Intestino capriccioso?
Dietro un intestino irregolare ci sono spesso scorrette abitudini alimentari o delle ipersensibilità

Intestino capriccioso?
Un numero sempre crescente di persone sono affette da patologie croniche intestinali.
E’ possibile contrastare l’infiammazione intestinale a tavola?
La presenza di una intolleranza alimentare può creare infiammazioni e dolori addominali?
Quali sono gli alimenti da preferire e quelli da ridurre?
Cosa si intende per Leaky gut syndrome ?
Cercheremo di rispondere a tutte queste domande per aiutarvi a migliorare la salute del vostro intestino, anche Ippocrate (400 a.C.) affermava che: “Tutte le malattie hanno inizio nell’intestino”
E’ possibile contrastare l’infiammazione intestinale a tavola? Sicuramente sì
Sulla base della nostra esperienza clinica il primo presidio utile a migliorare la salute dell’intestino è verificare la presenza di eventuali intolleranze alimentari come la celiachia e l’intolleranza al lattosio, ma anche una possibile gluten sensitivity o semplicemente l’infiammazione da cibo
Cosa intendiamo per infiammazione da cibo o intolleranza alimentare: è un fenomeno riproducibile, derivante da una reazione a un alimento, un conservante o allergene non è dovuto o mediato dalle immunoglouline E (tipiche dei fenomeni allergici); questa reazione si verifica anche quando la persona non identifica il tipo di cibo introdotto nell’organismo. Le intolleranze alimentari (allergie alimentari ritardate o infiammazione da cibo) nascono quando si verifica un “allargamento” delle griglie di difesa dell’intestino.
Quando l’alimento intollerante giunge a contatto con la parete intestinale, si sviluppano una serie di reazioni che portano al rilascio locale di mediatori infiammatori, sostanze istaminosimili e cellule immunitarie dotate di memoria immunologica.
Questo provica l’entrata in circolo di citochine (sostanze proinfiammatorie), e lo sviluppo di una immunoflogosi a distanza, un processo causato dall’intervento di un complesso di citochine e cellule infiammatorie che, a sua volta, porta alla comparsa di un fenomeno flogistico di natura immunitaria. In questo processo non sembrano essere coinvolte IgE, ma altri tipi di anticorpi.
E’ quindi possibile affermare che la presenza di ipersensibilità alimentari provoca una diminuzione della soglia infiammatoria dell’organismo che diventa più reattivo ad ogni altro stimolo.
Ogni organismo ha però una particolare capacità di adattamento e, affinché si verifichi la comparsa di un sintomo è necessario che il nostro “stato infiammatorio” superi un livello soglia (limite al di sotto del quale generalmente non si avvertono dei sintomi restando ancora latenti).
Una volta superata la soglia basta una piccola quantità di allergene per slatentizzare un sintomo o una vera e propria patologia.
La soluzione: un programma nutrizionale finalizzato all’acquisizione di corrette abitudini alimentari e alla desensibilizzazione dalle intolleranze alimentari riscontrate, facilmente diagnosticabili mediante Test DRIA o F.I.T., ottenendo notevoli benefici per numerose patologie e/o disturbi.
Quali sono gli alimenti da evitare e quelli che aiutano?
Quelli da evitare
- i cibi pronti: additivi, conservanti, coloranti, esaltatori di sapidità favoriscono l’infiammazione. Sono da ridurre, quindi, i prodotti precotti o in scatola.
- dolci e snack industriali: spesso hanno un elevato contenuto di grassi trans che portano a un aumento dei livelli di colesterolo LDL (cattivo) nel sangue.
- bibite zuccherate e alcolici: bibite analcoliche e succhi di frutta confezionati sono spesso ricchi di zuccheri semplici aggiunti e anche di caffeina. L’eccesso di alcol contribuisce all’infiammazione dell’organismo.
- chewing gum e caramelle: possono contenere dolcificanti come il sorbitolo, il mannitolo, lo xilitolo e gli idrolizzati di amido idrogenato. Vengono scarsamente assorbiti e fermentati nel colon, contribuendo alla produzione di gas, crampi, gonfiore addominale, diarrea.
- caffè e prodotti contenenti caffeina: nelle persone affette dalle MICI, il consumo di caffeina stimola la motilità intestinale e, di conseguenza, può portare a un’aumentata frequenza delle scariche diarroiche.
Quelli che aiutano - i cereali sono alimenti naturalmente infiammatori, ma consumati integrali (eccetto che in fase acutizzante) sono ricchi di fibre, minerali, ferro, fosforo e vitamine del gruppo B che mantengono stabili i valori della glicemia.
- l’ olio extravergine di oliva: grazie alla sua concentrazione di grassi monoinsaturi, vitamina E e polifenoli, riduce la formazione di molecole pro-infiammatorie.
- frutta secca: sono fonti di preziosi nutrienti come proteine, fibre, vitamine, ma soprattutto di acidi grassi essenziali Omega-3, di cui sono particolarmente ricchi le noci, i semi di lino e i semi di Chia.
- pesce azzurro: sgombri, alici, sardine, sono ottime fonti di acidi grassi essenziali Omega-3, composti che hanno una funzione antinfiammatoria e anche la capacità di stimolare la produzione di mediatori antiinfiammatori (cioè di composti che influenzano la risposta immunitaria dell’organismo agli agenti nocivi). –
- spezie: ottimi antinfiammatori sono anche le spezie, come la curcuma che è antiossidante o lo zenzero che ha proprietà antiulcerose. Chi soffre di infiammazione gastro- enterica deve usare però delle accortezze per evitare disturbi, per esempio usando il curry dolce invece di quello piccante.
Cosa si intende per Leaky gut syndrome ?
Troverete un interessante articolo dal titolo La sindrome dell’intestino permeabile