Introduzione ai Test Diagnostici

intolleranze

Quando l’organismo viene in contatto con una sostanza allergizzante produce anticorpi, immunoglobuline di tipo E (IgE). Quando lo stesso organismo viene nuovamente in contatto con tale allergene si ha immediata e violenta reazione del sistema immunitario che esita nella lisi di cellule (mastociti) con liberazione di istamina, sostanza che è alla base di sintomi come prurito cutaneo, asma, difficoltà respiratoria, starnuti, eruzione cutanea, congiuntivite e rinite . . . Ogni altro fenomeno non correlabile alle IgE viene ritenuto non allergico, e spesso la mancanza di questi anticorpi in un soggetto che lamenti una sintomatologia “allergica” viene considerata impossibile. E’ fondamentale quindi considerare queste possibilità in quanto, cercare di comprendere sintomi connessi con la presenza di una intolleranza alimentare solo mediante lo studio delle IgE può risultare nullo e molto frustrante. In pratica di fronte ad una ipersensibilità alimentare non IgE mediata (con sintomi identici a quelli di una allergia) può capitare che il paziente si senta dire che tutti i test allergologici sono negativi. Questo vuol solo dire che non si sono evidenziate IgE specifiche, tanto è vero che .

ESSERE NEGATIVI AI TEST ALLERGOLOGICI NON ESCLUDE LA POSSIBILITÀ DI ESSERE INTOLLERANTI AGLI ALIMENTI TESTATI  

. . . infatti altri tipi di anticorpi potrebbero comunque determinare una reazione all’alimento.

Una significativa citazione dal manuale del test DRIA

“Il vero ruolo dell’allergologia …è quello, molto più impegnativo, di ricercare le possibili cause delle allergie, comprese le fonti industriali e ambientali; di capire i meccanismi delle infiammazioni, non solo allergiche…; di studiare le complesse relazioni fra allergia, sistema immunitario e sistema psichico; e infine di elaborare approcci diversificati alle terapie antiallergiche.”

Alain L. De Weck, “Does Allergology Still Have a Future?” ACI News, 1992 (editoriale)

Con il passare degli anni l’aumento delle manifestazioni allergiche che non venivano confermate da un aumento delle IgE fece riflettere molti studiosi che fino a pochi anni or sono consideravano i “sintomi e le patologie allergiche” legate esclusivamente alla presenza di un valore elevato di IgE. Nel 1991 il Prof. A. P. Kaplan (International Academy of Allergy and Clinical immunology), scrisse un articolo dal titolo “Le allergie non allergiche”. In questo articolo evidenziava l’esistenza di molti fenomeni “simil-allergici” in cui non è possibile identificare IgE; Kaplan asserì quindi la necessità di considerare l’esistenza di ipersensibilità dovute alla risposta del sistema immunitario anche se non dipendenti dalle immunglobuline E (IgE). Tra le allergie (che dipendono dagli anticorpi IgE) e i fenomeni di Intolleranza alimentare (causate dall’intervento di altre cellule del sistema immunitario o di altri anticorpi), esistono alcune differenze:

  • le allergie sono in genere a insorgenza immediata,
  • le intolleranze alimentari sono invece più lente e insorgono dopo lunghi periodi di continua introduzione dell’alimento e quindi di stimolazione del sistema immunitario.

Quindi l’introduzione di un alimento a cui si è intolleranti determina il prodursi di uno stato infiammatorio che dopo aver superato il livello massimo di tolleranza soggettiva determina la comparsa dei sintomi della malattia. In pratica, l’organismo riconosce subito la sostanza “fastidiosa”, per qualche tempo cerca di compensare tale stimolazione, fino a quando il perdurare di tale stimolazione determina l’evidenziarsi del sintomo.

Le nostre slide riassuntive Le intolleranze alimentari.