Obesità infantile e fast-food

Recenti statistiche evidenziano un continuo aumento dell'obesità infantile, in Italia un bambino su quattro è obeso, questo significa che assume più calorie di quante ne consuma....

Obesità infantile e fast-food

 

Recenti statistiche evidenziano un continuo aumento dell’obesità infantile, in Italia un bambino su quattro è obeso, questo significa che assume più calorie di quante ne consuma.

Come per l’adulto anche l’obesità infantile ha una genesi multifattoriale, non c’è un’unica causa ma una molteplicità di fattori concorrono a determinarla, prima fra tutti una cattiva ed eccessiva alimentazione, accompagnata da poca attività fisica e solo in ultimo possono concorrere fattori genetico/familiare; rari i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali quali ipotiroidismo o disfunzioni surrenali.

Ricerche recenti hanno evidenziato anche delle componenti sociali come causa dell’obesità infantile, tra cui la frequenza degli spot di fast-food o la vicinanza di questi ultimi alle scuole.

L’analisi dei dati relativi all’eccesso di peso infantile e il passaggio di spot sui cosiddetti cibi spazzatura (junk-food, patatine fritte, hamburger merendine ecc) è stata condotta dai ricercatori del National Bureau of Economic Research (NBER), grazie ai finanziamenti del National Institutes of Health e sono stati pubblicati sul Journal of Law and Economics, ha evidenziato che il divieto di trasmettere messaggi pubblicitari di cibi caratteristici dei fast food durante la programmazione televisiva dedicata ai bambini, potrebbe ridurre il numero di giovanissimi in sovrappeso del 18 per cento per quelli di età compresa tra i 3 e gli 11 anni, del 14% per gli adolescenti tra i 12 e i 18 anni. L’effetto risulta più marcato per i maschi che per le femmine, dati confermati anche dai ricercatori Shin-Yi Chou della Lehigh University, Inas Rashad della Georgia State University, e Michael Grossman della City University of New York Graduate Center.

Purtroppo gli adolescenti passano molte ore del loro tempo libero davanti alla televisione, e il continuo passaggio di spot riguardanti cibo, soprattutto patatine fritte e succulenti hamburger, non fa che stimolare il desiderio di essi. Così play-station, computer, vita sedentaria e alimentazione sregolata e stimolata da continui passaggi pubblicitari di alimenti ricchi di grassi e poco salutari, tipici dei fast food, sono tra le cause sociali dell’obesità infantile.

Un altro dato interessante è l’influenza che la vicinanza dei fast-food ha sul tasso d’incidenza dell’obesità di circa tre milioni di studenti delle scuole della California e di oltre un milione di donne in gravidanza in Michigan, New Jersey e Texas.

Lo studio realizzato dalla American Association of Wine Economists, dimostra che la presenza di un ristorante fast food nel raggio di circa 150 m dalla scuola  è associato ad un aumento di almeno il 5,2% nel tasso di obesità degli studenti della scuola, per quanto riguarda le donne in gravidanza che vivono ad una distanza analoga da questi ristoranti hanno il 4,4% di possibilità in più di aumentare di oltre 20 chili.

Sicuramente la vicinanza a questo tipo di locali può influenzare i desideri alimentari degli adolescenti e portarli a un maggior consumo dei cosiddetti cibi spazzatura, ma non possiamo demonizzare questi locali, dimenticandoci che l’alimentazione dei bambini deve essere controllata dai genitori che devono educarli ad una sana e corretta alimentazione e a uno stile di vita attivo che prevede una costante attività fisica.

Ci sono madri che passano la loro vita perennemente a dieta andando in palestra e occupandosi del loro corpo in maniera maniacale e magari non si accorgono dei chili di troppo dei loro figli, basterebbe ridurre le ore che i ragazzi passano davanti al computer o alla televisione e sostituirle con dello sport, così anche l’hamburger mangiato saltuariamente non inciderebbe poi così tanto sul loro bilancio energetico.

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