Introduzione alle Intolleranze Alimentari

Esistono le intolleranze alimentari ovvero l’infiammazione da cibo (definite anche allergie alimentari ritardate), e le allergie alimentari immediate. Si tratta di due fenomeni diversi, ma che interagiscono intensamente, contribuendo entrambi ad aumentare il livello di infiammazione dell’organismo e a stimolare le manifestazioni allergiche.
Allergia |
L’allergia è immediata, colpisce 1-2 persone su 10, compare nel giro di pochi minuti, raramente entro qualche ora, dal contatto con la sostanza. Implica l’intervento delle Immunoglobuline E (IgE) e dei mastociti (cellule del sistema immunitario). Qualunque reazione che determini gli stessi sintomi di un’allergia ma non contempli l’intervento di IgE e mastociti non può essere considerata allergia. |
Intolleranze Alimentari |
Le intolleranze alimentari invece, colpiscono 5-6 persone su 10, esprimono per lo più una reazione lenta, determinata dall’intervento di cellule o anticorpi diversi dalle IgE (cellule Th intestinali) che insorgono dopo ore o giorni di assunzione ripetuta della sostanza alimentare E’ un fenomeno mediato dal sistema immunitario, (non IgE mediato), che porta ad uno stato di immunoflogosi, e che necessita di una ripetuta stimolazione del sistema immunitario per evidenziare un sintomo. Nell’organismo esistono infatti meccanismi di controllo che – in caso di intolleranza meglio che in caso di allergia – riescono a evitare la comparsa dei sintomi. Questo meccanismo prevede dunque il superamento del livello di soglia |
L’intolleranza alimentare può essere definita come una patologia da accumulo o da iperstimolazione è dovuta infatti alla stimolazione ripetuta nel tempo del sistema immunitario da parte di un alimento, di un allergene o di un conservante; ma affinchè si evidenzi è necessaria una lenta e progressiva stimolazione dell’organismo, che porta alla formazione di cellule pro-infiammatorie (citochine) che nel tempo determinano la comparsa di un sintomo.
Definizione di intolleranza alimentare
E‘ un fenomeno riproducibile, derivante da una reazione a un alimento, un conservante o allergene non è dovuto o mediato dalle immunoglouline E (tipiche dei fenomeni allergici); questa reazione si verifica anche quando la persona non identifica il tipo di cibo introdotto nell’organismo.
La storia…….cosa è stato osservato nel passato
2003 Carsten Bindslev-Jensen e lo statunitense Hugh Sampson, hanno precisato che in una popolazione di soggetti che lamentavano reazioni al cibo, l’effettuazione di una prova di carico per tre giorni di fila comportava una risposta positiva nel 37% dei soggetti (contro il 2% che rispondono il primo giorno). Questo significa che nel maggior numero dei casi le risposte agli alimenti sono risposte da “accumulo”, come se l’organismo patisse una sorta di lento avvelenamento che determina la comparsa di sintomatologia solo dopo il superamento di un determinato livello di soglia.
Questi dati non fanno che riconfermare ciò che la clinica e la logica avevano già da anni ipotizzato: la possibilità di utilizzare delle diete di rotazione una arma importantissima a disposizione del medico al fine di effettuare una corretta terapia dietetica volta a favorire il recupero della tolleranza nei confronti dei cibi non tollerati ed evitare pericolose diete di eliminazione, utili solo in caso di allergia IgE-mediata, consentendo il rispetto della socialità e del piacere legati all’alimentazione mediante l’attuazione di una dieta di rotazione che preveda alcune giornate di alimentazione libera.
2003 su Allergy Asthma Immunol, dal titolo IgE and non IgE food allergy. Alcuni ricercatori come precedentemente sottolineato hanno evidenziato l’esistenza di una reazione immunologica legata alla ripetitività della stimolazione
2004 un aggiornamento pubblicato su Jaci (Journal Allergy Clinn Immunol), dal titolo Update on food allergy ha confermato le precedenti affermazioni e i rispettivi risultati.
2006 Brandt EB et al., J Allergy Clin Immunol 2006 Aug;118(2):420-7, evidenzia che un carico di un alimento verso cui esista una intolleranza in presenza di acari o muffe può determinare la persistenza per oltre 10 giorni di sintomi apparentemente di tipo allergico respiratorio, anche in soggetti che non hanno IgE per acari o muffe.
2007 Finkelman FD.;J Allergy Clin Immunol 2007-120:506-15, viene riconosciuta l’esistenza di una via classica dell’allergia (IgE e mastociti), e di una via alternativa (Granulociti, PAF, IgG) con gli stessi effetti.
2010 La storia continua e si aggiorna …….. nasce l’infiammazione da cibo
Intolleranze alimentari: interessanti novità