Pane nero al carbone: è davvero salutare?

Disturbi intestinali: pane nero al carbone, attenzione alla Gluten Sensitivity !
Da qualche mese il “pane nero” ottenuto con l’aggiunta di carbone vegetale si è guadagnato l’attenzione dell’opinione pubblica non solo per la curiosità che suscita il suo colore ma anche per i presunti benefici per la salute vediamo di scoprire se è veramente salutare
Il carbone vegetale è una polvere ottenuta dal legno carbonizzato e si tratta quindi di una sostanza organica naturale che può essere utilizzata come additivo-colorante o come integratore alimentare ricordiamo che gli integratori a base di carbone vegetale sono consigliati, grazie alle sue proprietà adsorbenti dei gas intestinali, ovvero per contrastare disturbi intestinali, flatulenza e gonfiore addominale
Come integratore l’effetto benefico si ottiene con 1 grammo almeno 30 minuti prima del pasto e 1 grammo subito dopo il pasto. Se si pensa che nella preparazione dei prodotti da forno l’impiego è di 15-20 g di carbone vegetale per kg di farina, si deduce che le quantità utilizzate e consumate come additivo nel pane sono insufficienti per avere effetti benefici, pertanto non è possibile classificarlo come alimento funzionale, cioè benefico per la salute. Qualora necessario si consiglia di assumerlo, previo consiglio medico, sotto forma di integratore al fine di ridurre l’eccessiva flatulenza post-prandiale
Secondo l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare il carbone vegetale può essere considerato un additivo-colorante privo di rischi anche se non è possibile affermare che l’aggiunta del carbone nei prodotti da forno è utile una volta inserito come ingrediente in una matrice alimentare complessa
Se da una parte il carbone vegetale può essere utilizzato come additivo alimentare (secondo il Reg. CE n. 1333/2008), d’altra parte le norme vietano l’impiego di qualsiasi tipo di colorante in pane e pizza. I prodotti da forno con carbone vegetale non possono essere commercializzati con la denominazione di “pane” ma con la denominazione di “prodotto della panetteria fine”. Inoltre, quando il carbone vegetale è aggiunto quale additivo-colorante, è vietato vantare gli effetti benefici per l’organismo umano
Attenzione all’interferenza del carbone vegetale con l’assunzione di alcuni nutrienti e farmaci perché è ben diverso assumere sotto controllo medico-specialistico sostanze con effetti collaterali e interazioni farmacologiche precise e l’utilizzo smisurato senza indicazioni specifiche, non a caso infatti si consiglia a causa dell’azione chelante e antinutrizionale che esso svolge, di evitarne l’assunzione se si assumono farmaci in concomitanza dei pasti o se si hanno situazioni nutrizionali critiche
Altri elementi pongono inoltre perplessità: il carbone, attivato o meno, resta un prodotto di combustione che contiene benzopirene, cancerogeno. Mentre i prodotti di uso farmaceutico devono rispettare precisi limiti nel contenuto di benzopirene come possiamo verificare il quantitativo e la provenienza del carbone usato nel pane?
Domanda
Perche per ridurre sintomi come gonfiore addominale, fastidi intestinali e flatulenza dovremmo assumere prodotti al carbone vegetale e non chiederci a che cosa potrebbero essere dovuti questi fastidiosi sintomi?
Ricordiamo che nella popolazione occidentale spesso vi è un abuso nell’assunzione di cibi fermentati (come pane, formaggi. . . .) o contenenti farina di frumento e che spesso i fastidiosi sintomi intestinali sono semplicemente imputabili a una Gluten Sensitivity (una patologia che si stima interessi dal 6 all’8% della popolazione) o da una reattività alle sostanze fermentate, tranquillamente modulabile mediante una dieta di rotazione sui prodotti contenenti glutine e/o fermentati.
Qualora si volesse verificare la sensibilità al glutine è ora possibile effettuare presso il nostro studio:
il Gluten Sensitivity Test che determina la presenza di marcatori di sensibilità al glutine, nello specifico:
IgA totali
IgA o IgG Anti-Transglutaminasi per escludere la possibile diagnosi di celiachia
IgA e IgG Anti-Gliadina per confermare la possibile sensibilità al glutine.
Questo test è in grado di valutare la sensibilità al glutine non celiaca, una patologia che riguarda persone che soffrono di disturbi intestinali (es: colon irritabile e infiammazioni intestinali) ed extra-intestinali legati all’assunzione di glutine, ma che non sono né celiaci né allergici al frumento.
Potrebbe inoltre essere interessante fare il test se a seguito dell’ingestione di prodotti contenenti glutine si hanno sintomi come: stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione e sonnolenza, difficoltà digestive, addominalgia, gastrite, irregolarità intestinale.
Per concludere la comparsa dei suddetti sintomi potrebbe essere anche dovuta ad una reattività intestinale di altro tipo, potenzialmente legata comunque ad una infiammazione da cibo diversa, determinata da altri alimenti contenuti nella nostra dieta quotidiana in questo caso è possibile effettuare dei test come il Test DRIA o il F.I.T (Food Intolerance Test) che ci permettono di scoprire eventuali reattività ad un numero piuttosto ampio di alimenti (circa 40)
Non usiamo quindi dei palliativi per risolvere dei “disturbi” che possono essere tranquillamente curati con una dieta rispettosa dell’infiammazione da cibo