Misura la pancetta scoprirai il tuo stato di salute
Se la circonferenza addominale è più elevata del dovuto è probabile che siano alterati alcuni indicatori (glicemia, trigliceridi, pressione) che incidono sulla salute di cuore e vasi, il grasso viscerale infatti ha un'azione negativa sul funzionamento degli organi Misurarsi il girovita è facilissimo e tutti dovremmo farlo. . . . .

Misura la «pancetta» e scoprirai il tuo stato di salute Se la circonferenza addominale è più elevata del dovuto è probabile che siano alterati alcuni indicatori (glicemia, trigliceridi, pressione) che incidono sulla salute di cuore e vasi, il grasso viscerale infatti ha un’azione negativa sul funzionamento degli organi
Misurarsi il girovita è facilissimo e tutti dovremmo farlo, (basta un metro da sarta) perché il risultato parla della nostra salute, presente e futura, più di tanti altri test complicati o dispendiosi: una circonferenza addominale abbondante, infatti, è il primo e più importante indizio della sindrome metabolica.
Se ne parla poco, per anni c’è stata pure discussione se fosse da considerarsi una malattia: oggi però c’è finalmente consenso sulla sua definizione e soprattutto accordo sulle gravi responsabilità di questo mix esplosivo di fattori di rischio alterati. La sindrome infatti è una condizione complessa, in cui non solo uno, ma diversi parametri metabolici sono alterati: la glicemia, i trigliceridi e la pressione sono più alti del normale, il colesterolo buono è troppo basso, il girovita è largo. Proprio l’obesità viscerale, quindi la circonferenza addominale, è l’elemento cardine, oltre che l’unico chiaramente visibile mentre gli altri vanno cercati con le analisi del sangue o la misurazione della pressione. Di solito infatti la sindrome metabolica inizia in sordina, con uno solo dei parametri di rischio che peggiora senza che ce ne accorgiamo; poi si aggiungono gli altri, ma l’unico segno esterno è appunto la «pancetta».
La circonferenza vita |
La circonferenza vita rappresenta un valido indice della distribuzione del tessuto adiposo in sede viscerale, ed è quindi in grado di fornire utili indicazioni sulla localizzazione del grasso corporeo. La presenza di una quantità eccessiva di grasso a livello addominale infatti si associa spesso a molti problemi clinici, come il diabete di tipo II, l’ipertensione arteriosa, la dislipidemia e le malattie cardiovascolari.
Una persona ha un’eccessiva quantità di grasso addominale se la sua circonferenza vita è . . . . . .
negli uomini >102 cm nelle donne >88 cm Dal 2005 l’International Diabetes Federation (IDF) ha stabilito per la circonferenza addominale dei nuovi parametri
Circonferenza addominale uomo < 94 cm
Circonferenza addominale donna < 80 cm
COME MISURARE IL GIRO VITA
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La causa che scatena la sindrome metabolica è l’accumulo di grasso dove non deve stare, ovvero attorno agli organi interni come fegato, pancreas, intestino: il tessuto adiposo viscerale infatti produce sostanze pro-infiammatorie che a loro volta richiamano cellule infiammatorie. Il risultato è il cosiddetto inflammosoma, un mix di cellule e molecole che portano a un’infiammazione di basso grado ma cronica, negativa per i vasi sanguigni (nei quali favorisce l’aterosclerosi) e per il pancreas, che diventa meno capace di produrre l’insulina, l’ormone necessario a gestire il glucosio in circolo. L’infiammazione inoltre peggiora o scatena la resistenza all’insulina: i tessuti e le cellule rispondono meno all’ormone, aprendo la strada all’incremento della glicemia e conseguentemente allo sviluppo del diabete di tipo 2. Tutto nasce dall’obesità centrale, perciò misurare il girovita è il modo più veloce ed economico per capire se ci stiamo avviando sulla strada della sindrome metabolica.
La pancetta tende ad accumularsi con gli anni e nelle donne compare spesso con la menopausa, anche in chi ha sempre avuto il girovita sottile: gli estrogeni infatti aiutano a depositare il grasso in eccesso sui fianchi, dove non fa male, ma quando iniziano a scarseggiare l’adipe finisce sulla pancia e si tende alla pericolosa forma «a mela».
Da tutto ciò deriva che pesarsi non basta: potete calcolare il B.M.I. direttamente al seguente link l’indice di massa corporea (B.M.I.) che si usa comunemente per sapere se si è sovrappeso, ottenuto dividendo il peso in chili per il quadrato dell’altezza in metri, non dice molto su dove sia il grasso. E’ fondamentale infatti per avere un’idea chiara misurare come abbiamo detto il giro vita ma anche la percentuale di body fat (massa grassa)Perché pure i falsi magri, con gambe sottili e pancia abbondante, rischiano la sindrome metabolica e le sue tante conseguenze negative,
La sindrome è la confluenza di diversi fattori di rischio cardiovascolare, che manifestandosi contemporaneamente si associano a una maggior probabilità di diabete, ma soprattutto di infarti e ictus: il pericolo è doppio rispetto a chi non ha la sindrome, perché i vari elementi che la compongono favoriscono la formazione di placche aterosclerotiche e ne facilitano anche l’instabilità, quindi il distacco di trombi.
La sindrome metabolica predispone anche ad alcuni tumori fra cui mammella, prostata, ovaio, pancreas, fegato e rene; è stata associata a malattie come la sindrome dell’ovaio policistico e alla demenza; in più anche il fegato ne risente, perché oltre a dover far fronte a un eccesso di grassi e zucchero dalla dieta riceve tante molecole infiammatorie dall’adipe viscerale, che non riesce a gestire in maniera efficiente; perde così la sua capacità di regolatore metabolico, accumula esso stesso grasso e si sviluppa la steatosi, il fegato grasso che è l’espressione epatica della sindrome metabolica; tutto questo innesca un circolo vizioso che perpetua la sindrome e ne amplifica le ripercussioni negative su tutto l’organismo.
Nel mondo occidentale si stima che di sindrome metabolica soffra più del 35 % degli ultracinquantenni, con una maggior prevalenza fra le donne non a caso infatti l’obesità è in aumento, il diabete pure e quindi lo è anche la sindrome metabolica: conoscerla e combatterla è perciò indispensabile. Per l’approfondimento SINDROME METABOLICA
L’intervento più efficace è senza dubbio la prevenzione, che si basa su un’alimentazione corretta, ricca di vegetali e povera di grassi saturi e zuccheri semplici, nonchè che tenga conto dell’infiammazione da cibo (considerato il ruolo che ha l’infiammazione di basso grado su sovrappeso e obesità) e sull’attività fisica costante, con almeno 150 minuti di esercizio aerobico moderato o intenso alla settimana naturalmente fin dall’infanzia, perché purtroppo non riguarda più soltanto gli adulti . Una volta diagnosticata la sindrome metabolica, risolverla è necessario ma non c’è un farmaco risolutivo, occorre intervenire su ciascun fattore di rischio singolarmente. Perdere peso resta però fondamentale. Eliminare il grasso viscerale non è facile e non abbiamo strumenti certamente in grado di privilegiare una riduzione localizzata all’addome, ma dimagrire è un passo indispensabile.