La magia delle spezie per un’alimentazione meno salata

Il segreto delle spezie, alleate di un'alimentazione con meno sale e più sapore, ....nella news il link delle foto della serata e la ricetta dello Chef

Dalla Cena consapevole del 19 Giugno portiamo con noi il segreto delle spezie, alleate di un’alimentazione con meno sale e più sapore, che ci aiuterà a rimanere in forma e prevenire patologie cardiovascolari sempre più diffuse, e legate alla società del “Mal-Essere” anzichè del “Ben- Essere”.

Foto della Cena Consapevole del 19 Giugno

La Menta (Menta piperita L.) è conosciuta sin dai tempi antichi per le sue proprietà, i cinesi la usavano per le proprietà calmanti e le sue virtù antispasmodiche. Ippocrate considerava la menta un afrodisiaco, mentre Plinio lodava l’azione analgesica. Gli arabi la utilizzano copiosamente ancora oggi per la preparazione di cibi e bevande ritenendola uno stimolante afrodisiaco.  Il genere “mentha” è uno dei più complessi del regno vegetale e la ragione va ricercata nella facilità di ibridizzazione spontanea tra le varie specie che producono sempre nuovi ibridi.

La menta è tonica, antispasmodica e stomachica a livello gastrico-intestinale, carminativa e stimolante. E’ sconsigliata nelle persone con problemi di ulcera e di gastrite in quanto aumenta la secrezione di succhi gastrici. Ha proprietà antisettica e può essere utilizzate in malattie infettive che non hanno bisogno di antibiotici, in particolare per le affezioni respiratorie, le coliti e le cistiti lievi. Può essere impiegata come espettorante per faringiti, bronchiti ed asma.

In cucina viene molto utilizzata per aromatizzare pietanze ed insalate. E’ preferibile usare le altre mente, tralasciando la piperita che è più adatta per liquori, bevande e prodotti dolciari.

La menta ha abbondanti minerali tra cui: calcio, potassio, magnesio, rame, manganese, sodio e fosforo. Per quanto riguarda le vitamine sono presenti in discreta quantità vitamine del gruppo A, B, C e D; molto abbondanti invece le tipologie di aminoacidi tra cui ricordiamo: arginina, acido aspartico, acido glutammico, alanina, leucina, glicina, prolina, serina e valina quelli presenti in maggior percentuale.

Il cardamomo si ottiene da due generi di piante appartenenti alla famiglia delle Zingiberaceae: la Elettaria e la Amonum. Dalla Elettaria Cardamomun si ricava il cardamomo verde, mentre dalla Elettaria Repens, pianta tipica dello Sri Lanka, si ottiene il cardamomo di Ceylon.

Il cardamomo è originario dell’India meridionale dove cresce in modo spontaneo in regioni con clima caldo-umido ad altitudini comprese tra i 500 ed i 1.500 metri; questa spezia ha proprietà medicinali conosciute fin dall’antichità, tanto che il suo impiego si fa risalire a diversi secoli prima di Cristo.

Viene utilizzato da moltissimi anni nella medicina popolare cinese ed indiana; i suoi semi hanno un gradevole gusto leggermente acidulo e profumato e sono tra gli ingredienti della famosa spezia indiana chiamata curry.

Contiene una buona quantità di minerali come: potassio, magnesio, calcio, fosforo, manganese, magnesio, zinco e ferro. Per quanto riguarda le vitamine, oltre a quelle del gruppo B, troviamo anche la vitamina C. Il componente principale del cardamomo è l’olio essenziale che contiene cineolo, limonene, borneolo e terpineolo.

Il cardamomo ha proprietà digestive, la sua assunzione apporta benefici in caso di nausea, vomito e flatulenza. L’olio essenziale contenuto in esso aiuta l’organismo nella produzione di succhi gastrici e stimola l’appetito.

Può anche essere aggiunto ad alcuni cibi come legumi, verdure cotte o cavoli per evitare il gonfiore addominale; sono sufficienti due o tre semi durante la cottura dei cibi per sfruttare questa proprietà.

Ottimo anche in caso di infiammazione delle vie aeree. La polvere di semi di cardamomo bollita insieme al tè ha invece proprietà antidepressive. Infine sembra in grado di influire positivamente sul metabolismo e, quindi risulta particolarmente utile nei regimi alimentari finalizzati alla perdita di peso.

L’aglio ( Allium sativum ) appartiene alla famiglia delle Liliacee. Pochi ortaggi come l’aglio possono vantare un numero di proprietà alimentari e benefici salutari così alti da farne un vegetale preziosissimo.

Nell’antichità era apprezzato per il suo singolare aroma, ma anche per le sue numerose proprietà terapeutiche, spesso era impiegato per guarire ma anche prevenire persino le epidemie. I soldati romani, per esempio, consumavano enormi quantità di aglio in quanto lo ritenevano in grado di depurare e fortificare il corpo.

Il prezioso bulbo dell’aglio contiene circa 400  differenti componenti curative dell’organismo umano.  Oltre a oligoelementi e sali minerali, l’aglio contiene vitamina A, B1, B2, PP e C. Le sue proprietà più importanti dipendono però da un’essenza solfurea presente nel bulbo, della quale il principio attivo è l’allicina che detiene un forte potere antisettico.

L’aglio agisce innanzitutto come efficace antisettico e battericida, distrugge i microbi e i batteri e ne impedisce la proliferazione. E’ uno degli antiossidanti più efficaci che vi sia in natura, protegge quindi le cellule del nostro organismo da un precoce invecchiamento.

Molto utile al benessere del cuore e del sistema circolatorio; grazie alle sue proprietà tonificanti ed equilibranti, rinforza il tono muscolare del cuore e rende più fluido il sangue, oltre che a svolgere un’azione depurativa, contribuisce in modo determinante alla pulizia delle arterie e alla prevenzione delle patologie ad esse legate. Contrariamente a quanto si crede, l’aglio ha anche proprietà digestive ed è in grado di apportare enormi benefici nella lotta contro i parassiti intestinali.

Affinché l’aglio mantenga inalterate le proprietà curative ed espleti i propri benefici sull’organismo umano, deve essere consumato crudo, per contrastare l’alito cattivo possiamo seguire il consiglio della”nonna” che consiste nel masticare lentamente due chicchi di caffè torrefatto.

Lo zenzero, nome scientifico Zingiber officinalis, ha origini asiatiche ed appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae; la parte che viene utilizzata, sia a scopo alimentare che a scopo curativo per la salute dell’organismo umano, è la radice, dal sapore particolarmente piccante e amaro. Tra i minerali presenti ricordiamo calcio, fosforo, sodio, potassio, magnesio, ferro, manganese, zinco e rame, tra le vitamine  quelle del gruppo B, vitamina C, vitamina E, per quanto riguarda gli aminoacidi segnaliamo alanina, arginina e cistina, acido glutammico e acido aspartico, prolina, serina, lesina, glicina e tiroxina. Le sue proprietà medicinali erano già note alle antiche culture orientali, oggi viene utilizzato in cucina anche in Europa per la preparazione di  focacce, biscotti, tè aromatizzati, fornisce ai piatti un gusto piacevolmente piccante, contiene principalmente olio essenziale di zingiberene, gingerolo e shogaolo, grazie a queste sostanze favorisce la digestione e svolge un’azione stimolante, antiossidante, aumenta la secrezione biliare ed è anche un epatoprotettore.

Il cumino Cuminum cyminum L. appartiene alla famiglia delle Apiaceae (Umbrelliferae), è una pianta originaria della Siria i cui frutti sono chiamati erroneamente semi di cumino. I frutti del cumino contengono un olio essenziale (carvone e limonene) che svolge attività antispastica sul tubo digerente e digestiva. Il cumino trova impiego in caso di aerofagia, meteorismo e flatulenza. Un’ottima tisana da bere a fine pasto per favorire la digestione può essere preparata con i semi di questa preziosa spezia, un pizzico di finocchio e un po’ di menta, molto utile anche contro la tosse. Masticare semi di cumino invece aiuterebbe a combattere l’alitosi, e a stimolare l’appetito. L’olio di cumino è perfetto per massaggi e impacchi, stimola la circolazione ed esercita un’azione disinfettante sulla pelle.

L’aroma che rilasciano i semi di cumino è molto intenso e il sapore pepato e amarognolo, ne suggerisce un uso parsimonioso nelle pietanze  per evitare di coprirne il sapore. In Italia l’uso del cumino in cucina non è molto diffuso, ma generalmente si sposa bene con verdure, sottaceti, formaggi, legumi e carne.

La Curcuma, il suo nome deriva dalla lingua persiana-indiana e precisamente dalla parola Kour Koum, che significa zafferano; infatti la Curcuma è anche nota col nome di Zafferano delle Indie, la pianta da cui si ricava è quella della Curcuma longa, una pianta che vive tra i 20 ed i 30 gradi, e che appartiene alla famiglia delle Zingiberaceae. Contiene potassio,  vitamina C, e la curcumina, un colorante alimentare, usato per impartire alle preparazioni un colore giallo simile a quello dello zafferano

La curcuma da non confondere con il curry, è una polvere giallo scuro utilizzata da almeno 5.000 anni, come medicina, spezia e anche colorante, viene impiegata nella medicina tradizionale indiana e in quella cinese come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato e come antinfiammatorio, è un potente antiossidante ed immunostimolante, inoltre purifica il sangue e svolge un’azione protettiva sul  fegato.

Il Curry è una delle miscele di spezie più conosciute nel mondo occidentale, ma la sua origine è indiana dove è conosciuto con il  nome originario di masala. Questo condimento fu importato in Europa dagli inglesi, e deve il suo nome occidentale alla parola cari che significa salsa nella lingua del popolo Tamil. Il curry è solitamente composto da spezie tostate in padella e pestate in un mortaio, di cui fanno parte il cumino e la curcuma (che dà al curry il suo particolare colore giallo ocra). Questa miscela ha un gusto tendenzialmente piccante, variabile nell’intensità a seconda delle differenti composizioni. Il curry contiene il curcumino, un polifenolo che presenta molteplici effetti benefici per l’organismo umano. Il curry si rivela utile per il miglioramento della fase digestiva e nella regolazione del metabolismo. Si aggiungono poi ottime qualità antinfiammatorie e antiossidanti, utili ad alleviare l’affaticamento del fegato, oltre a portare giovamento anche a stomaco e intestino. Le proprietà curative del curry si rivelano utili anche per la prevenzione dell’arteriosclerosi, e delle malattie cardiovascolari grazie alla sua azione di regolarizzazione dei ritmi cardiaci e della circolazione sanguigna. Svolge anche un’azione protettiva nei confronti di malattie neurodegenerative come il Morbo di Alzheimer, la sua attività antinfiammatoria e antiossidante stimola la reazione del sistema immunitario contro l’aggressione delle cellule celebrali da parte delle placche. Il curry costituisce un valido aiuto anche in caso di diabete, regolarizzando l’indice glicemico e svolge anche un’azione ipocolesterolemizzante.La Zizzania o loglio, è un’erba infestante ritenuta tossica. Naturalmente si tratta di un tipo di loglio commestibile (Zizania palustris), una specie di riso selvatico, ora coltivato e diffuso con grande pubblicità negli USA. Questo tipo di zizzania è una pianta acquatica perenne, con infiorescenza a spiga, tipica delle marcite e dei prati nelle regioni temperate. Il chicco della spiga è simile al riso e il sapore ricorda quello della noce e del tè. Ha un altissimo contenuto proteico (doppio di quello del riso) e verrebbe consigliato sia per la nutrizione sia per le affezioni intestinali e gastriche.
L’Alga Kombu è ricchissima di fibre, sali minerali e vitamine, non a caso le alghe possono essere considerate degli integratori a tutti gli effetti ed è proprio grazie alla ricchezza delle sostanze contenute che assumono il loro caratteristico sapore.  L’alga Kombu essendo un prodotto del mare è ricca di iodio ma allo stesso tempo è povera di sodio. Gli effetti benefici per l’organismo sono moltissimi: ha effetto disintossicante, rafforza il sistema immunitario, migliora la digestione e le funzioni intestinali, ha effetto alcalinizzante, favorisce la circolazione e stimola il metabolismo. 

 

 

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