Intolleranze alimentari…..facciamo chiarezza

"I test per le intolleranze alimentari ? Li fanno tutti e non sempre seriamente". Facciamo un po' di chiarezza....

intolleranze alimentari

Intolleranze alimentari…..facciamo chiarezza

Il 2  novembre è apparso sul Corriere della Sera un articolo dal titolo:
“I test per le intolleranze alimentari ? Li fanno tutti ma sono una truffa”.

Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni, la cosa importante è che queste opinioni non diventino false credenze per il mancato aggiornamento scientifico di alcuni colleghi, le cui conoscenze non sono state arricchite dalla lettura di recenti pubblicazioni relative a studi che sottolineano il legame tra allergie o intolleranze alimentari e stato infiammatorio, così come la relazione tra allergia o intolleranze alimentari e artrite, tosse, asma, colite o malattia infiammatoria del colon e infine resistenza insulinica e soprappeso e/o obesità.
In questi ultimi anni c’è stato un incremento notevole delle conoscenze scientifiche relative ai fenomeni di allergia agli alimenti e sulle cause stesse delle allergie, tanto che è stato possibile distinguere le allergie alimentari in:

–  Allergie  immediate (legate alle immunoglobuline E)
– Allergie alimentari ritardate (dovute a una reazione cellulare,favorita da altri anticorpi)
Nell’articolo viene dichiarato che non esiste alcun esame di laboratorio in grado di valutare la presenza di un’allergia o intolleranza prescindendo dalla storia clinica.

Tale commento è decisamente falso; è possibile diagnosticare le allergie, ovvero fenomeni IgE mediati, mediante un test validato da sempre come il RAST (serve per identificare le immunoglobuline E di un organismo specificamente rivolte verso una particolare sostanza), esiste inoltre una ulteriore possibilità di diagnosticare le allergie mediante un Prick (si attua ambulatoriamente, anche presso le strutture del Servizio Sanitario Nazionale, praticando dei piccoli graffi sull’avambraccio e depositando una goccia di liquido contenente le sostanze da testare sul graffio stesso, oppure praticando il graffio direttamente con una lancetta imbevuta nella sostanza allergenica. Il test può mettere in evidenza solo le reazioni che dipendono dalle IgE, quindi solo le allergie.)
Per quanto riguarda i test specifici per la ricerca delle intolleranze alimentari, ricordiamo che alcuni dei cosiddetti test non convenzionali, sono fondati su criteri scientifici, con relative pubblicazioni, che tentano di ridurre se non eliminare la soggettività e la fluttuazione dei risultati. Per esempio il test DRIA è computerizzato e standardizzato in modo da ridurre la soggettività e le incertezze delle tecniche chinesiologiche.
Sicuramente concordiamo sulla scarsa attendibilità di alcuni test, così come sulla insensatezza delle diete inviate per corrispondenza
, ma questo non autorizza nessuno a dare dei truffatori a medici che da anni si occupano di intolleranze alimentari seriamente, che hanno sostenuto la ricerca in questo campo per aiutare tutti quei pazienti che non avevano trovato risposta al loro malessere dai cosiddetti medici tradizionali, dai quali erano stati liquidati con la classica frase il suo disturbo è psicosomatico, o nelle peggiori delle ipotesi è dovuto allo stress, e così la malattia diventa una colpa.

Questi pazienti spesso nel momento del ritiro del referto dell’esame delle allergie IgE mediate vedono scritta la parola negativo, ma non corrisponde al loro reale stato di salute, sono loro che spesso riescono a suggerire il legame tra la loro sintomatologia e alcuni alimenti, ma se si trovano ad esprimere le loro sensazioni a quei medici non “sufficientemente aggiornati” si sentiranno incompresi. Vogliamo ricordare a questi colleghi che il compito fondamentale di un bravo medico è ascoltare il paziente, e cercare di capire il suo malessere curando la persona e non semplicemente il sintomo.
Riprendendo l’argomento delle prescrizioni dietologiche per corrispondenza, non possiamo negare che nella disperazione di non trovare una risposta al proprio malessere, un cospicuo numero di pazienti si rivolge a farmacie, erboristerie ……….o comunque a personale non preparato sufficientemente, e questo è sicuramente uno dei grossi problemi, poiché ogni qualvolta che ci si occupa della propria salute e del proprio benessere, bisognerebbe sempre rivolgersi a un medico esperto e non a operatori non sempre ben documentati , quasi mai medici come afferma nell’articolo il Dott. Mario Mauro Mariani (Docente di omotossicologia, Comitato per le medicine non convenzionali) “queste indagini funzionano ma tutto dipende da chi le utilizza ognuna di esse può avere risultati eccezionali; fra di noi ci sono persone serie e meno serie………….”
E’ fondamentale infatti rivolgersi a un medico, che raccolga una accurata anamnesi familiare e patologica, esegua un esame obiettivo, valuti i parametri antropometrici, e che usi i test per le intolleranze alimentari con logica prescrivendo successivamente un programma nutrizionale che tenga conto di tutti i dati emersi e che spieghi accuratamente al paziente tale programma precisando che non bisogna assolutamente seguire una dieta di eliminazione degli alimenti incriminati, ma piuttosto una dieta di rotazione che porti alla desensibilizzazione da tali intolleranze
Per quanto riguarda l’affermazione “ Di intolleranze non si ingrassa” viene da chiedersi è negligenza ?
Ripetute volte abbiamo infatti sottolineato come nella recente letteratura scientifica, soprappeso ed obesità siano considerate malattie infiammatorie (Jung SH et al, J Nutr Biochem 2007 Jul 3; [Epub ahead of print]),, in cui si ha un’evidente attivazione dei macrofagi che sono una importante fonte di infiammazione. A questo proposito numerosi sono gli studi che assegnano a queste cellule un ruolo importante nei cambiamenti molecolari che si presentano nel tessuto adiposo dell’ obeso. 

Le patologie metaboliche correlate all’ obesità sono associate ad una risposta infiammatoria cronica, caratterizzata da una produzione anomala di citochine, dall’aumento di molecole di fase-acuta e dall’attivazione delle vie dell’ infiammazione.  International Journal of Obesity (Zeyda M et al, Int. Obes(Lond) 2007 Jun 26)
Ricordiamo inoltre la relazione tra ipersensibilità alimentari e diminuzione della quota di radicali liberi con riduzione del livello di ossidazione e del colesterolo.
Un’ ulteriore considerazione, viene scritto: “Nel 90% dei casi la risposta è positiva e si scopre quindi di essere intolleranti a qualcosa in genere latticini , cereali, frutta secca, salumi: i più calorici”

Ci si è chiesti chi esegue un test per le intolleranze alimentari? Sicuramente chi ha una patologia.
Le intolleranze sono infatti presenti solo nel 30% della popolazione.

Per quanto riguarda invece la probabile diagnosi di intolleranza per cibi come latte cereali………non è così vero che sono i soli responsabili di una intolleranza; da un lavoro osservazionale che ha preso in esame un cospicuo numero di pazienti (532) nel 2002 e successivamente (228) nel 2007 si è evidenziato come tra le intolleranze più frequenti trova posto quella per i grassi vegetali. Studio
I medici che si occupano seriamente di intolleranze alimentari cercano di fornire risposte e soluzioni a tutti coloro che percepiscono la grande importanza ma anche la forte influenza che una sana e corretta alimentazione può avere sul nostro stato di salute.
Che alcuni colleghi siano concentrati solo sui sintomi e non considerino il paziente nella sua totalità, possiamo accettarlo anche se con molta difficoltà, del resto il più grande medico dell’antichità nel cui nome tutti i medici effettuano il loro giuramento, Ippocrate sosteneva “Il cibo sia la tua medicina” e ancora “Ciò che è alimento per una persona è veleno per un’altra”e ci dispiace che molti colleghi se ne siano dimenticati, e non siano aggiornati sulle recenti scoperte della relazione tra infiammazione, allergia e aumento di peso.

Thomas Kuhn sosteneva che la scienza invece di progredire gradualmente verso la verità è soggetta a rivoluzioni periodiche che egli chiama slittamenti di paradigma, Imre Lakatos distingueva tra programmi di ricerca progressivi e degenerativi. I programmi di ricerca progressivi crescono e sono caratterizzati dalla scoperta di nuovi fatti. I programmi degenerativi sono caratterizzati dalla mancanza di crescita o dal moltiplicarsi di ipotesi protettive che non conducono a fatti nuovi.
Una delle caratteristiche più importanti della ricerca scientifica è proprio quella di mettersi in discussione, di cercare di confutare le teorie già esistenti per produrre nuove conoscenze e non arroccarsi su conoscenze passate, così si uccide la ricerca e il progresso scientifico.

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Con sede in Corso Sempione 8 a Milano, propone un approccio integrato tra la Medicina allopatica e naturale. Da oltre 20 anni si occupa di Alimentazione, Intolleranze Alimentari e Medicina Estetica.