Sana Alimentazione: il medico cucina e gli Chef curano
Il nostro obiettivo è diffondere la cultura del mangiar sano con gusto, e dell’importanza della prevenzione a tavola

I medici cucinano e gli Chef curano
Da molti anni ci impegniamo a trasmettere ai nostri pazienti la consapevolezza dell’importanza di una sana alimentazione come presidio per ridurre i fattori di rischio di numerose patologie, proponendo un approccio integrato tra medicina classica e medicina naturale.
Il nostro obiettivo è diffondere la cultura del mangiar sano con gusto, e dell’importanza della prevenzione a tavola che inizia proprio con la scelta e l’utilizzo di cibi di qualità.
Il nostro impegno e la nostra filosofia di cura viene confermata anche da questa importante novità introdotta in una università americana, dove la diffusione di regole per una sana alimentazione è quasi un’emergenza.
In un futuro non troppo lontano speriamo anche noi di veder scrivere sulle ricette non solo farmaci ma cibi, noi in parte già lo facciamo.
Ricordiamo che per modificare-migliorare lo stile di vita è indispensabile stilare una dieta che tenga conto di sane abitudini alimentari, ma anche della realtà immunologica dell’individuo, utile quindi valutare le ipersensibilità alimentari, ovvero scoprire quale cibo è responsabile di infiammazione.
Ricordiamo inoltre che una dieta che controlli l’infiammazione da cibo (intolleranze alimentari) consente anche di perdere peso, recuperando il proprio “peso ragionevole” fondamentale per uno stato di salute ottimale, diminuendo soprattutto la massa grassa senza intaccare quella magra, che comporterebbe una diminuzione del metabolismo.
Riportiamo l’articolo del Corriere della Sera, dove si racconta che i medici non imparano solo anatomia, biochimica ecc., ma anche a cucinare piatti sani con Chef professionisti.
Dal 2012 una facoltà di medicina negli Stati Uniti, l’University School of Medicine di Tulane in Louisiana, ha deciso di insegnare agli studenti, insieme ad anatomia, biochimica e le altre materie tradizionali, a cucinare pasti sani e fatti in casa.
È stato il primo esperimento di questo tipo, con un cuoco docente a tempo pieno per gli studenti del primo e secondo anno. Adesso il 10 per cento delle facoltà di medicina o delle scuole per infermieri o di materie mediche negli Usa utilizza il programma della Tulane per insegnare agli iscritti a cucinare.
L’università ha anche messo a punto dei programmi specifici per fornire una certificazione di “medicina culinaria” a medici, assistenti, infermieri, farmacisti e dietisti. Il programma, sviluppato con la scuola di cucina Johnson & Wales, aiuta i medici a dare ai pazienti consigli davvero salutari. «Non stiamo parlando di nutrizione, stiamo parlando di cibo», dice Tim Harlan, che è sia un cuoco che un medico e guida il Goldring Center for Culinary Medicine di Tulane.
Con questa innovazione hanno tentato di tradurre i principi evidenti di una dieta salutare, come quella mediterranea, per la cucina americana, includendo una riflessione sui costi, sulle malattie principalmente legate all’alimentazione (come l’obesità), spesso tra l’altro preponderanti nelle comunità a basso reddito, per esempio quella di New Orleans, a cui la cucina di Tulane serve i pasti. E questo discorso è utile anche per la formazione degli aspiranti medici, che si trovano di solito a fare i conti con un bilancio ristretto.
Le lezioni pratiche di cucina sono integrate con lezioni teoriche: per due anni si insegnano i principi della dieta mediterranea e le competenze base relative al cucinare. Si stanno sviluppando anche dei corsi per gli studenti del terzo e quarto anno che si occupino di alimentazione e malattie specifiche come l’insufficienza cardiaca, l’HIV e la celiachia.
I promotori del programma sperano diventi parte di un importante cambiamento nel modo in cui i medici comunicano con i loro pazienti rispetto alla nutrizione. Uno studio del 2011 sull’American Journal of Preventive Medicine infatti ha evidenziato come meno della metà dei medici americani di base offra ai pazienti consigli specifici su dieta, attività fisica o controllo del peso.
Due studi separati hanno mostrato l’efficacia del programma di Tulane, sia per i pazienti, sia per gli studenti di medicina. Il primo ha esaminato i pazienti con diabete di tipo 2: coloro che hanno partecipato al programma hanno visto un forte calo del colesterolo totale, mentre chi non ha partecipato ne ha visto un aumento. Il secondo ha scoperto che gli studenti di medicina hanno imparato a considerare importanti i consigli nutrizionali per i loro pazienti, ma anche per se stessi. Infatti nel corso del secondo anno mangiavano molta più frutta e verdura rispetto a prima. Si auspica un cambiamento epocale nel modo in cui i medici potrebbero trattare le malattie croniche.
Tim Harlan prevede che i piani di assistenza medica alla fine comprenderanno la pianificazione del menù, le ricette e forse anche un programma che permetta ai pazienti di acquistare e avere gli ingredienti giusti per cucinare in modo salutare, un po’ come avviene per i celiaci.