Pesce e verdura in tavola per mantenere giovane il cervello
Uno studio pubblicato su Neurology mette in evidenza ancora una volta una stretta correlazione tra dieta e salute, ovvero come la dieta aiuta a mantenere giovane il cervello...

Uno studio pubblicato su Neurology mette in evidenza ancora una volta una stretta correlazione tra dieta e salute, ovvero come la dieta aiuta a mantenere giovane il cervello.
Lo studio è stato condotto negli USA da ricercatori della Oregon Health and Sciences University, ha coinvolto 104 persone con età media di 87 anni, non affette da demenza, a cui sono state dosate vitamine del gruppo B (B1, B2, B6, B12, folati), le vitamine C, D ed E e i livelli di acidi grassi omega 3 a lunga catena (tipici del pesce). Coloro che avevano elevati livelli dei suddetti marcatori ottenevano risultati più brillanti in molti test cognitivi, accompagnati da cambiamenti cerebrali di rilievo (un giudizio dato dopo aver valutato due indicatori specifici: volume totale e sostanza bianca sottocorticale). Al contrario, chi aveva elevati livelli di acidi grassi trans, considerati fra i grassi meno salutari ha ottenuto risultati peggiori in entrambi i tipi di valutazione. Sono stati dosati gli acidi grassi trans come indicatori di una dieta poco salutare, e perché già precedentemente messi in relazione con il declino cognitivo delle persone anziane. Ma dove si trovano gli acidi grassi trans e perché, senza saperlo, ne abusiamo? Essi vengono usati a livello industriale soprattutto come “amalgamanti” ed “emulsionanti”, i grassi vegetali (sia idrogenati che non-idrogenati) sono tra gli ingredienti più massicciamente presenti nei prodotti confezionati che troviamo sul mercato.
Sono state dosate le suddette vitamine e acidi grassi Omega 3 perché ottimi indicatori del consumo di cibi salutari come frutta, verdura a foglia verde scuro , le crucifere, e il pesce.
Ricordiamo le ottime proprietà di verdure a foglia verde e crucifere.
Numerosi studi confermano l’effetto benefico della verdura a foglia verde in quanto ricca di fitochimici come la clorofilla che possiede proprietà antiossidanti, ha una funzione antianemica, regola il livello di colesterolo, cicatrizza, ricostruisce i tessuti; non meno importanti i carotenoidi utili nella protezione di alcuni tumori e patologie coronariche. L’ unione di questi due fitochimici, previene la perossidazione lipidica e riduce il rischio di sviluppare coronaropatie. In queste verdure è inoltre presente acido folico (o vitamina B9) che migliora l’attività del sistema nervoso, protegge dall’anemia e dai tumori. In molte di queste verdure (lattuga, prezzemolo, zucchine, cetriolo e spinaci) troviamo anche magnesio, fondamentale per il metabolismo dei carboidrati e delle proteine, per il controllo della pressione arteriosa e la trasmissione degli impulsi nervosi.
A proposito di crucifere (broccoli, cavoli, cavolfiori, rape e cavolini di Bruxelles) la letteratura scientifica dimostra che sono efficaci nella prevenzione di vari tipi di neoplasie. Tale effetto può essere attribuibile al loro alto contenuto di sostanze antiossidanti e vitamine, tra cui carotenoidi, polifenoli, vitamina C e folati. Le crucifere, inoltre, contengono elevate dosi di glucosinolati, i cui principali prodotti di degradazione (indoli e isotiocianati) possiedono elevate proprietà antitumorali, in particolare sui tumori del tratto digerente, fegato, polmone, mammella. In esse troviamo inoltre il sulforafano che mostra proprietà preventive nei confronti della crescita tumorale interrompendo il processo di divisione cellulare. Tale composto sembra avere anche effetti benefici anti-aging, contro patologie cardiovascolari, disordini neurologici.
Ma torniamo ora allo studio, esso risulta essere molto interessante perché mette in relazione marcatori biologici, dipendenti dalla dieta, con l’efficienza cognitiva e le caratteristiche morfologiche del cervello. La cosa interessante dello studio è che l’efficienza cognitiva è stata studiata con test neuropsicologici che sono sensibili al decadimento senile e misurano aspetti della memoria, dell’intelligenza e anche aspetti psicopatologici, e per quanto riguarda il regime dietetico sono stati presi in esame marcatori biologici e non si sono utilizzati questionari distribuiti ai partecipanti e quindi sensibili a numerose variabili come ad esempio il ricordo di cosa e quanto si è mangiato e la capacità da parte dei soggetti di assimilare i nutrienti.
Ricordiamoci anche dei pregi dell’attività fisica sulla funzionalità cerebrale e sulla longevità, e come il movimento determina un recupero delle capacità cognitive in quei soggetti che seguono “una dieta poco salutare”. E’ stato osservato infatti che in quei soggetti che seguono una dieta ricca di grassi e zuccheri si ha un recupero delle capacità cognitive svolgendo regolarmente esercizio fisico. E’ stato possibile affermare questo dato poiché sono stati valutati i livelli di una proteina: il fattore neurotrofico cerebrale BDNF (Brain-derived neurotrophic factor) nota come il secondo fattore neurotrofico ad essere caratterizzato dopo il fattore di crescita nervosa. BDNF agisce su determinati neuroni del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso periferico, contribuendo a sostenere la sopravvivenza dei neuroni già esistenti, e favorendo la crescita e la differenziazione di nuovi neuroni e sinapsi. Nel cervello, è attivo nelle aree vitali per l’apprendimento, la memoria, e il pensiero e riveste un ruolo importante per la memoria a lungo termine.
A proposito di memoria e apprendimento in modelli animali è stato dimostrato che vengono migliorate da alcuni nutrienti, come gli acidi grassi omega-3, i polifenoli ( ben noti antiossidanti presenti soprattutto in frutta e verdura) e la curcumina.
Da tutto questo emerge per l’ennesima volta che un’alimentazione corretta ricca di frutta e verdura e lo stile di vita sano sono fondamentali per il benessere del corpo e della mente.