Insalata estiva di pesche
Considerato il caldo di questi giorni la ricetta di oggi è una sfiziosa insalata ottima anche come piatto unico accompagnata da 2 fette di pane integrale o da qualche galletta per gli intolleranti alla farina di frumento o al lievito Questa insalatona apporta un buon contenuto di proteine

Insalata estiva di pesche, rucola, bresaola con feta, frutta secca e semi
Considerato il caldo di questi giorni la ricetta di oggi è una sfiziosa insalata ottima anche come piatto unico accompagnata da 2 fette di pane integrale o da qualche galletta per gli intolleranti alla farina di frumento o al lievito
Questa insalatona apporta un buon contenuto di proteine grazie alla presenza sia della feta che della bresaola, nonchè della frutta secca e dei semi
Una raccomandazione NON aggiungete sale perchè è già sufficientemente saporita grazie alla presenza sia della feta che della bresaola
Ingredienti per 2 persone:
1 mazzetto di rucola
3 pesche mature ma sode
60 g bresaola
60 g feta
3 cucchiai olio extra vergine di oliva
il succo di mezzo limone
3 cucchiai di frutta secca a piacere noci, mandorle, nocciole. . . .
Preparazione:
- Tagliate le pesche a fette sottili .
- Lavate la rucola, tamponatela con carta da cucina e sistematela su un piatto da portata.
- Sistemate le pesche sulla rucola
- Piegate le fette di bresaola e sistematele nel piatto, tra le pesche e la rucola
- Cospargete con la feta a dadini.
- Mescolate l’olio EVO e il succo di limone e versate sull’insalata.
- Cospargete con il misto di frutta secca a guscio e semi e servite questa gustosa e nutriente insalata.
In alternativa alla feta potete utilizzare scaglie di parmigiano reggiano.
Pesche
Le pesche, Originarie della Cina, dove sono simbolo di immortalità, tanto che in alcune tombe si sono trovate ciotole con pesche poste in prossimità del defunto come segno di buon auspicio, sono ricche di acqua, fibre, vitamina C e betacarotene che l’organismo trasforma in vitamina A, benefica per la salute di ossa, denti e pelle.
Le pesche contengono sostanze antiossidanti tra cui luteina e zeaxantina che funzionano come spazzini dei radicali liberi e aiutano a prevenire cataratta e degenerazione maculare. Leggermente lassative e diuretiche, dato l’elevato contenuto di potassio.
Per l’abbondanza di zuccheri ricostituenti e il ridotto apporto calorico, circa 30 calorie per 100 g., sono adatte anche a chi deve tenere sotto controllo il peso. Al momento all’acquisto scegliere frutti sodi ma non duri perché luce e tempo non favoriscono la maturazione in casa ma la perdita di turgore e profumo. Si conservano per non più di 3 /4 giorni in frigorifero. Per gustarle al meglio vanno tolte almeno un’ora prima.
La rucola
La rucola (nome scientifico Eruca sativa) detta anche ruchetta, rughetta o rugola è un ortaggio appartenente alla famiglia delle Crucifere, ed è contraddistinta dalla consistenza leggera e allo stesso tempo croccante, e dal caratteristico sapore amarognolo e piccante. Grazie al notevole contenuto di sali minerali, in particolar modo potassio, ferro e calcio, la rucola è un alimento dalle proprietà rimineralizzanti. L’alto apporto di acqua la rende particolarmente rinfrescante e rigenerante. Ipocalorica, si presta a essere consumata anche da soggetti che devono seguire una dieta a ristretto regime calorico. La rucola è ricchissima di vitamina C, nota per i suoi benefici effetti antiossidanti in grado di contrastare l’azione dannosa dei radicali liberi; di provitamina A, fondamentale per un buon funzionamento della vista (in particolare della retina); per la crescita delle ossa; per la funzione testicolare e ovarica e per un sano sviluppo embrionale (regola la crescita e la differenziazione dei tessuti); oltre che di acido folico (vitamina B9), essenziale per il benessere dell’apparato cardiovascolare e molto importante in gravidanza per uno sviluppo ottimale del nascituro; ed infine di vitamina K, utile al benessere di ossa e denti e a mantenere in salute il sistema nervoso poiché partecipa alla costituzione della guaina mielinica che riveste i nervi. La rucola inoltre è in grado di stimolare l’appetito, ed è quindi indicata per individui che soffrono di inappetenza; è digestiva (le sostanze amare di cui è composta stimolano la produzione di succhi gastrici, facilitando la digestione); ed ha infine proprietà rilassanti ed aiuta a favorire il sonno. I Romani le attribuivano qualità magiche e la utilizzavano nei filtri amorosi, ritenendola il più potente tra gli afrodisiaci, spesso veniva coltivata in terreni che ospitavano statue falliche realizzate per rendere onore a Priapo, dio della virilità. Nel Medioevo, invece, la sua fama ne vietava la coltivazione nei monasteri. Quando non è indicato mangiare la rucola? Se si sta affrontando una terapia che prevedere l’assunzione di sostanze anticoagulanti, è bene evitare di consumare quantità eccessive di rucola (la vitamina K può ostacolare l’effetto di questi farmaci).
Feta
Come tutti i formaggi stagionati e semi-stagionati, anche la feta presenta un indice calorico e lipidico piuttosto elevato. 100 gr di prodotto equivalgono, infatti, a circa 260 calorie. I grassi, per lo più saturi, sono presenti in quantità pari a 21 gr, mentre sono 14 gr le proteine e 42 i carboidrati. Vien da sé che la feta debba essere consumata con moderazione, soprattutto da coloro che seguono una dieta dimagrante o devono controllare i livelli di colesterolo nel sangue. C’è da considerare anche l’alto contenuto di sale, visto che in 100 gr di feta sono presenti 1.116 mg di sodio che corrispondono alla metà del fabbisogno giornaliero. Le proteine della feta, inoltre, sono altamente digeribili. Questo perché la lavorazione del formaggio comporta l’idrolisi parziale delle caseine, e questo fa sì che siano in larga parte solubili. Si tratta, inoltre, di un apporto proteico nobile dal punto di vista biologico, in quanto ricco di aminoacidi essenziali. Tutto ciò, ne fa un alimento ideale ed equilibrato all’interno della dieta, purchè si introduca rispettando le quantità consigliate.
Bresaola iniziamo ricordando che la bresaola è una carne cruda conservata. Appartiene al gruppo dei salumi affettati e insaccati, ma non è sottoposta a macinatura, arrotolamento e condimento (come ad esempio il salame o la pancetta arrotolata). L’elevato contenuto in sodio impone che tale alimento, come del resto tutti i salumi, venga consumato con moderazione da chi soffre di pressione alta. Differentemente dalla maggior parte dei salumi, la bresaola ha un contenuto moderato di lipidi saturi e colesterolo, il che la contestualizza facilmente anche nelle diete ipocaloriche, ipolipidiche e contro l’ipercolesterolemia (a basso tenore di acidi grassi saturi e colesterolo). La bresaola è un salume molto ricco di proteine ad alto valore biologico (32 gr/100 gr) (con amminoacidi essenziali), per questo motivo è un ingrediente molto utilizzato nelle diete dimagranti e di quelle per sportivi. Parlando dei sali minerali, la bresaola è soprattutto ricca di ferro e sostituisce brillantemente la carne e il pesce freschi, e il tuorlo d’uovo. Nelle donne fertili promuove il raggiungimento della maggior razione raccomandata del minerale, superiore a causa della tipica tendenza all’anemia (dovuta alle perdite mestruali); purtroppo, essendo cruda, è sconsigliata nella dieta delle donne in gravidanza (per il rischio di parassitosi e/o le tossinfezioni alimentari), che hanno ancora più bisogno di questo nutriente. Buoni anche i livelli di potassio e di fosforo. Dal punto di vista vitaminico, la bresaola ha una buona concentrazione di tiamina (vit. B1), niacina (vit. PP) e cobalamina (B12). Nitriti e conservanti Un problema che accomuna la bresaola alle carni conservate riguarda l’aggiunta di nitrito di sodio e/o potassio. Queste due sostanze, addizionate agli alimenti per preservarne le caratteristiche e migliorarne la conservabilità, si sono dimostrate cancerogene quando vengono assunte ad alte dosi (vedi anche: dieta e cancro). Non tutta la bresaola contiene nitriti, in alcuni casi queste sostanze vengono sostituite con i meno pericolosi nitrati, spesso addizionati con acido citrico e vitamina C (acido ascorbico). Dal momento che tutti gli ingredienti devono essere obbligatoriamente riportati sull’etichetta della bresaola, il consumatore può risalire al loro impiego ricercando le scritte per esteso o le loro sigle E249-E250 ed E251-E252, che identificano, rispettivamente, i nitriti e i nitrati. Rispettando la porzione raccomandata per le carni conservate di 50 g e una frequenza di consumo di circa 2 volte alla settimana, la bresaola non costituisce un problema per la salute.