Cellulite/PEFS: cause/concause – Gli stadi e le varianti

L’80% delle donne italiane lamenta la presenza di “cellulite” quindi chiariamoci le idee su che cos’è.
Il termine “cellulite” venne introdotto nel 1922 e definiva le modificazioni del pannicolo adiposo sottocutaneo. Per molti anni tale termine definiva la “cellulite” come una infiammazione degli adipociti sottocutanei. Dal 1982 si chiarirono gli aspetti istopatologici della “cellulite” stabilendo che era doveroso distinguere due situazioni diverse.
- l’adiposità localizzata (AL) = semplice aumento degli adipociti
- la panniculopatia edemato-fibro sclerotica (PEFS) = la “cellulite”
Gli anni e la pratica hanno dimostrato che le forma pure di AL o PEFS sono rare, generalmente si riscontrano forme miste, ovvero in una zona in cui vi è un aumento dell’adiposità localizzata si impianta anche il processo della panniculopatia (cellulite).
Quindi…cos’è la “cellulite”, o meglio cos’è la panniculopatia edematofibrosclerotica?
E’ una patologia e non un “inestetismo della cute”, è un vero e proprio “disordine microvasculo-tissutale”.
Alla base di tutto si ha una alterazione del microcircolo veno-linfatico, quindi una ipo-ossigenazione del tessuto, che con il tempo conduce ad una stasi circolatoria e ad un accumulo di liquidi e cataboliti (prodotti di rifiuto prodotte dal metabolismo della cellula) a livello dell’interstizio (spazio compreso tra le cellule). La cellula viene quindi a trovarsi in uno stato di sofferenza generale non riuscendo più ad eliminare le sostanze di rifiuto e l’accumulo delle stesse rende difficoltoso l’arrivo di ossigeno ed elementi nutritivi per la cellula stessa. Il tessuto forma nuove fibre di collagene che legano gli adipociti (cellule di grasso) tra di loro, formando veri e propri gruppi di noduli, micronoduli.
Con il progressivo aggravamento del danno, tali noduli aumentano di numero e dimensione, tendendo ad unirsi formando noduli palpabili sulla superficie cutanea. In questo contesto, il danno vascolare è progressivo aumenta l’incapacità di drenare i cataboliti cellulari e di conseguenza la sofferenza cellulare, che condurrà con il tempo alla fibrosi e alla sclerosi del tessuto.
A tali modificazioni microscopiche corrispondono altererazioni dell’aspetto esterno quali:
- Modificazioni del profilo cutanea
- Pelle a “buccia d’arancia”
- Cute secca, spesso esfoliata
SEGNI e SINTOMI
- Presenza di micro o macronoduli, percepibili alla palpazione
- Cute ipotermica (fredda)
- Possibile presenza di smagliature e/o teleangiectasie (capillari) con predisposizione ai piccoli ematomi (“lividi”)
- Cute ipotonica ed ipotrofica che segue la postura
- Dolore alla palpazione
- Pesantezza e/o stanchezza degli arti
CAUSE E CONCAUSE
Disordini alimentari, abuso di sale, grassi, alcool, caffè, familiarità (ereditarietà) – predisposizione sovrappeso e/o obesità vizi posturali (piede piatto o cavo) malattie vascolari malattie endocrine (ormonali) utilizzo di alcuni farmaci (es. anticoncezionali) gravidanza fumo sedentarietà abbigliamento costrittivo stipsi
GLI STADI
Man mano che il danno vasculo-tissutale aumenta è possibile evidenziare un peggioramento del quadro anatomofunzionale.
E’ vero però che gli stadi sono solo delle evoluzioni e dei peggioramenti didattici ma nella realtà, nella stessa persona, quasi sempre, troviamo zone cutanee con stadi diversi di Pefs.
- I stadio (edema) – Si ha una iniziale alterazione della permeabilità capillare. In questo stadio la paziente avverte solo un’iniziale pesantezza agli arti inferiori.
- II stadio (modificazione dell’adipocita) – Si ha un progressivo accumulo di scorie metaboliche che vengono eliminate in modo sempre più difficoltoso. Inizia a farsi evidente l’aspetto della cute a “buccia d’arancia”, un piccolo accumulo adiposo e la cute perde parte della sua elasticità.
- III stadio (fibrosi) – Inizia a comparire la fibrosi del tessuto e anche le prime teleangiectasie (capillari). Alla palpazione il tessuto risulta pastoso e si avverte la presenza di piccoli noduli. La cute può risultare fredda e dolente alla palpazione.
- IV stadio (fibrosi avanzata) – In questo stadio la fibrosi dei tessuti inizia a farsi evidente; la palpazione suscita vivo dolore. L’arto inferiore presenta segni e sintomi legati all’insufficienza vascolare.
- V stadio (sclerosi) – In questo stadio (irreversibile) vi è una vera e propria fibrosi e sclerosi dei tessuti.
LE VARIANTI
- Cellulite compatta o dura – E’ la cellulite della persona giovane. E’ una cellulite che non subisce modificazioni sollevandosi dalla posizione supina (sdraiata) a quella eretta. La palpazione è dolorosa. Pinzando con le dita la cute il tessuto sembra adeso ai piani sottostanti.
- Cellulite molle – Si manifesta soprattutto nella donna di mezza età con tessuto cutaneo ipotonico, oppure nelle persone che hanno subito molte variazioni del peso coproreo. I tessuti sono ricchi di liquidi e questo causa il ballottamento durante i movimenti e nel passaggio dalla posizione (supina sdraiata) a quella eretta.
- Cellulite edematosa – E’ la conseguenza di patologie circolatorie degli arti inferiori. Si ha sempre molta ritenzione idrica. La palpazione è dolorosa; talvolta è dolorosa anche la semplice deambulazione.
DIAGNOSI
E’ possibile effettuare la diagnosi mediante l’esame obiettivo. La diagnosi risulta ancor più precisa se si attua una termografia a contatto. L’esame si attua applicando delle lastre termografiche in diverse parti del corpo che rilevano la temperatura della zona cutanea sottostante.
L’esame permette di evidenziare la pefs fin dai primi stadi, distinguendola dalla semplice adiposità localizzata. Con la termografia si mettono in evidenza le “aree fredde” che denotano una diminuzione della temperatura cutanea caratteristica della pefs.