Il cammino verso il dimagramento

Alimentazione sbilanciata, poco esercizio e la sottostima di fattori legati all’età o alla biologia possono compromettere i risultati anche delle migliori diete provocando danni per l’organismo.

Il cammino verso il dimagramento
Alimentazione sbilanciata, poco esercizio e la sottostima di fattori legati all’età o alla biologia possono compromettere i risultati anche delle migliori diete provocando danni per l’organismo. In questo periodo in particolare con l’arrivo  della bella stagione molte persone iniziano l’ennesima dieta che spesso è fatalmente destinata a fallire dopo poche settimane o, peggio, a dare grandi soddisfazioni nel primo periodo per poi riportare l’ago della bilancia ancora più in là di quando si è iniziata. Perché succede? Non è colpa della dieta, prima di adottare qualsiasi regime dimagrante, ci sono alcune riflessioni da prendere in esame

Non illudersi: non esistono diete “miracolose”
In realtà le diete rapide esistono e funzionano, ma non alla lunga: o perché sono difficili da mantenere (troppe regole, troppo poco cibo, troppi limiti), o perché hanno effetti dannosi. Molte diete-lampo basate su restrizioni e divieti riducono i chili in fretta, ma sono squilibrate. Come per esempio quando si decide autonomamente di seguire diete a zero carboidrati (pasta, riso, pane . . . .) inserendo una maggior quantità di proteine Sul lungo periodo l’eccesso di scorie azotate e l’effetto pro-infiammatorio legati a un eccesso di proteine animali comportano una riduzione della qualità della vita. 

Non dobbiamo classificare gli alimenti in buoni e cattivi
A differenza di quel che si pensa, per dimagrire non bisogna abolire dall’alimentazione interi gruppi alimentari come carboidrati e privilegiare l’assunzione di sole proteine, come spesso accade: sarebbe invece oppotuno introdurre tutti i cibi nelle giuste quantità, abolire totalmente (o quasi) i carboidrati è un errore perché come macronutriente non sono i più calorici (a parità di peso, i grassi lo sono di più), poi perché sono importanti per il senso di sazietà e per l’energia che danno al cervello e al corpo. Ogni nutriente ha la sua funzione, le proporzioni da rispettare sono quelle della dieta mediterranea (che comprende i cereali, specie se integrali, e, se si vuole perdere peso, bisogna agire sulla quantità, diminuendo l’apporto calorico. Ricordiamoci inoltre che quando smettiamo di seguire una dieta, 
più propriamente un regime alimentare corretto i chili persi si riprendono sempre con una piccola aggiunta: si arriva a pesare più di prima, magari non immediatamente, ma succederà. Il famoso «effetto yo-yo» è deleterio: cambia il metabolismo del corpo rendendoci ancora più resistenti al dimagrimento, in un circolo vizioso sempre più difficile da interrompere.

Valutiamo  l’ infiammazione da cibo 
In virtù della stretta correlazione tra infiammazione e sovrappeso/obesità, ricordiamo che la letteratura scientifica definisce da ormai molti anni l’obesità malattia infiammatoria, per l’impostazione di un regime alimentare corretto e personalizzato sarebbe utile quindi una valutazione,  mediante appositi  test, dell’infiammazione da cibo (Ipersensibilità alimentari),  il cui controllo potrebbe essere indicato sia per ottenere un buon calo ponderale, ma anche per tenere sotto controllo l’infiammazione responsabile di numerose patologie (vedi ipersensibilità alimentari e patologie), stato che se persistente. influisce negativamente sia sul sistema immunitario, indebolendolo, sia  sul nostro metabolismo riducendone la capacità di risposta. 
Ricordiamo l’importanza di valutare le ipersensibilità alimentari con un medico esperto, che possa impostare un regime finalizzato al recupero della tolleranza (dieta di rotazione), le diete auto-prescritte possono essere dannose, perché se non equilibrate non forniscono al nostro organismo i nutrienti necessari per la sua salute e il suo equilibrio, e non permettono di ottenere la desensibilizzazione da eventuali ipersensibilità .

Il metabolismo ha bisogno di tempo per resettarsi
Quanto impiega il metabolismo ad abituarsi al nuovo peso? Possono essere necessari alcuni mesi  perché il nostro organismo si abitui al nuovo peso. Naturalmente  se si torna a mangiare in modo scorretto, il peso risalirà.
Bisogna abituarsi a mangiare meno e meglio seguendo abitudini alimentari equilibrate La perdita di chili deve essere stabile nel tempo, anche perché chi è dimagrito dovrà mangiare meno di prima nonostante la dieta sia finita. Sicuramente è fondamentale la quantità di cibo, ma la cosa più importante, per chi vuole mantenere i risultati ottenuti, è la qualità del cibo . Molto spesso gli obesi non mangiano tantissimo, ma preferiscono cibi molto calorici. Invece si possono mangiare grandi quantità di alimenti a patto che siano salutari. La giusta formula è quella di introdurre nell’alimentazione cambiamenti duraturi, improntati a un regime dietetico salutare e facile da adottare per il resto della vita, un processo non semplice sul piano delle abitudini e difficile soprattutto dal punto di vista psicologico.

Assicurarsi di avere la giusta motivazione
Le diete di moda sono così attrattive per la nostra psiche perché siamo alla ricerca della «dieta magica» e di un modo veloce e indolore per arrivare allo scopo, invece dobbiamo impegnarci. Purtroppo rispettare un regime dietetico ipocalorico ed equilibrato non è facile, anche quando si è seguiti nel migliore dei modi  Occorrono molto impegno e forza di volontà: chi deve perdere molti chili è un soggetto che ha uno stimolo alla fame molto più pressante di altri, cerca nel cibo una ricompensa emotiva e ha una familiarità per sovrappeso e obesità. Per questo motivo deve trovare la giusta motivazione e aiutarsi con gratificazioni che provengano da altre attività.

Fare regolarmente una adeguata attività fisica
Lo sport è necessario. L’allenamento agisce sul corpo con particolari meccanismi fisiologici che favoriscono il calo di peso. Non esiste perdita di peso duratura se non accompagnata da un adeguato esercizio, che aiuta a raggiungere lo scopo della dieta e modella il fisico; anche perché i muscoli accelerano il metabolismo, consumando calorie anche quando siamo a riposo.

Le variazioni legate all’età
Anche il fatto che invecchiando ci si muova meno e si mangi di più è una delle variabili che condiziona, nel tempo, il nostro peso: altro elemento da tener presente è che dopo i 40 anni sarà più difficile dimagrire: anche coloro che rimangono attivi, a partire dai 30 anni, decennio dopo decennio, perdono massa muscolare sostituendola con massa grassa (da qui l’importanza dell’attività fisica). 

Essere donne rende più difficile la «lotta» con la bilancia.
Nell’età fertile, le variazioni ormonali fanno aumentare la fame; in premenopausa e menopausa, poi con la diminuzione degli estrogeni, il grasso va a sostituire la massa magra. Ci sono aspetti particolari della biologia femminile, non sottovalutiamoli!