Colon Irritabile, reflusso-esofageo, gonfiore e dolore addominale

Colon Irritabile, reflusso-esofageo, gonfiore e dolore addominale
Come abbiamo precisato nell’introduzione Intolleranze alimentari e patologia è possibile curare molte patologie eliminando l’infiammazione da cibo seguendo una apposita dieta di rotazione sugli alimenti a cui si è intolleranti.
Questo vale per molte patologie dell’apparato gastrointestinale e in modo particolare per:
- Gonfiore e dolore addominale
- Dispepsia
- Stipsi o diarrea
- Colon irritabile
- Reflusso-gastro-esofageo e gastrite
- Celiachia e gluten sensitivity
- Flatulenza, meteorismo intestinale, eruttazioni, pesantezza post-prandiale
Di seguito alcuni articoli del nostro archivio che consentono di approfondire la correlazione tra alcune patologie gastrointestinali e l’infiammazione.
Colon irritabile…”la colite”
. . . . . L’alimentazione gioca sempre un ruolo importante nella cura di questo fastidioso disturbo, in particolare sono sempre più numerose le conferme della correlazione tra sindrome del colon irritabile e intolleranze alimentari come appare dall’articolo di Zar S, Benson MJ, Kumar D. Am J Gastroenterol. 2005 Jul;100(7):1550-7 i ricercatori britannici hanno infatti dimostrato l’importanza della ipersensibilità alimentare nella genesi della sindrome del colon irritabile. Non essendoci test convenzionali per la diagnosi delle ipersensibilità alimentari, sono state identificate le IgG4 nei confronti di alcuni antigeni. I soggetti con IBS avevano un significativo aumento di titolo di IgG4 nei confronti di alcuni alimenti, verso cui non veniva evidenziata alcuna reazione IgE. Il livello più o meno elevato di IgG4 non era correlato con la gravità della sindrome. Diventa quindi evidente che la diagnostica delle intolleranze alimentari NON può essere fatta tramite dosaggio di IgE, e che un test per la ricerca delle intolleranze alimentari può essere utile.
Ulteriore conferma ci viene data da un recente studio The therapeutic effects of eliminating allergic foods according to food-specific IgG antibodies in irritable bowel syndrome, Zhonghua Nei Ke Za Zhi. 2007 Aug;46(8):641-3. Chinese, mostra come una dieta che limiti il consumo di alimenti verso cui è stata rilevata una allergia IgG specifica, porti ad una significativa riduzione della frequenza dei sintomi e un notevole miglioramento della qualità di vita dei soggetti con Sindrome del Colon Irritabile e ancora ……… ne citiamo uno piuttosto significativo Orv Hetil. Increased IgE-type antibody response to food allergens in irritable bowel syndrome and inflammatory bowel diseases 2005 Apr 24;146(17):797-80, anche in questa ricerca si evidenzia come le ipersensibilità alimentari concorrono a sostenere la sintomatologia della sindrome da colon irritabile, e una dieta attenta alle ipersensibilità porta a un significativo miglioramento della sintomatologia. Ricordiamo inoltre come secondo una ricerca olandese (Eur J Gastroenterol Hepatol 2001; 13: 941) effettuata nel 2001, si metteva in relazione la sindrome del colon irritabile con la presenza di una reazione di intolleranza al lattosio o di ipersensibilità al latte e come una corretta dieta su latte e derivati ha portato in alcuni casi alla completa risoluzione della patologia o comunque ad un notevole miglioramento in un significativo numero di casi. . . . . Leggi tutto
Colon irritabile, è colpa del glutine ?
A conclusione di uno studio condotto per individuare la diffusione della sensibilità al glutine dichiara che in un caso su quattro ciò che viene identificato come colon irritabile ritrova una causa specifica nella sensibilità al glutine non celiaca (Gluten sensitivity), con sintomi che possono essere comuni ad entrambe e che regrediscono grazie ad una corretta dieta di sospensione dell’assunzione degli alimenti contenenti glutine. Non sempre infatti le coliti sono l’espressione di una sindrome del colon irritabile. Nel 5% dei casi a essere responsabile di quei sintomi e di altre alterazioni del funzionamento dell’apparato intestinale è il glutine. . . . . Leggi tutto
Speciale Gluten sensitivity
La Gluten-sensitivity è una reazione nei confronti del glutine non di natura autoimmunitaria né di natura allergica; alla base di tale disturbo vi sarebbe – comunque – una iper-risposta immunitaria di tipo innato nei confronti del glutine. La sensibilità al glutine (GS = Gluten sensitivity) non è una vera allergia al grano e non è celiachia. Considerata con scetticismo da molti medici come un disturbo psicosomatico disfunzionale, è piuttosto una patologia che causa veri problemi gastrointestinali ed altre sintomatologie; è finalmente riconosciuta e classificata da un pool di esperti internazionali, tra cui spicca un nutrito gruppo di italiani, come un’entità nosologica a sé stante rispetto ai disturbi glutine-correlati, quali appunto l’allergia al frumento e la celiachia. Il trigger (causa) sarebbe rappresentato da un eccessivo utilizzo di grani “iperconcimati” con quantità di glutine superiore del 12% rispetto al normale. . . . Leggi tutto: Parte prima Parte seconda
Vivere il piacere del cibo nonostante il reflusso gastroesofageo
. . . . Come abbiamo detto c’è una componente infiammatoria importante, quindi nell’impostazione di un regime alimentare corretto sarebbe utile non sottovalutare tale stato infiammatorio alterato, spesso espressione di eventuali intolleranze alimentari (definite anche allergie alimentari ritardate). A tale proposito è utile ricordare alcuni studi tra cui uno studio californiano e una REVIEW: Eosinophilic esophagitis in adults: a systematic review. (Eur J Gastroenterol Hepatol.2006) in cui appare evidente come il reflusso gastroesofageo sia connesso con la presenza di eosinofili a livello della sottomucosa gastrica ed esofagea. Questo apre nuove prospettive nel trattamento di questa patologia per la quale si dà sempre maggior risalto al controllo della componente allergica, che potrà essere modulata mediante una dieta di rotazione su quegli alimenti “intolleranti” al fine di rieducare il sistema immunitario verso la tolleranza, riducendo così la risposta degli eosinofili e conseguentemente l’infiammazione locale. Ricordiamoci che un tessuto infiammato è un tessuto che “lavora male” e non riesce a svolgere appieno la sua funzione. . . . . Leggi tutto