Meno fumo più peso, perchè?
E' importante sottolineare che i rischi legati ad un eventuale aumento di peso sono molto inferiori a quelli legati all'abitudine a fumare, e la bilancia non può essere un alibi...

Quando si pensa di abbondonare la sigaretta il primo quesito è sempre: Se smetto di fumare ingrasserò?
A volte il timore che ciò accada è dominante, e non si riflette su quanto lo stato di salute migliora senza fumo.
E’ importante sottolineare che i rischi legati ad un eventuale aumento di peso sono molto inferiori a quelli legati all’abitudine a fumare, e la bilancia non può essere un alibi.
Ma cosa accade quando si smette di fumare?
Secondo alcune ricerche, i due terzi dei fumatori che dicono addio al tabacco vanno incontro a un modesto aumento di peso (1 o 2 chili) entro i primi sei mesi dall’ultima sigaretta, che può comunque venire compensato in un tempo e con uno sforzo relativamente contenuti.
Solo in alcuni casi, però si va incontro a un aumento di peso importante. I motivi sono diversi e intrecciati fra loro: c’è una compensazione orale, per cui chi non può più mettere in bocca una sigaretta mangia dolci, caramelle, snack. C’è poi la perdita dell’effetto anoressizzante della nicotina, che toglie l’appetito, ma che ha anche l’effetto di aumentare il consumo energetico, l’importante è lasciare che ogni ex-fumatore trovi i propri tempi per mettere in atto cambiamenti importanti, non solo smettere di fumare, ma anche nutrirsi in maniera equilibrata e fare esercizio fisico.
Tutto ciò è vero ma da uno studio supportato dalla Swiss National Science Foundation e pubblicato su PLoS ONE da parte dello Zurich University Hospital sembrerebbe che la maggior parte degli ex-fumatori mette su un paio di chili dopo aver smesso di fumare non per maggiore assunzione di calorie ma per un cambiamento nella composizione della flora intestinale. Dopo lo stop alle sigarette per una serie di ragioni proliferano nell’intestino gli stessi ceppi batterici delle persone obese.
Gli scienziati hanno esaminato il materiale genetico dei batteri intestinali presenti nei campioni di feci di una ventina di persone diverse per un periodo di nove settimane: cinque non fumatori, cinque fumatori e dieci persone che avevano smesso di fumare una settimana dopo l’ inizio dello studio. Mentre la diversità batterica nelle feci dei fumatori e non fumatori era cambiata solo poco nel tempo, smettere di fumare aveva portato il più grande cambiamento nella composizione microbica dell’intestino. Le frazioni Proteobacteria e Bacteroidetes erano aumentate a scapito dei rappresentanti dei Firmicutes e degli Actinobacteria. Allo stesso tempo, i soggetti che avevano smesso di fumare avevano guadagnato una media di 2,2 chili di peso, anche se la loro alimentazione era rimasta la stessa.
A tale proposito ricordiamo che è di qualche anno fa la notizia dell’esistenza di un legame tra le caratteristiche della flora batterica intestinale e una predisposizione all’obesità. E’ stato infatti dimostrato e pubblicato che la flora batterica può esercitare un’influenza rilevante sulla capacità di assimilare il cibo, a parità di dieta, e quindi influire sul peso corporeo.
I dati pubblicati su Nature mostravano che le popolazioni microbiche di 12 soggetti obesi presentavano lo stesso tipo di batteri delle persone normopeso, ma in proporzione differente. Gli obesi possiedono infatti il 20% in più di batteri Firmicuti e quasi il 90% in meno di Batteroidi. Sottoposti a una dieta a basso tenore di grassi e carboidrati per un anno, gli individui grassi non solo hanno ridotto del 25% il loro peso, ma mostravano valori quasi normali di Batteroidi e Firmicuti. Esiste poi un altro studio condotto dal professor Kieran M.Thuoy, ha evidenziato uno stretto legame tra flora batterica intestinale, obesità e infiammazione.