Senza infiammazione la dieta è più facile

Chili di troppo? Tutta colpa dell'infiammazione da cibo facciamo un po' di chiarezza

L’ infiammazione da cibo influenza il nostro peso e la nostra salute

Segui uno stile di vita sano, una alimentazione corretta e svolgi regolarmente attività fisica, ma un leggero malessere ti accompagna sempre.
Hai mai pensato di eseguire un test per individuare quali cibi potrebbero essere i responsabili di tutti quei sintomi con cui spesso conviviamo come mal di testa,  pancia gonfia, colon irritabile, ritenzione idrica, o anche hai qualche chilo in più che proprio non vuole andarsene nonostante tutti gli sforzi.
Ebbene sì, a differenza delle allergie, le intolleranze alimentari sono delle allergie alimentari ritardate, espressione di una infiammazione da cibo, dovute a una reazione lenta e progressiva dell’organismo che sviluppa una particolare sensibilità verso alcune sostanze.
Questo provoca un surplus di lavoro per il sistema immunitario e un indebolimento del nostro organismo che ci manda dei segnali proprio attraverso i sintomi sopraindicati.
Inoltre moltissime sono le evidenze scientifiche che sottolineano il legame tra intolleranze alimentari e aumento di peso, e tra intolleranze alimentari e stato infiammatorio.
Per questo è importante individuare il gruppo di sostanze al quale si reagisce e controllarne l’assunzione.
Attraverso un percorso specifico è possibile infatti iniziare un processo di desensibilizzazione dell’organismo.
La riduzione della componente infiammatoria determinerà un netto miglioramento dei piccoli o grandi malesseri e una mirata perdita di peso, favorendo la perdita della % di body fat (massa grassa) strettamente legata allo stato infiammatorio.
È possibile dividere i cibi in gruppi alimentari a cui sono associati disturbi particolari.
Ricordiamo che le ipersensibilità alimentari dipendono sia dalle caratteristiche genetiche che dalle abitudini alimentari individuali, quindi è sempre meglio sottoporsi a un test specifico e seguire le indicazione personalizzate di un medico specialista.

E’ bene osservare che una lettura moderna del risultato di un test per la ricerca delle intolleranze alimentari dovrebbe identificare le categorie di alimenti che vengono raggruppate sulla base della loro somiglianza immunologica.
Una volta individuato quindi il gruppo di alimenti incriminati, si inizierà un percorso terapeutico che porterà alla riduzione dell’infiammazione e al recupero della tolleranza immunologica.
Il sistema migliore e più collaudato per fare ciò, non è l’eliminazione bensì la rotazione dei cibi appartenenti ai gruppi alimentari identificati.
Lo schema utilizzato prevede ogni 3 giorni di astensione, nei quali vengono usati cibi “alternativi”,  un reinserimento,  di alcuni alimenti appartenenti ai gruppi a cui si è risultati più sensibili.
I cibi definiti alternativi hanno naturalmente caratteristiche immunologiche differenti da quelli del gruppo alimentare in questione e permettono all’organismo una pausa dagli allergeni a cui si è sensibilizzato. Le reintroduzioni hanno invece la funzione di ristabilire la tolleranza.

Dal punto di vista generale ciò permette di ridurre l’infiammazione da cibo e recuperare la tolleranza immunologica che si traduce in una riduzione progressiva del livello di reattività nei confronti del cibo stesso.


Anche dal punto di vista psicologico la rotazione è assolutamente gratificante, se consideriamo che generalmente sono quelli consumati più frequentemente, il fatto stesso di non avere un’eliminazione totale degli alimenti rende la dieta molto più sostenibile e meno difficoltosa.

La velocità del reinserimento dipende dalla sintomatologia di ciascuno, per questo è consigliato un monitoraggio con controlli periodici, in modo da stabilire ogni volta come e quanto ampliare la dieta.
L’obiettivo finale è ritrovare la tolleranza immunologica e aumentare la varietà delle proprie scelte alimentari.
Nella nostra pratica clinica abbiamo visto che alla fine del percorso spesso un giorno di astensione settimanale dai gruppi di alimenti positivi al test, è sufficiente a mantenere l’organismo in equilibrio.
In generale possiamo affermare che tra i gruppi alimentari che più frequentemente possono essere responsabili di alcune patologie torviamo:

Intolleranza al latte/latticini, per la quale non è sufficiente controllare l’assunzione di latte, burro e formaggi, perché molti sono i prodotti industriali che li contengono dal pancarrè alla pizza o alla pasta già pronta, così come gli insaccati in vaschetta, per questo rimandiamo all’articolo Intolleranza al latte o al lattosio? Facciamo chiarezza.
Leggi anche Colon irritabile: come combatterlo

Intolleranza alla farina di frumento, in questo caso bisognerà fare attenzione a pane e pasta e aumentare frutta, verdura e legumi, che pur fornendo gli zuccheri, carburante per il nostro organismo, hanno un basso indice glicemico, evitano picchi glicemici e riducono i depositi di grassi. E’ inoltre possibile usare cereali alternativi come  riso, mais, grano saraceno, avena, miglio e quinoa, che consentono anche di rendere più varia la nostra alimentazione, spesso le intolleranze sono accompagnate da un’alimentazione monotona e ripetitiva. Leggi anche Gluten sensitivity e celiachia

Intolleranza ai lieviti, quindi attenzione a tutti i cibi fermentati (formaggi, yogurt) e lievitati (tutti i prodotti da forno dolci e salati), attenzione anche agli alcolici, questi accorgimenti non solo miglioreranno il tuo stato di salute ma ti regaleranno una pancia piatta. Per approfondire leggi Pancia piatta senza lieviti

 

Intolleranza al sale, è bene precisare che un’eventuale ipersensibilità alimentare al sale NON può essere imputata solo al sale come elemento chimico (Cloruro di sodio); in quanto Cloro e Sodio che sono costituenti fondamentali del nostro stesso organismo. A scatenare la reattività sono piuttosto le eventuali impurità derivanti dai processi di lavorazione. Talvolta poi l’intolleranza al sale non è altro che un segnale di sovraccarico alimentare delle sostanze ad alto contenuto di sale, come insaccati e formaggi, ulteriori indicazioni nel nostro articolo Sale: intolleranza e salute

Intolleranza al nichel, negli ultimi anni le allergie e le intolleranze al nichel sono aumentate di frequenza, e ciò è dovuto al fatto che senza mai provocare una reazione immediata, l’assunzione alimentare di cibi con un elevato contenuto di Nichel o di sostanze che gli assomiglino, contribuisce all’aumento complessivo dell’infiammazione da cibo di un organismo, provocando reazioni che si manifestano dopo aver superato un certo livello di soglia. Per l’approfondimento e l’elenco dei cibi che lo contengono leggi Nickel intolleranza in crescita . . . cosa fare

Concludiamo ricordando che le intolleranze alimentari sono molto diffuse e spesso sottovalutate, noi ce ne occupiamo da oltre vent’anni eseguendo direttamente presso il nostro studio il Test Dria per la ricerca e cura delle intolleranze alimentari, un test basato su un riflesso chinesiologico documentato scientificamente, il risultato è immediato e consente una elaborazione contestuale di un programma nutrizionale, realmente personalizzato.
Le nostre diete di desensibilizzazione sono, come abbiamo detto, delle diete di rotazione che prevedono un’assunzione controllata anche dei cibi incriminati, rendendo più facile e meno gravosa la gestione della dieta, ma innescando comunque un processo antinfiammatorio e di purificazione dell’organismo, che recupererà salute, energia e benessere.

Il programma nutrizionale con ricerca delle intolleranze alimentari prevede:

  • Colloquio informativo generale e consenso informato
  • Anamnesi patologica e alimentare
  • Visita medica specialistica, valutazione dei parametri antropometrici (peso, altezza, Body Mass Index, % Body fat, circonferenza vita) e prescrizione di esami specifici
  • Esecuzione Test DRIA per valutare eventuali intolleranze alimentari
  • Formulazione di un programma nutrizionale-dietologico,
  • Consegna di un resoconto scritto dell’esame svolto, delle schede relative alle intolleranze alimentari riscontrate, e dell’elaborato del programma nutrizionale

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