Intolleranze alimentari: aumenta il peso e l’infiammazione.
Come abbiamo più volte affermato l’infiammazione può contribuire allo sviluppo di obesità, insulino-resistenza, diabete mellito e malattie cardiovascolari (aterosclerosi).

Il legame tra intolleranze alimentari e infiammazione trova sempre nuove conferme, come abbiamo più volte affermato l’infiammazione può contribuire allo sviluppo di obesità, insulino-resistenza, diabete mellito e malattie cardiovascolari (aterosclerosi). Un recente studio dal titolo “IgG antibodies against food antigens are correlated with inflammation and intima media thickness in obese juveniles” Exp Clin Endocrinol Diabetes.2008 Apr;116(4):241-5. Epub 2007 Dec 10, ha rilevato i valori delle Ig G per diversi antigeni alimentari , la proteina C-reattiva (PCR) e lo spessore della strato dell’intima-media (IMT) delle arterie carotidi in 30 bambini obesi e in 30 bambini normopeso.
Vediamo in dettaglio qualche informazione su Ig G, Intima-media e PCR
Le immunoglobuline G (IgG) sono un tipo di anticorpi, cioè molecole coinvolte nella risposta immunitaria dell’organismo umano, sono gli anticorpi maggiormente impiegati durante la risposta immunitaria secondaria, cioè sono prodotte tardivamente e in maniera massiva dai linfociti B differenziatisi in plasmacellule. In questo esse si contrappongono alle IgM, che sono prodotte invece nelle fasi più precoci dell’infiammazione.
La presenza di anomalie strutturali e di disfunzione della parete arteriosa, sono segni di stadi precoci di aterosclerosi e un importante indice di rischio cardiovascolare.
La proteina C reattiva è una sostanza prodotta dal fegato e poi rilasciata nel circolo sanguigno. In condizioni normali i suoi livelli nel sangue sono bassi, ma in presenza di un’infezione o di uno stato infiammatorio possono aumentare anche di migliaia di volte. Attualmente la PCR viene quindi considerata un parametro in grado di predire gli eventi cardiovascolari: quanto più elevati sono i livelli di PCR, tanto più alto è il rischio di avere un infarto miocardico o un ictus cerebrale.
Lo studio sopra indicato mostra che i bambini obesi hanno valori significativamente più elevati di anticorpi Ig G diretti contro antigeni alimentari rispetto ai bambini in normopeso, dimostra inoltre la stretta relazione tra anticorpi IgG e un basso grado di infiammazione sistemica e con l’ intima-media (IMT) delle arteria carotide comune.
Concludendo, questi dati non solo sottolineano una predisposizione alla sviluppo di malattie cardiovascolari nei giovani obesi, ma anche la stretta relazione fra sistema immunitario (Ig G), infiammazione e sviluppo di obesità e aterosclerosi.
Le intolleranze alimentari e in generale le connessioni tra cibo e infiammazione sono ormai una realtà scientifica inconfutabile, curare una intolleranza alimentare o meglio uno stato infiammatorio generalizzato, significa migliorare lo stato di salute del nostro corpo, impostare un regime alimentare rispettoso delle nostre intolleranze ci permette di ridurre significativamente lo stato infiammatorio, di perdere peso riducendo così anche il rischio di sviluppare malattie correlate al sovrappeso e all’obesità, come diabete, ipertensione, ipercolesterolemia e malattie cardiovascolari.