Infiammazione, patologia, alimentazione
Molte persone pensano che una malattia tumorale sia un evento disgraziato e inevitabile come se fosse una questione di sfortuna. I dati epidemiologici parlano chiaro: i 2/3 dei casi analizzati è direttamente collegato allo stile di vita . . .

Molte persone pensano ancora che una malattia tumorale sia un evento inevitabile come se fosse una questione di pura “sfortuna”.
I dati epidemiologici parlano chiaro: un’analisi dettagliata delle principali cause di tumori evidenzia che i 2/3 di essi è direttamente collegato allo stile di vita. E’ pertanto possibile almeno ipotizzare che se si potesse intervenire in modo significativo sullo stile di vita individuale, modificando almeno i più importanti e comuni fattori di rischio, si potrebbero ridurre in modo significativo non solo l’incidenza di questa malattia, ma anche modificare il decorso della stessa favorendo magari l’efficacia di alcune terapie oncologiche. La ricerca ci conferma che una malattia tumorale non si sviluppa in un giorno, ma che occorrono alcuni “step” perché una cellula sana si trasformi in una cellula tumorale.
Perché questi passaggi avvengano occorre che vi siano condizioni ideali e favorevoli: un adeguato rifornimento di sangue richiede per esempio una strutturata rete di capillari in grado di fornire alle cellule il necessario nutrimento, mentre sappiamo che alcuni alimenti (tè verde, frutti di bosco . . .) sono potenti strumenti per inibire questa crescita (angiogenesi); moltissime forme tumorali che colpiscono la nostra società hanno almeno come concausa una componente nutrizionale.
In Canada per es., numerosi cuochi hanno lavorato su ricette gustose per introdurre ingredienti e sapori tipici di alcuni paesi del mondo nei quali l’incidenza di alcune forme tumorali è incredibilmente bassa; basti pensare in questo senso alla bassa incidenza in India della malattia di Alzheimer e del morbo di Parkinson a causa del grande impiego che gli indiani fanno della curcuma.
Oppure pensiamo all’azione protettiva dei grassi insaturi Omega 3 a livello cardiovascolare, scoperta proprio perché i dati epidemiologici nella popolazione esquimese indicavano una bassissima incidenza dei casi di infarto del miocardio.
Il WCRF, una delle massime autorità mondiali in materia di cancro, ci dice che i tumori del polmone, dello stomaco, del seno, del colon-retto, del cavo orale e della faringe, del fegato, del collo dell’utero, dell’esofago e della prostata, potrebbero essere efficacemente controllati e prevenuti in percentuali elevate solo adottando un’alimentazione migliore. Il solo tumore al colon potrebbe essere prevenuto nel 75% dei casi adottando un’alimentazione corretta, così come l’85% dei tumori al polmone potrebbe essere controllato non fumando. E’ stato recentemente osservato che la luteolina e l’apigenina, due molecole presenti in alcuni vegetali (menta, timo e prezzemolo) sono in grado di inibire l’azione di un enzima attivato da un fattore di crescita (dal nome PDGF) normalmente attivo nella neovascolarizzazione dei tumori.
E’ stato osservato che il meccanismo di azione di queste due sostanze è sovrapponibile a quello di un farmaco chemioterapico prescritto per il trattamento delle leucemie e di cui recentemente è stata studiata l’azione contro i tumori all’ovaio (Anticancer Res. 2010 Sep;30(9):3243-7.Weekly paclitaxel with intermittent imatinib mesylate (Gleevec): tolerance and activity in recurrent epithelial ovarian cancer. Safra T, Andreopoulou E, Levinson B, Borgato L, Pothuri B, Blank S, Tiersten A, Boyd L, Curtin J, Muggia F.)
Ma oggi sappiamo anche molto di più: l’infiammazione gioca un ruolo molto importante nello sviluppo di diverse forme tumorali. Uno stato infiammatorio cronico infatti sembra essere una condizione ideale per lo sviluppo di cellule tumorali che secernono “segnali” da inviare alle cellule infiammatorie (per esempio ai macrofagi) allo scopo di stimolare il rilascio di fattori di crescita ed enzimi da parte di esse utili alla crescita del cancro.
Questi fattori sono in grado di attivare una proteina (dal nome fattore nucleare KB, abbreviato in NF-KB) che si è rivelato essere importantissimo nella crescita dei tumori. Il fattore NF-KB infatti promuoverebbe a sua volta la produzione di altre sostanze (tra cui la ciclossigenasi, nota anche come COX 2) che innescherebbe una catena di reazioni favorevoli alla crescita tumorale. Negli scorsi anni sono stati commercializzati dalle industrie farmaceutiche diversi farmaci in grado di inibire la produzione di queste sostanze, ma purtroppo alcuni di essi hanno anche documentato una serie di rischi per la salute piuttosto seri.
Esistono diversi estratti vegetali che sono in grado di sviluppare una potente azione antiinfiammatoria sovrapponibile a questi farmaci, ma che non producono alcuna azione secondaria pericolosa (es. la curcuma). Sappiamo anche però che un eccesso calorico, un consumo eccessivo di zuccheri e grassi saturi, una carenza di alcune sostanze essenziali alla produzione di enzimi (oligoelementi come il manganese, lo zinco e il rame presenti nella frutta, nella verdura e nei semi oleosi), possono produrre un’azione pro-infiammatoria. In buona sintesi occorrerebbe pertanto che ognuno di noi agisse su più fronti, alimentandosi in modo variato e non ossessivo, senza rinunciare al piacere della tavola, ma ragionando con consapevolezza sull’azione farmacologica che il cibo è in grado di produrre.
Possiamo concludere che alcune semplici modifiche al nostro stile di vita potrebbero già rappresentare un primo passo importante verso una vita più sana, che da un lato ci aiuterebbe a variare la nostra cucina evitando di incorrere in un’alimentazione monotona, e dall’altro potrebbero aiutarci in modo significativo a prevenire alcune diffuse forme tumorali. Raccomandiamo pertanto un maggior consumo di vegetali crudi e possibilmente biologici, l’introduzione nella nostra alimentazione di grassi insaturi Omega 3 attraverso noci, pesci di mari freddi, e olio di lino e soprattutto la riduzione di cibi con una eccessiva concentrazione zuccherina (in grado di innalzare pericolosamente i livelli in insulina nel sangue con conseguenze pro infiammatorie); infine l’introduzione nei piatti della nostra cucina di ingredienti dalle intrinseche proprietà antitumorali (frutti di bosco, curcuma, tè verde, alimenti integrali e biologici, spezie…). Ricordiamo inoltre che alcuni studi hanno nuovamente documentato come il consumo di sale da un lato, e il massivo uso di cereali raffinati aumentano molto la glicemia (e quindi sulla produzione di insulina) rappresentando fattori di rischio importanti nell’incremento di alcune forme tumorali.
1. J Fam Health Care. 2010;20(3):100-2.Preventing cancer: the role of food, nutrition and physical activity.Thompson R. World Cancer Research Fund International, London;
2. (Anticancer Res. 2010 Sep;30(9):3243-7.Weekly paclitaxel with intermittent imatinib mesylate (Gleevec): tolerance and activity in recurrent epithelial ovarian cancer. Safra T, Andreopoulou E, Levinson B, Borgato L, Pothuri B, Blank S, Tiersten A, Boyd L, Curtin J, Muggia F.);
3. Cancer Causes Control. 2010 Nov 16. Dietary patterns and breast cancer risk among Chinese women. Zhang CX, Ho SC, Fu JH, Cheng SZ, Chen YM, Lin FY.
4. Dig Dis. 2010;28(4-5):619-624. 2010 Nov 18.Inflammatory Bowel Disease as a Risk Factor for Colorectal Cancer. Lukas M.;
5. Crit Rev Oncol Hematol. 2008 Apr;66(1):1-9. Epub 2007 Oct 29.The inflammatory micro-environment in tumor progression: the role of tumor-associated macrophages.Allavena P, Sica A, Solinas G, Porta C, Mantovani A. IRCCS Istituto Clinico Humanitas, Via Manzoni 56, Rozzano 20089, Milan, Italy. paola.allavena@humanitas.it;
6. Eur Cytokine Netw. 2010 Nov 17. Relationship between IL-6/ERK and NF-κB: a study in normal and pathological human prostate gland. Rodríguez-Berriguete G, Prieto A, Fraile B, Bouraoui Y, de Bethencourt FR, Martínez-Onsurbe P, Olmedilla G, Paniagua R, Royuela M.
7. Yeomans ND J Gastroenterol Hepatol. 2010 Nov 10. doi: 10.1111/j.1440-1746.2010.06569