Infiammazioni intestinali: quali alimenti?

Infiammazioni intestinali: non è ancora chiaro se sia l’effetto di alcuni alimenti o se siano le modifiche sulla flora intestinale che l’alimentazione può indurre, ma è noto che una dieta ricca di frutta e verdura, con pochi carboidrati e pochi grassi, è associata a un tipo di flora intestinale meno soggetta alle infiammazioni rispetto a un regime alimentare con più grassi

Le infiammazioni a carico dell’intestino possono essere diverse (reflusso gastroesofageo,  colite ulcerosa,  malattia di Crohn. ), con un impatto più o meno importante sulla quotidianità di chi ne soffre.

Oltre al trattamento farmacologico, un aiuto arriva dall’ alimentazione riportiamo un breve tratto dell’intervista effettuata al Prof. Silvio Danese, Responsabile del Centro per le malattie infiammatorie intestinali e coordinatore di Immuno Center in Humanitas: “Non è ancora chiaro se sia l’effetto di alcuni alimenti o se siano le modifiche sulla flora intestinale che l’alimentazione può indurre, ma è noto che una dieta ricca di frutta e verdura, con pochi carboidrati e pochi grassi, è associata a un tipo di flora intestinale meno soggetta alle infiammazioni rispetto a un regime alimentare con più grassi”

Gli alimenti sì

Via libera dunque agli alimenti ricchi di fibre e polifenoli perché disinfiammano e hanno azione antiossidante, come frutti rossi e verdure, ma anche spezie, curcuma, zenzero e cereali integrali (orzo, quinoa, farro). Consigliato anche l’uso di olio extravergine di oliva, che riduce la formazione di molecole pro infiammatorie grazie ai suoi grassi monoinsaturi, alla vitamina E e ai polifenoli, ma anche il consumo di avocado e noci.

Gli alimenti a cui prestare attenzione

Attenzione ai grassi trans, che “causano un aumento del livello del colesterolo nel sangue, in particolare quello cattivo LDL” .  Questi grassi si formano nel corso dei trattamenti industriali degli oli vegetali” e possono essere contenuti, per esempio, nei dolci confezionati, negli snack industriali e nelle merendine e nei dadi da brodo.

Da limitare è anche il consumo di solanacee (come melanzane, patate con la buccia e pomodori) e di acido arachidonico contenuto soprattutto nella carne e negli insaccati, nel pesce e nelle uova. L’acido si può sintetizzare anche a partire dall’acido linoleico: quindi un po’ di frutta secca va bene, ma non bisogna esagerare.

Chi soffre di reflusso gastroesofageo è bene che eviti aglio, cipolla, peperoni con la buccia, cioccolato, menta, spezie piccanti, agrumi, pomodori e cibi grassi.

Una precisazione a proposito di modifiche della flora intestinale e colon irritabile per favorire la salute del nostro intestino è necessario:

  • mantenere una flora batterica simbiotica “buona” ed evitare di creare una situazione di disbiosi (sostituzione delle normali popolazioni batteriche benefiche da parte di altre dannose), che a sua volta rende sempre più difficile la digestione, i cibi mal digeriti infatti, in presenza di disbiosi, vanno incontro a fenomeni fermentativi e putrefattivi, che a loro volta provocano dolori e fanno nascere disturbi anche in altri distretti corporei.
  • fare attenzione alla masticazione, e a mantenere una alimentazione corretta 
  • verificare la presenza di eventuali ipersensibilità alimentari, esse conducono velocemente a disbiosi, sono una delle principali cause di malassorbimento e possono provocare infiammazione della mucosa intestinale a tale proposito in caso di colon irritabile sono numerosi gli studi che dimostrano che tale patologia potrebbe beneficiare di una dieta senza glutine
  • infine prestare attenzione alla Leaky Gut Syndrome o sindrome dell’intestino permeabile