La sindrome metabolica tra le cause del tumore al seno

Scopriamo come la Sindrome metabolica potrebbe favorire la comparsa del tumore al seno; ma soprattutto cosa fare per prevenirlo...

Sindrome Metabolica e Tumore al seno

Molte volte abbiamo parlato di Sindrome Metabolica, ricordiamo che con tale termine si indica un insieme di sintomi e fattori di rischio che comprendono obesità viscerale, ipercolesterolemia, diabete o intolleranza glucidica, ipertrigliceridemia nonché ipertensione arteriosa.
La maggior parte di questi disturbi sono legati ad un errato stile di vita e a cattive abitudini alimentari, un recente studio ha evidenziato come questi fattori non solo predispongono al rischio di sviluppare patologie cardiovascolari, ma sembra svolgano un ruolo molto importante nell’insorgenza di tumori e in particolare del tumore al seno in post-menopausa.
Cerchiamo di capire  in che modo la Sindrome metabolica potrebbe essere una delle cause del tumore al seno.
 
Il quadro caratteristico della Sindrome metabolica presenta alti valori di insulina e questi unitamente ad alti valori del fattore di crescita IGF-I sono in grado di favorire il proliferare delle cellule tumorali e se già malati aumentare la probabilità di recidive.
 
Lo studio condotto da un gruppo di ricercatori della Albert Einstein College of Medicine di New York e pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, ha coinvolto 4888 donne fra i 50 e 79 anni, sono state seguite per 8 anni durante i quali sono stati riscontrati 165 casi di tumore al seno. Le donne che soffrivano di sindrome metabolica nei tre o cinque anni precedenti la diagnosi di tumore hanno mostrato un rischio doppio rispetto al normale, inoltre l’associazione con altre patologie come l’alta pressione diastolica sanguigna e un elevato tasso di glucosio e trigliceridi nel sangue concorreva nell’aumentare il rischio di sviluppare forme tumorali, tutti questi studi necessitano di ulteriori conferme e approfondimenti.
Dato il legame della Sindrome metabolica con cattive abitudini alimentari e di vita, la prevenzione deve partire proprio da lì, le indicazioni arrivano dal Dipartimento di medicina preventiva e predittiva dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano, che sottolinea come seguire una dieta non significa affamarsi, ma scegliere i cibi giusti nelle quantità giuste, solo così è possibile aiutare il nostro organismo a mantenersi in salute. Il Fondo Mondiale per la ricerca sul cancro consiglia:
– Mantenere un peso ragionevole
– Fare attività fisica
– Ridurre i cibi molto calorici e le bevande zuccherate
– Limitare il consumo di carni rosse e di quelle conservate
– Limitare l’uso di alcool e sale
– Ridurre il fumo o meglio smettere di fumare
 
Tra i cibi da non far mai mancare sulle nostre tavole i cereali non raffinati, come riso, orzo, miglio e farro integrali, grano saraceno e (poco) mais, tra i carboidrati fare attenzione alle patate, perché favoriscono l’innalzamento della glicemia legata a sua volta ai livelli di insulina, via libera ai legumi, piselli, fagioli, fave, ceci, lenticchie, soia, verdura e frutta sempre abbondanti anche se è consigliato fare attenzione a pomodori e  melanzane, infatti sembra che l’assunzione di alte percentuali di antiossidanti potrebbe favorire la proliferazione cellulare.
 
Una ricerca pubblicata sull’’International Journal of Cancer, evidenzia come la quantità di carboidrati insieme al carico glicemico complessivo dell’alimentazione di una donna, può aumentare la probabilità che si ammali di cancro al seno.
Si consiglia di fare attenzione all’indice glicemico degli alimenti assunti, per esempio pane bianco e patate hanno un alto indice glicemico, che comporta un brusco innalzamento della glicemia, al contrario carboidrati integrali ricchi di fibre o i legumi  avendo un basso indice glicemico provocano un innalzamento graduale della glicemia.
Uno studio svedese condotto al Karolinska Institute di Stoccolma, ha evidenziato attraverso l’analisi di un campione di 61.000 donne seguite per circa 8 anni, che il gruppo che seguiva una dieta ad alto indice glicemico aveva una probabilità maggiore di ammalarsi di tumore al seno, questo perché  quel tipo di alimentazione faceva salire le concentrazioni di insulina e di ormoni sessuali nel sangue che come detto sono strettamente legati all’insorgenza di questa patologia.
 
Il consiglio dei ricercatori è quello di seguire una dieta bilanciata, privilegiando gli alimenti a basso indice glicemico, riducendo il consumo di pane bianco patate, frutta disidratata come albicocche , prugne, zucchero e miele, e magari aggiungere del curry alle pietanze.
Uno studio dell’università del Missouri apparso su Menopause, la rivista della North American Menopause Society, afferma che la curcuma protegge le donne in menopausa e sottoposte alla terapia ormonale sostitutiva dal tumore al seno. I test sono stati condotti su cavie e hanno dimostrato che la curcuma è in grado di ritardare l’eventuale insorgenza del cancro al seno, diminuirne l’incidenza e prevenire il rischio di anormalità morfologiche alle ghiandole mammarie, questo grazie ad una molecola chiamata VEGF, che sembra avere un ruolo determinante nei processi degenerativi.
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