Obesità o “globesity”: quando il peso è un problema di salute
Nei paesi occidentali il cosiddetto benessere per molti è fonte di malattia, infatti il 5% degli uomini ed il 7,5% delle donne sono gravemente obesi. Il problema è che è un fenomeno in crescita anche nei paesi in via di sviluppo.....

Globesity, l’obesità è un problema globale e di “ben-essere”
Nei paesi occidentali il cosiddetto benessere per molti è fonte di malattia, infatti il 5% degli uomini ed il 7,5% delle donne sono gravemente obesi. Il problema è che è un fenomeno in crescita anche nei paesi in via di sviluppo infatti nel mondo sono più di un miliardo.
In Europa, negli ultimi dieci anni, le persone in soprappeso sono aumentate di circa il 30%. Anche l’Italia segue la stessa tendenza: gli italiani obesi sono più di 4 milioni con un incremento del 25% rispetto al 1994, quelli in sovrappeso sono il 25%.
Si è notata anche una disparità sullo stesso territorio nazionale: l’11,4% degli obesi si trova al Sud, mentre il 7,5% si trova al Nord.
Non rimandiamo il nostro appuntamento con la bilancia, controlliamo il nostro peso così come è necessario anche conoscere un altro importante valore, l’INDICE DI MASSA CORPOREA O BODY MASS INDEX (BMI).
Questo indice mette in rapporto il peso della persona (espresso in chilogrammi) con l’altezza (in metri al quadrato), anche se non è in grado di valutare l’effettiva composizione corporea di un individuo , è in grado di dirci se siamo normopeso, soprappeso od obesi, , a volte però le apparenze ingannano, ci sono persone ad esempio con una notevole muscolatura e quindi più pesanti della media, oppure altre persone che hanno chili in più ben distribuiti e non localizzati nell’addome, in questi casi è consigliabile considerare anche un altro indice, la misurazione della CIRCONFERENZA DELLA VITA, che è diventato un importante parametro di riferimento per valutare la predisposizione allo sviluppo di malattie metaboliche o cardiovascolari, i valori devono essere inferiori a 94 cm per gli uomini e 80 cm per le donne in base alle linee guida 2005 dell’International Diabets Federetion.
L’eccesso di grasso viscerale può influire sul metabolismo dell’intero organismo attraverso diversi meccanismi, legati sia alla carenza di ormoni come l’adiponectina la cui sintesi diminuisce in presenza di quantità eccessive di grasso, o l’incremento della produzione di sostanze che sostengono fattori infiammatori, insulino-resistenza, iperglicemia, dislipidemia, ipertensione e disfunzione endoteliale. Vediamo in dettaglio cosa accade:
Le cellule adipose dell’addome in eccesso tendono a liberare nel sangue acidi grassi liberi (FFA), che vengono utilizzati dai muscoli al posto del glucosio, provocando così un aumento della sua presenza nel sangue che attiva la risposta del pancreas che inizia a produrre insulina, purtroppo l’insulina in eccesso non viene smaltita in modo corretto dal fegato, così si verifica un aumento dell’insulina in presenza di iperglicemia, che è alla base di un complesso fenomeno chiamato insulino-resistenza, il corpo diventa meno sensibile all’insulina nel sangue e può sviluppare diabete.
L’eccesso di acidi grassi prodotti dalle cellule adipose addominali coinvolgono anche il fegato, che produce trigliceridi e lipoproteine VLDL, particolari lipoproteine che successivamente possono essere trasformate in LDL (“colesterolo cattivo”), che tende ad accumularsi sulle pareti dei vasi favorendo l’insorgenza dell’aterosclerosi.
Infine l’eccesso di grasso viscerale favorisce la sintesi di mediatori dell’infiammazione come l’interleuchina-6 e il Tumor Necrosis Factor (TNF- alfa) associato a un incremento della proteina C-reattiva, attualmente considerata come marcatore fondamentale di infiammazione correlata a infarto miocardico acuto, tutto questo porta anche ad una diminuzione della sintesi dell’adiponectina, che dovrebbe contrastare l’infiammazione. (Di Filippo C, Verza M, Coppola L, Rossi F, D’Amico M, Marfella R. Insulin resistance and postprandial hyperglycemia the bad companions in natural history of diabetes: effects on health of vascular tree.Curr Diabetes Rev. 2007 Nov;3(4):268-73.
Molti studi evidenziano sempre più chiaramente l’eccesso di peso e in particolare il grasso viscerale come il principale fattore scatenante il circuito insulino-resistenza-stress ossidativo-infiammazione,(Gómez-Ambrosi J, Frühbeck G.Evidence for the involvement of resistin in inflammation and cardiovascular disease.Curr Diabetes Rev. 2005 Aug;1(3):227-34.
Nell’individuo obeso è possibile rilevare la presenza di particolari quadri patologici come :
– Iperleptinemia, a segnalare leptino-resistenza. la leptina è un ormone secreto dagli adipociti che invia il segnale di sazietà all’ipotalamo, viene prodotto in funzione della dimensione delle cellule adipose, per evitare l’aumento del loro volume e svolge un’ importante ruolo sulla distribuzione del tessuto adiposo e regola processi infiammatori e immunitari
– Aumentati livelli di TNF-alfa( TNF-alfa, Tumour Necrosis Factor-alpha ) è una citochina pro-infiammatoria che viene sintetizzata da diversi tipi di cellule in risposta a stimoli infettivi o infiammatori, svolge un ruolo importante nella difesa immunitaria e nella guarigione delle ferite, un eccesso nella sua produzione può portare a conseguenze sfavorevoli.
– Aumentati livelli di IL-6 interleuchina-6, che viene prodotta e rilasciata dal tessuto adiposo in quantità biologicamente significative; è elevata nell’obesità e negli stati di insulino-resistenza, provoca insulino-resistenza epatica e attivazione dei processi infiammatori
– Diminuzione dell’adiponectina, ormone in grado di controllare l’attivazione citochinica, specialmente quella mediata da TNF-alfa e IL-6, la sua sintesi viene inibita in presenza di di insulino-resistenza e di ipertrofia della cellula adiposa, ha azione diretta insulino-sensibilizzante sul fegato, è inversamente correlata all’insulino-sensibilità periferica e svolge azione anti-infiammatoria in antagonismo diretto rispetto a TNF-alfa e interleuchina-6.
Ricordiamo che l’accumulo viscerale di grasso è legato a fattori genetici, ma l’alimentazione e lo stile di vita possono contribuire ad aggravare o meno la predisposizione familiare: una persona che si alimenta in modo equilibrato (privilegiando grassi vegetali anziché animali e consumando molta frutta e molta verdura, ricche di fibre) e che svolge regolarmente attività fisica non accumula grasso né in periferia (braccia e gambe) né sull’addome.