Migliora la performance sportiva

In questa sezione parliamo di sport e alimentazione e vediamo il beneficio di una “dieta corretta” sulla performance muscolare, riportiamo inoltre una ricerca effettuata su un gruppo di giocatori di pallavolo che ha dimostrato che la sola eliminazione delle eventuali intolleranze alimentari, e la conseguente prescrizione di una dieta individualizzata, è in grado di determinare un aumento della performance muscolare.

 

Alimentazione sport e Intolleranze alimentari
Fare sport vuol dire sottoporre il proprio sistema osteo-articolare a sforzi e sollecitazioni intense, tanto più pesanti quanto più l’attività è agonistica; il miglioramento della condizione fisica e il raggiungimento della forma sportiva ottimale derivano dall’interazione di molti elementi.    In primo luogo è importante pianificare un programma di allenamento con tempi e mezzi adeguati all’atleta, alla disciplina sportiva e agli obiettivi che ci si prefigge di raggiungere. Non è possibile improvvisare ma è necessario realizzare un buon programma di allenamento  e  applicarlo costantemente nel tempo, verificandone l’efficacia e i metodi. Data l’importanza che hanno i risultati per gli sportivi spesso si ricorre a prodotti e sostanze di tipo farmacologico, non tenendo conto dei gravi danni che possono provocare e non pensando che in realtà è possibile migliorare la propria performance sportiva  anche in modo naturale. 

È quindi ovvio e scontato dire che è possibile migliorare le proprie prestazioni attraverso un allenamento intenso e costante, ma non dimentichiamoci della sana, corretta e buona alimentazione, può consentire all’organismo di ottimizzare le proprie capacità sportive.

Solo uno stato di salute ottimale garantisce la massima espressione delle potenzialità fisiche ed atletiche di un individuo.

Non esistono alimenti particolari capaci di migliorare la preparazione e/o la prestazione atletica, ma solo buone o cattive abitudini alimentari che condizionano l’efficienza metabolica e il rendimento fisico ed atletico.

 

In quest’ottica sono sempre di più gli sportivi che si alimentano secondo schemi conosciuti e aggiornati negli anni, ma pochi sono gli sportivi che tengono conto delle eventuali ipersensibilità alimentari (una problematica a molti ancora sconosciuta ma in continuo aumento); seguire una dieta che tenga conto delle intolleranze alimentari consente all’organismo di funzionare al meglio, tanto che si è evidenziato come seguire una dieta bilanciata e rispettosa delle ipersensibilità individuali sia in grado di determinare un miglioramento della performance muscolare di circa il 6%. 
Questo è possibile perché in presenza di una intolleranza alimentare nell’organismo si ha una riduzione  di forza muscolare (principio su cui si base il Test DRIA), perdita che permane fino a 21 ore dall’ assunzione dell’alimento. 

Sarebbe quindi utile per chi pratica attività sportive agonistiche o non, sapere come le intolleranze alimentari interferiscano sulla resa muscolare. Per capire come una intolleranza alimentare, per di più asintomatica, possa determinare una risposta nell’ organismo di calo del tono muscolare in tempi brevissimi  è necessario rifarsi al lavoro di Metzger che, come abbiamo visto precedentemente, grazie ai suoi studi ha messo in evidenza una riduzione del tono muscolare che permane fino a 21 ore in concomitanza di una reazione allergica; agli studi di Tonegawa che ha dimostrato che le nostre mucose e, in particolare quelle della bocca, sono tappezzate da cellule immunocompetenti, cioè capaci di interagire con il sistema immunologico; e ancora agli studi di Ader e Cohen che hanno dimostrato che le cellule del sistema immunologico interagiscono con velocità sorprendenti dell’ordine dei millesimi di secondo con il sistema nervoso.

 Questi sono  i principi su cui è stata elaborata la metodica del Test Dria. Vediamo ora di capire come l’utilizzo del test Dria e la conseguente dieta di desensibilizzazione dalle intolleranze alimentari abbia influenzato la performance muscolare in giocatori di pallavolo.

Una ricerca effettuata su un gruppo di giocatori di pallavolo ha dimostrato che la sola eliminazione delle eventuali intolleranze alimentari, e la conseguente prescrizione di una dieta individualizzata, è in grado di determinare un aumento della performance muscolare. D’altra parte, nell’atleta la macchina muscolare viene utilizzata spesso al limite delle sue capacità, e incrementi percentuali anche minimi costano spesso mesi e mesi di allenamenti; poter quindi migliorare solo variando la propria alimentazione è un vantaggio enorme.

Lo STUDIO fa riferimento a giocatori di pallavolo a livello agonistico di età compresa tra 18 e 29 anni. Per ogni soggetto sono stati valutati: peso corporeo, % body fat mediante tecnica plicometrica e applicazione delle tabelle di Durin, la presenza di eventuali intolleranze mediante Test DRIA, elettromiografia del vasto laterale con carichi crescenti.

RISULTATI:

Tutti gli atleti hanno notato un miglioramento soggettivo. L’ incremento di forza registrato ha trovato conferma nei dati antropometrici e in particolare nella perdita di peso e nella riduzione globale del 4,62% della massa grassa (statisticamente significativa p<0,005) dopo tre mesi di dieta rispettosa delle intolleranze alimentari ma a contenuto calorico libero (e quindi spesso ipercalorica).

L’incremento di performance muscolare è stato documentato da un aumento del 5,23% di attivazione neuromuscolare statisticamente significativo (p<0,03).

La presenza di una intolleranza alimentare provoca quindi nell’organismo l’attivazione di tutte quelle difese che devono proteggerci dall’alimento non tollerato (considerato come un nemico) sottraendo energia a tutte le altre funzioni.

In sintesi, non solo esiste un riflesso diretto che determina riduzioni di forza in presenza di un’intolleranza alimentare, ma anche una sorta di “furto di energia” che può spiegare i miglioramenti che si ottengono seguendo una dieta non solo corretta e bilanciata da un punto di vista nutrizionale e calorico, ma anche, e soprattutto, rispettosa delle intolleranze alimentari.

E’ quindi importantissimo, non solo per migliorare la prestazione, ma anche per ridurre gli infortuni, eliminare tutto quello che determina un “furto di energia” o addirittura una situazione di “infiammazione a distanza”, quale quella provocata da una intolleranza alimentare. Numerosissime sono le esperienze di sportivi di ogni livello, dove l’eliminazione delle eventuali intolleranza ha determinato una netta riduzione delle patologie infiammatorie e traumatiche. Particolarmente interessante sembra essere la frequenza di patologie muscolari (strappi, stiramenti ecc.) in atleti con intolleranza alle carni rosse; sembra possibile un rapporto tra questa patologia e l’attivazione del sistema immunologico contro i muscoli (le carni appunto) assunti con gli alimenti.

E’ inoltre noto a tutti come situazioni infiammatorie (come è l’intolleranza) possano peggiorare o provocare ritenzione idrica, edemi e alterazioni del microcircolo.   

Esaminiamo ora un altro aspetto molto interessante relativo alle intolleranze alimentari, ovvero il loro rapporto con la produzione di radicali liberi in considerazione del fatto che nello sportivo l’aumento del consumo di ossigeno che si verifica sotto sforzo e in esercizi di durata è causa di una  loro iperproduzione con conseguente danno cellulare di tipo ossidativo.
Fondamentale una dieta equilibrata per un atleta, con una scelta varia di alimenti in grado di contenere quotidianamente un apporto adeguato delle vitamine sopra citate (E, C, A).

Una dieta rispettosa delle intolleranze alimentari è una importate arma nella lotta ai radicali liberi, in quanto le infezioni croniche, le ipersensibilità alimentari, le allergie in genere, causano un’attivazione dei globuli bianchi da cui deriva la formazione di grandi quantità di radicali liberi nell’organismo. Controllando le ipersensibilità alimentari attraverso una corretta dieta, è possibile ridurre la produzione di radicali liberi. 

Per concludere qualche utile consiglio generico relativo all’alimentazione dello sportivo come:

  • Fare pasti semplici e non abbondanti in modo da favorire il processo digestivo. Meglio più pasti piccoli che 1 abbondante: si avrà sempre energia pronta per l’attività sportiva, senza alcun accumulo inutile.
  • Consumare una quantità sufficiente di frutta e verdura, meglio se cruda, nell’arco della giornata.
  • Preferire i cereali integrali a quelli raffinati, si ha un maggior apporto di fibra, di vitamine (soprattutto del gruppo B) e di sali minerali.
  • Non eccedere nel consumo di carne.
  • Eliminare o ridurre le sostanze tossiche come fumo, alcol, caffè, tè nero o altre bevande contenenti caffeina, esse riducono l’assorbimento di alcuni nutrienti e compromettono non solo la prestazione sportiva ma anche la salute in generale.
  • Dare un sufficiente apporto di liquidi (bere lontano dai pasti)
  • Masticare bene ciò che si mangia favorirà la digestione e l’assimilazione degli alimenti.