente tale regime dietetico.
Molta attenzione quindi va riservata ai saccaridi (fruttosio, lattosio, fruttano e galattano) e ai polioli (sorbitolo, mannitolo, xilitolo e maltitolo), ovvero carboidrati a catena corta, assorbiti in modo incompleto nel tratto gastrointestinale, che possono indurre stati di fermentazione nell’intestino, causando irritazione, gas, gonfiore addominale, diarrea e costipazione.
In particolare:
- Lattosio presente in: latte, formaggi freschi, yogurt, alimenti addittivati di lattosio (es. prosciutto cotto).
- Fruttosio presente in: succhi di frutta, frutta (in particolare pere, anguria, melone e frutta con nocciolo: pesche, albicocche, ciliegie), miele; alimenti contenenti zucchero (il saccarosio è infatti costituito da una molecola di fruttosio ed una di saccarosio): biscotti, marmellate, yogurt con zucchero, dessert, merendine, snack, bibite dolci.
- Fruttani presenti in: pasta, riso, segale, prodotti raffinati (farina bianca e derivati), carciofo, aglio, scalogno, cipolle, cicoria, banana, topinambur (detto rapa tedesca o carciofo di Gerusalemme).
- Polialcoli si tratta di additivi alimentari sostitutivi dello zucchero, quindi presenti in moltissimi alimenti cosiddetti “senza zucchero” (es. gomme da masticare, caramelle sugar-free, yogurt magri alla frutta, dolci ipocalorici, biscotti ipocalorici) e, in forma naturale, nei funghi.
- Galattani presenti in: legumi (fagioli, lenticchie, ceci, fave, piselli).