Obesità: carenza di un ormone o dieta?

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Obesità: carenza di un ormone o dieta?

L’obesità può essere causata “solo” da un’eccessiva golosità o da cattive abitudini alimentari? Non solo…
Le cause dell’obesità possono essere tante e correlate tra loro, non è possibile individuare una sola causa psicologica od organica. Un recente studio condotto da un team di ricercatori della Rutgers University e pubblicato sulla rivista Cell Report afferma che l’ingestione eccessiva e compulsiva di cibo potrebbe essere in parte dovuta a un insuffuciente livello di GLP-1 (glucagon-like peptide 1, peptide simile al glucagone), ovvero sequenze di amminoacidi secrete dalle cellule sia del piccolo intestino che del cervello, che danno il segnale di aver mangiato a sufficienza.
I ricercatori hanno esaminato i livelli di questo ormone su cavie di laboratorio. “I topi in cui il deficit di GLP-1 è stato indotto, hanno mangiato al di là della necessità di calorie ed evidenziato un incremento della preferenza per il cibo ricco di grassi.
Al contrario, migliorando la segnalazione GLP-1 nel cervello dei topi è stato possibile bloccare la preferenza di cibi ad alto contenuto di grassi. 
Lo studio offre lo spunto per un approccio diverso all’obesità che tiene conto dell’influenza dei neuroni nel cervello. L’eccesso di cibo può essere considerato una dipendenza, un disturbo neuropsichiatrico.
Scoprendo come il sistema nervoso centrale regola l’assunzione di cibo attraverso il GLP-1 potremmo essere in grado di fornire una terapia mirata con minimi effetti collaterali.
In attesa dei risultati di ulteriori studi ricordiamo che tra le cause dell’obesità, escluso il problema “organico”, sono 40 i geni coinvolti nella patologia, non bisogna dimenticare l’ importanza di corrette abitudini alimentari, sin dall’infanzia,  e di uno stile di vita sano.
Infatti che l’obesità sia ormai un problema che mette a rischio, ogni anno di più, la salute delle popolazioni oltre che la tenuta dei sistemi sanitari, è confermato dai numeri. Dai 18 anni in su, secondo le ultime stime, circa il 10% degli italiani è obeso e il 36,1% è in sovrappeso. Quando si passa ai bambini, poi, la situazione diventa di emergenza: secondo i dati di un progetto ministeriale, che ha coinvolto oltre 46mila piccoli, il 22,2% è in sovrappeso e oltre il 10% obeso. Intervenire presto, nei primi anni di vita, è fondamentale. Molto si può fare a tavola perché si tratta, secondo gli esperti, di una malattia riconducibile per il 50% a fattori genetici e per il 50% a fattori ambientali. 
L’elemento centrale sarebbe anche, la trasmissione tra generazioni di cattive abitudini alimentari. Secondo dati dell’Associazione italiana obesità, infatti, solo il 5% dei casi è causato da disfunzioni di tipo ormonale. In altre parole, nella grande maggioranza dei casi l’obesità si può combattere.

Ricordiamo inoltre come più volte specificato la correlazione tra questa patologia e l’ infiammazione cronica per l’approfondimento

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Ecco  infine 10 semplici REGOLE
 da introdurre nel proprio stile di vita quotidiano per sentirsi bene e in forma.

  1. Controllare costantemente il proprio peso e svolgere una vita attiva. 


  2. Inserire nella propria dieta alimentare cereali, legumi, ortaggi e frutta

. 
  3. Bere giornalmente acqua in abbondanza

. 
  4. Utilizzare e ridurre le quantità di sale negli alimenti.
  5. Limitare la quantità di grassi.
  6. Moderare l’uso di zuccheri, dolci, bevande zuccherate.
  7. Moderare il consumo di bevande alcoliche. 
  8. Diversificare la dieta alimentare.
  9. Controllare le indicazioni di consumo dei cibi

. E’ importante controllare il corretto consumo di cibo valutando, rispettando e conservando i cibi secondo le indicazioni presenti sull’etichetta, date di consumo, particolari condizioni richieste.
  10. Seguire le indicazioni del proprio medico. 

La quantità dei nutrienti necessari per la persona, riferiti a specifiche condizioni di stato e di salute del paziente, varia a seconda dell’età, del sesso, dell’attività lavorativa

 e dello stile di vita. E’ preferibile dunque consultare sempre il medico specialista.